E' ufficiale: il decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri Giuseppe Conte è stato firmato. Nella serata di sabato era circolata una bozza del decreto che aveva scatenato il panico tra i cittadini, che erano letteralmente fuggiti da mezza Italia del Nord.
A tarda notte il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte in una conferenza stampa ha confermato di aver appena firmato il decreto e ha condannato la fuga di notizie che ha portato a veri e propri esodi dalle città del Nord Italia, affollamenti di treni e stazioni e conseguenti assembramenti di persone.
In attesa di poter leggere per intero la versione definitiva del decreto (che è stato modificato rispetto alla bozza diffusa, dopo un confronto con le Regioni), sappiamo che le zone principalmente coinvolte dalle misure restrittive sono la regione Lombardia e altre province italiane: Modena, Parma, Piacenza, Reggio Emilia, Rimini, Pesaro e Urbino, Alessandria, Asti, Novara, Verbano-Cusio-Ossola, Vercelli, Padova, Treviso e Venezia.
"E' successa una cosa inaccettabile: la bozza di un decreto del Presidente del Consiglio, quello che stavamo formando per regolamentare le nuove misure che entrano in vigore subito, è stato pubblicato su tutti i giornali. A quel punto tutti i cittadini hanno letto la versione non definitiva di questo testo e si è generata confusione e incertezza. Ne va della correttezza del Governo, ma soprattutto della sicurezza di tutti gli italiani. Questo non lo possiamo accettare", ha spiegato Giuseppe Conte.
Il decreto che è stato invece firmato dal Presidente Conte istituisce due aree: la prima formata dalla Lombardia e dalle altre 14 province coinvolte, la seconda formata dal resto d'Italia.
In questa zona sono previste le misure più restrittive, tra cui:
Casi in cui è consentito lo spostamento:
"Stiamo affrontando un'emergenza nazionale con misure di massima cautela, con consapevolezza e senza sottovalutarla. Abbiamo scelto il criterio della verità e della trasparenza e adesso ci stiamo muovendo con fermezza e determinazione. Abbiamo 2 obiettivi: dobbiamo contenere la diffusione del contagio e dobbiamo agire per evitare il sovraccarico delle strutture ospedaliere", ha spiegato il Presidente del Consiglio.
"Oggi non esistono più le zone rosse di 2 settimane fa. Non abbiamo più motivo di tenere confinate nei loro territori le persone degli 11 comuni delle prime zone rosse. Oggi abbiamo una zona d'emergenza molto più allargata con misure molto restrittive. Non possiamo più parlare di zona rossa, perché non c'è più un divieto assoluto di spostamenti, ma andranno tutti motivati sulla base delle specifiche indicazioni del decreto. C'è quindi una ridotta mobilità in queste zone", ha continuato il Presidente Conte.
"Vogliamo garantire la salute dei cittadini. Ci rendiamo conto che queste misure creeranno disagi e imporranno sacrifici, ma questo è il momento dell'autoresponsabilità. Dobbiamo capire che tutti dobbiamo aderire, non dobbiamo pensare di essere furbi, dobbiamo tutelare la salute dei nostri cari, dei nostri genitori, ma soprattutto dei nostri noni che sono i più fragili per questo virus", ha concluso Conte.
Fonte| Giuseppe Conte, Presidente del Consiglio