Coronavirus in Italia: a che punto siamo? La situazione di venerdì 28 febbraio

Sono oltre 600 i casi in tutta Italia, ma i numeri non ti devono spaventare. Ricorda che sono solo 56 i pazienti ricoverati in terapia intensiva e che oltre la metà è in isolamento a casa propria. Non solo, ma sono già 45 le persone ormai guarite.
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Giulia Dallagiovanna 28 Febbraio 2020
* ultima modifica il 22/09/2020

Oggi è una settimana esatta che è esploso il problema del nuovo Coronavirus in Italia. Parlo di un'esplosione perché fino al giorno prima ignoravi del tutto la sua presenza, mentre a partire da quello successivo i contagi sembravano essere ovunque. E chissà quanti ce n'erano stati nelle settimane precedenti e sono stati scambiati per semplici sindromi influenzali.

In ogni caso, ormai 45 le persone che hanno superato l'infezione e sono state dimesse dagli ospedali in quanto "clinicamente guarite", anche se l'ultima verifica sarà quella dell'Istituto superiore di sanità. Inoltre, ricorda che non tutti necessitano di un ricovero. Anzi, al momento sono meno della metà dei 655 contagiati quelli che non sono rimasti a casa propria in isolamento e solo 56 sono in terapia intensiva.

Un'altra ottima notizia arriva da Milano: all'Ospedale Sacco hanno isolato il ceppo italiano del virus e ora si potrà capire se e quanto differisca da quello cinese e come stia mutando questo nuovo agente patogeno. Per ora, sembrerebbe diventare più contagioso, perché si è adattato meglio all'essere umano, ma meno letale.

Nel frattempo si continuano a rimandare eventi anche molto importanti per evitare di creare assembramenti di persone, dove la circolazione del virus è più semplice. L'ultimo in ordine di tempo è il Salone dell'auto di Ginevra, che si sarebbe dovuto tenere dal 5 al 15 marzo. Ma sembra che salterà anche il Salone del Mobile di Milano, previsto per aprile.

In Lombardia

La regione più colpita dal Covid-19, lo avrai ormai capito, è la Lombardia, la quale ospita anche il focolaio più grande d'Italia nel basso lodigiano. Sono 406 le persone risultate positive al test, ma questo non significa che siano tutte intubate o ricoverate in ospedale con gravi complicazioni. Anzi. Per avere davvero un quadro chiaro della situazione, devi sapere che sono solo 2016 quelli che hanno avuto necessità di un letto d'ospedale. Inoltre il numero delle persone che accede diminuisce di giorno in giorno: lunedì sono stati 126, martedì 44 e mercoledì solamente 39. Un segnale chiaro che nella maggior parte dei casi l'infezione può essere superata restando a casa propria.

Secondo i dati della regione Lombardia, i contagi si ripartiscono in questo modo: 159 nel lodigiano, 91 a Cremona, 72 in provincia di Bergamo, 36 a Pavia, 15 a Milano, 10 a Brescia e 5 nella provincia di Monza e Brianza, 3 a Sondrio. Per i restanti 16 ancora non vi sono informazioni su dove si trovino.

Si contano però anche 37 persone guarite, che ora risultano negative ai test e che attendono la seconda verifica da parte dell'Istituto superiore di sanità. E un'altra buona notizia è l'isolamento del ceppo italiano del Coronavirus da parte dei ricercatori dell'Ospedale Sacco di Milano.

Purtroppo ci sono anche 14 decessi di cui tenere conto. Si tratta di persone anziane, per la maggior parte ultraottantenni, e che presentavano patologie pregresse. Dall'ospedale di Cremona arriva poi un vero e proprio grido di aiuto: la struttura è ormai al collasso, dal momento che ospita non solo i residenti ma anche alcuni casi di Covid-19 che arrivano dal lodigiano. Diverse aree della Medicina Interna sono state trasformate in Malattie Infettive, ma ora la struttura ha bisogno di un sostegno dall'esterno per nuovi posti letto.

