
La Spagna potrebbe diventare il primo Paese europeo in cui viene riconosciuto il congedo mestruale retribuito. Non solo, ma nella proposta di legge che sarà sottoposta al Consiglio dei ministri martedì 17 maggio viene sollevato il tema della salute sessuale e riproduttiva delle donne. Un'iniziativa tra tutte: assorbenti gratis nelle scuole. Un provvedimento che è più che essere all'avanguardia è al passo con i tempi e prova a rompere alcuni tabù, ad esempio quello da sempre legato al ciclo.
Il disegno di legge prevede prima di tutto un congedo mestruale retribuito di tre giorni al mese che potrà essere preso, naturalmente, durante la fase delle mestruazioni, ovvero quella delle perdite vere e proprie. Un altro permesso sarà inoltre garantito in caso di interruzione di gravidanza, anche se volontaria. A tal proposito, il testo prevede di abbassare a 16 anni la soglia di età per la quale è permesso accedere all'aborto senza il consenso dei genitori.
Ma nella legge si fa anche un passo in più, arrivando finalmente a parlare di dismenorrea, ovvero di ciclo particolarmente doloroso. Non è una semplice questione di sopportazione del dolore, si tratta di una reale condizione clinica che necessita accertamenti per verificare che non sia il sintomo di qualche patologia, ad esempio l'endometriosi. Nel caso il male si riveli invalidante e prolungato, una donna può usufruire addirittura di 5 giorni di congedo.
E sempre a proposito di dismenorrea, in due comuni spagnoli, Girona e Castellón de la Plana, si era già discusso di questo problema lo scorso anno. I due consigli comunali sono riusciti a fare includere una clausa ad hoc nei contratti di lavoro: un permesso per le dipendenti per assentarsi otto ore al mese dal lavoro in caso di mestruazioni molto dolorose. Unico dettaglio, quelle ore devono essere recuperate nei tre mesi successivi.
Contemporaneamente, si prevede la riduzione dell'Iva per tutti i prodotti relativi all'igiene femminile e soprattutto la distribuzione gratuita di assorbenti in scuole e centri educativi. Si cerca in questo modo di andare incontro alla cosiddetta period poverty, ovvero alla situazione per cui una donna o un'adolescente non può permettersi l'acquisto di assorbenti, rischiando dunque di perdere giorni di scuola.