In Italia abbiamo un grande problema: i medici e gli infermieri contagiati dal Covid-19. Nella maggior parte dei casi, lo hanno contratto mentre svolgevano il proprio lavoro. Magari è accaduto poco prima dello scoppio dell'emergenza, oppure nei giorni immediatamente successivi, quando le mascherine e gli altri dispositivi di protezione personale scarseggiavano un po' ovunque. Ma ancora oggi si contano nuovi casi. Il risultato è che il 25 marzo abbiamo raggiunto quota 6.205. Il 9% del totale dei positivi.
"Ad oggi l’1% dei medici italiani è contagiato. Alla fine dell’endemia quanti saranno? – ha dichiarato Claudio Cricelli, Presidente della SIMG (Società Italiana Medicina di Medicina Generale) – Un giorno, spero presto, non ricominceremo da zero. Inizieremo dalla scomparsa dell’inutile, del dannoso. La vera necessità di oggi è combattere. Abbiamo paura ma non abbiamo timore. Non temiamo di prestare la nostra opera per le nostre comunità. Tutti i medici in questi giorni lo stanno dimostrando. Abbiamo paura della disorganizzazione e dell’approssimazione".
Una lettera che è più un grido di allarme. "Non siamo carne da macello", prosegue.
Ohga aveva inoltre intervistato Carlo Palermo, segretario nazionale di Anaao-Assomed, l'Associazione dei medici e delle dirigenze sanitarie, che aveva dipinto scandito a chiare lettere quanto fosse inaccettabile tutto questo: "I Dispositivi di protezione individuale devono venire assicurati, non si può transigere su questo punto. Non si tratta di rifornimenti di materiale per un'industria manifatturiera, ma della necessità di garantire la tutela della propria salute a chi è in prima linea".
Sono infatti 40 i medici morti in questa battaglia, ne tiene un elenco puntuale proprio l'Ordine nazionale dei medici (FNOMCeO). "Un monito, una lezione per tutti", scrivono. Pneumologi, pediatri, ma soprattutto medici di Medicina Generale, i primi dai quali ti rechi quando hai un problema. Si sono trovati completamente scoperti di fronte a questa onda che li travolgeva.
Stiamo letteralmente sacrificando i nostri soldati, quelli che chiamiamo eroi. E non è un problema solo del singolo che rimane contagiato e rischia di ritrovarsi presto intubato: è una perdita anche per te. Su Ohga ti avevamo già parlato della grave carenza di personale sanitario che in Italia viviamo da almeno 10 anni, senza che le istituzioni abbiano mai pensato di trovare misure efficaci e non solo emergenziali. Inoltre, chi si ammala impiega anche un mese prima di negativizzarsi e poter tornare in corsia. E nel frattempo, chi potrà occupare il suo posto? Abbiamo chiamato sanitari dalla Cina, dalla Russia, da Cuba. E non abbiamo protetto quelli che avevamo già qui.
Fonte| Istituto superiore di sanità