La Lombardia comunque pensa già alla fine delle misure restrittive e alla ripartenza economica e sociale. L'arcivescovo di Milano, Mario Delpini, ha annunciato che il Duomo riaprirà lunedì 2 marzo, mentre i locali della città possono già ricominciare con il rito dell'aperitivo, a patto che venga servito ai tavoli e nessuno sosti al bancone.

In Emilia-Romagna

Anche l'Emilia-Romagna conta sul proprio territorio un numero elevato di persone contagiate. Oggi il sito ufficiale ne segnala 97: 63 a Piacenza, 18 a Modena, 10 a Parma e 6 a Rimini.  Anche in questo caso, oltre la metà dei pazienti sta aspettando a casa la fine della malattia e la maggior parte di quelli ricoverati non sono in gravi condizioni. Solo 6 si trovano al momento in terapia intensiva.

Non si può comunque parlare di focolaio nella regione dal momento che quasi tutti i tamponi positivi hanno legami con la zona rossa del lodigiano. Solo per i sei di Rimini si sta procedendo con l'indagine epidemiologica per capire da dove sia arrivato il contagio.

Devi poi sapere che qui si è scelta fin da subito una linea piuttosto drastica: a partire da sabato 22 febbraio, tutti i pazienti ricoverati con polmonite sono stati sottoposti a test per il Covid-19 ed è per questa ragione  che stanno emergendo rapidamente tutti i positivi. Nelle altre regioni invece non è ancora stata tentata questa strada.

E sempre in tema di buone notizie, già un paio di persone sono state dimesse dall'ospedale di Piacenza e giudicate "clinicamente guarite", perché non presentano più sintomi. Inoltre, nella stessa struttura è nato un bambino da una delle donne ricoverate: si chiama Fortunato ed è risultato negativo ai test. Si tratta del primo caso in Europa.

In Veneto

Nella seconda regione che ospita una zona rossa, ci sono 116 contagiati. Solo 28, però, sono ricoverati in ospedale, secondo quanto riporta l'ANSA, di cui 8 sono entrati in terapia intensiva. In 63 sono invece asintomatici e stanno quindi rispettando l'isolamento di 14 giorni in casa propria. Per i restanti è in corso l'indagine epidemiologica. Ma anche dal Veneto arrivano buone notizie: sono già tre le persone dimesse e ritenute clinicamente guarite.

Al momento sono coinvolte le aree di Padova, Venezia e Treviso e i decessi sono stati due.

Sembra inoltre che sia stato rintracciato un possibile collegamento tra Vo' Euganeo, il comune del padovano che al momento è in quarantena, e l'altra zona rossa del lodigiano. Si tratterebbe di un uomo di 60 anni di Albettone, un comune limitrofo a Vo', che nei giorni precedenti l'emergenza sarebbe stato a Codogno e ora presenterebbe sintomi influenzali. Non vi sono però conferme dalle fonti ufficiali e ed è inoltre probabile che arrivati a questo punto ricostruire il percorso del virus non sia poi così utile.

In Piemonte

Di confermato, secondo quanto riporta il sito della regione, c'è un solo caso di Coronavirus, ma in almeno cinque sono in attesa della verifica dell'Istituto superiore di sanità. In queste ore si sta però decidendo se tornare o no alla normalità, riaprendo scuole e tornando a popolare le città, nonostante non tutti i casi sospetti abbiano già ricevuto l'esito del test.

In Trentino Alto-Adige

Ci sono stati quattro casi accertati in Trentino Alto-Adige, che ora sono scesi a uno solo. Sono infatti rientrati in Lombardia i tre turisti, due di Cremona e uno di Codogno, che avevano contratto il virus. Rimane invece a Terlano, in provincia di Bolzano, il 31enne che si è ammalato dopo essere entrato in contatto con una zia di Castiglione d'Adda.

