Coronavirus in Lombardia: Emanuele Monti: “Creiamo hub per la quarantena”

Il Presidente III Commissione Sanità e Politiche Sociali di Regione Lombardia rilancia l’idea dell’azione di prevenzione per chi è rientrato dalla Cina o che ha avuto contatti con persone potenzialmente a rischio di essere portatori sani del virus. Mentre si attendono aggiornamenti sulla situazione, Monti conferma: “In Lombardia siamo organizzati e pronti ma bisogna fare il massimo per evitare di peggiorare la situazione”.
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Kevin Ben Alì Zinati 21 Febbraio 2020
* ultima modifica il 22/09/2020

“Proporrò al governatore Fontana di creare subito in Lombardia dei centri hub per chi è stato recentemente in Cina o abbia avuto contatti così da mettere tutti in sicurezza”. È l’idea di Emanuele Monti, Presidente III Commissione Sanità e Politiche Sociali di Regione Lombardia all’alba del quarto italiano (compreso l’italo-americano) contagiato dal nuovo coronavirus. Si tratta di un 38enne, originario di Codogno, che al momento si trova in terapia intensiva dell’ospedale cittadino dopo la positività al virus.

Non ci sono ancora conferme su come sia avvenuto il contagio ma pare che quasi un mese fa, l’uomo abbia incontrato degli amici appena rientrati dalla Cina. La notizia si è sparsa nella tarda serata di ieri sera e oggi si attendono novità dalla conferenza stampa del assessore al Welfare della Regione Lombardia Giulio Gallera. Nel frattempo dalla Regione ritorna l’attenzione sul contenimento preventivo per i possibili portatori del nuovo COVD-19.

Lo spiega Monti: “Il tema non sono i cinesi ma chi è stato in Cina. Eravamo già favorevoli alla quarantena dei cinesi che rientravano in Toscana. Si potrebbero avere dei portatori sani che veicolano il virus e dobbiamo stare attenti a non far esplodere un’epidemia. La Lombardia deve dotarsi delle massime misure per mettere in sicurezza tutti i lombardi e non solo e quindi è necessario che chi può essere a rischio di trasportare il virus debba esser verificato e controllato”.

"Questo caso dimostra che potrebbero essere dei portatori sani che veicolano il virus, bisogna stare attenti a non far esplodere un’epidemia"

Un’idea che, se messa in atto, potrebbe portare confusione e disagi: “Vero, ma ritengo sia meglio questi 20-30 giorni di prevenzione piuttosto che situazioni peggiori”. L’idea del presidente della Commissione Sanità e Politiche Sociali si basa anche sul fatto che, a suo dire, ci sarebbe una percezione distorta tra rischio reale e percepito: “Nelle persone c’è una paura enorme. Il rischio clinico e l’incidenza e mortalità sono più bassi rispetto al sentimento. Le nostre Asst e Ats negli ultimi mesi ricevono centinaia di chiamate al giorno di gente preoccupata. La gente deve capire che c’è un protocollo che funziona e che è a applicato. Noi come regione abbiamo centri di riferimento mondiali tra infettivologia e laboratori. Già ieri sera alle 23 appena è arrivata la notizia il Governatore Fontana ha lasciato la cena a cui eravamo e di notte è corso in comitato di crisi che ha lavorato forte per recuperare informazioni e riscoprire la rete di contatti e persone. Siamo sul pezzo e gli hub confermerebbero ancora di più la nostra organizzazione”.

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