Ci sono poi 16 persone che di recente sono state in Cina e ora si trovano in quarantena volontaria.

In Liguria

Sono saliti a 19 i casi in Liguria, per la maggior parte legati al cluster di Alassio e in particolare a due alberghi. In uno di questi aveva soggiornato una turista di 72 anni di Codogno. I restanti sono invece contatti diretti dell'uomo di La Spezia. Anche in questo caso non si può parlare di focolaio sul territorio.

In Toscana

Salgono a 6 i casi accertati in Toscana, ma anche qui abbiamo già una persona dimessa dall'ospedale: il paziente di Pescia, comune in provincia di Pistoia. Nessuno degli altri inoltre risulta grave. Tutti i contagiati hanno avuto legami con il basso lodigiano, il Veneto o il Piemonte e nessuno sembra abbia contratto il virus direttamente nella regione.

Nelle Marche

I casi nelle Marche sono saliti a 6, lo ha confermato il presidente della Regione Luca Crescioli. Si trovano tutti nella provincia di Pesaro e Urbino. Sembra che una coppia di anziani sia in gravi condizioni e parrebbe aver contratto il virus da un parente di Milano che gli aveva fatto visita due settimane fa. Le scuole rimarranno chiuse ancora per questa settimana, anche perché vi sarebbe un caso sospetto tra gli studenti di un liceo, un ragazzo che vive a Rimini.

In Abruzzo

Rimane un solo caso nella regione e, per la verità, è ancora in attesa del tampone di verifica. Si tratta di un cinquantenne di Brugherio, in provincia di Monza e Brianza, che si trovava a Roseto degli Abruzzi, probabilmente in vacanza. Le sue condizioni stanno migliorando e la febbre parrebbe scesa. Nel frattempo sono stati rintracciati tutti i suoi contatti e la regione per ora non ha ritenuto di dover allargare le misure di sicurezza e contenimento ad altri comuni.

In Campania

Sono tre i casi che deve gestire la regione, come ha confermato in un comunicato stampa. Il primo scoperto è stato quello di una ragazza di 24 anni che era andata a Milano con il fidanzato, tornata a Napoli è poi risultata positiva ai test e anche il ragazzo avrebbe la febbre ma non è ancora stato confermato il suo contagio. La seconda invece è una donna di Salerno che lavora come tecnico di laboratorio all'ospedale di Cremona e che in questi giorni era in ferie. Il terzo caso è un uomo di Napoli rientrato da poco da un viaggio di lavoro a Milano. Sono tutti in buone condizioni.

In Puglia

E sono saliti a tre anche i casi in Puglia. Il primo è stato un uomo di 43 anni di ritorno da Codogno e ora ricoverato a Taranto. Sono poi risultati positivi anche la moglie e il fratello. Nel frattempo si cerca di rintracciare tutti i passeggeri del volo Milano-Brindisi che hanno viaggiato assieme al primo contagiato.

In Sicilia

Sull'isola sono stati rintracciati 4 casi di Coronavirus, di cui uno in una donna di Catania che aveva presentato sintomi influenzali dopo essere stata a Milano a trovare la figlia. Al momento si trova in isolamento, ma è solo una precauzione: è già guarita. Gli altri tre sono turisti di Bergamo, tra cui una donna di 66 anni ricoverata all'ospedale Cervella di Palermo e le cui condizioni sono in miglioramento.

All'estero

Avevamo paura che gli immigrati sui barconi ci portassero anche il Covid-19 e invece lo abbiamo fatto noi: il primo caso trovato in Nigeria è un italiano che per ora non presenta sintomi preoccupanti e che si aggiunge all'altro nostro connazionale trovato positivo in Algeria.  Ma abbiamo esportato il virus in diversi altri Paesi, come la Spagna, la Grecia, la Danimarca, la Finlandia, la Macedonia e il Brasile.

Fonti| Regione Lombardia; Regione Emilia-Romagna; ANSA; Regione Piemonte; Regione Marche; Protezione Civile

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