Coronavirus, sono 174 gli infetti sulla nave da crociera bloccata in Giappone, ma potrebbero aumentare

A quanto sembra di capire, non tutte le persone a bordo sono state sottoposte ai test e dunque è ipotizzabile che nei prossimi giorni emergano nuove persone positive agli esami. La Diamond Princess doveva inizialmente rimanere in quarantena fino al 19 febbraio, ma ora il periodo potrebbe venire allungato. Questo è il secondo luogo più colpito al mondo dall’infezione dopo Wuhan, il focolaio dell’epidemia.
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Giulia Dallagiovanna 12 Febbraio 2020
* ultima modifica il 22/09/2020

Aggiornamento del 12 febbraio 2020

Aumentano ancora le persone risultate positive al test per il nuovo Coronavirus, che da ieri si chiama ufficialmente Covid-19: in un giorno ne sono emersi altri 39. In totale sono quindi 174 i casi emersi sulla nave da crociera Diamond Princess, che trasporta 3.700 passeggeri tra membri dell'equipaggio e chi era in vacanza. Al momento è bloccata al porto di Yokohama e vengono fatti sbarcare solo gli infetti, affinché ricevano le cure necessarie in ospedale, mentre tutti gli altri sono confinati nelle proprie cabine con poche ore di uscita concesse.

Una quarantena non proprio ortodossa, dunque, e la domanda è: quanti contagi emergeranno ancora? Dalle voci che arrivano, sembrerebbe che le autorità sanitarie giapponesi non stiano eseguendo controlli a tappeto, perciò non tutte le persone a bordo sono state sottoposte ai dovuti accertamenti. Una circostanza che fa immaginare l'emergere di nuovi casi durante i prossimi giorni. Si poteva evitare tutto questo? Probabilmente sì.

Articolo pubblicato il 10 febbraio 2020

Immagina di essere partito per una crociera tra Cina e Giappone e di essere entrato nel mood "finalmente un po' di relax". Immagina poi che nel frattempo in Cina abbia iniziato a diffondersi un virus che, inizialmente, sembrava poter venire trasmesso solo da animale a essere umano. E quando invece si scopre che il passaggio da uomo a uomo esiste eccome, ormai è troppo tardi: sulla tua nave si è già verificato un caso accertato e, anche se è stato fatto sbarcare giorni prima, l'infezione ormai è stata libera di contagiare tutti quelli con cui era venuta in contatto. Questo è esattamente quello che è accaduto sulla Diamond Princess, la nave da crociera attraccata al porto giapponese di Yokohama, dove durante il fine settimana sono emerse altre 65 persone infette dal nuovo Coronavirus, facendo salire a 135 i casi totali. Se questa imbarcazione fosse una città, sarebbe la seconda più colpita dopo Wuhan, il focolaio dell'epidemia.

Al momento quindi ci sono circa 3.565 persone ancora a bordo, tra passeggeri ed equipaggio, che stanno scontando una quarantena imposta dal governo giapponese. Non potranno dunque abbandonare la nave fino a quando non sarà trascorso il periodo necessario per essere certi che nessuno di loro abbia contratto il virus. Inizialmente la scadenza era fissata per il 19 febbraio, ma è probabile che i nuovi casi accertati abbiano azzerato il conteggio dei giorni e ora siano necessarie ulteriori due settimane.

Tra di loro ci sono anche 35 italiani delle cui condizioni di salute non si può essere certi. Non sono ancora state diffuse infatti le informazioni riguardo alle nazionalità dei nuovi ricoverati. In ogni caso le persone che risultano positive al test per il 2019-nCov vengono fatte sbarcare e ricoverate in ospedale.

Chi invece resta a bordo cerca di far passare il tempo, come puoi vedere dai tweet e dai video postati sull'account Twitter On board the Diamond Princess, creato proprio per scambiarsi informazioni tra i passeggeri della nave e parenti e amici che attendono il loro ritorno.

Sudoku, giochi di società, thai chi e tutti gli altri passatempi che si riescono a trovare o che gli sono stati forniti proprio dalla Princess Cruises, società di cui fa parte la Diamond Princess. E forse in questa situazione ti potranno sembrare dettagli superficiali, ma non è per nulla così. Prima di tutto, è fondamentale che le oltre 3mila persone ancora a bordo rimangano calme mentre sono confinate in uno spazio ristretto e ogni giorno arrivino comunicazioni di nuovi casi accertati. Inoltre, l'ansia e lo stress incidono anche sul sistema immunitario e non è proprio il momento adatto per un abbassamento degli anticorpi.

Ma come è potuto accadere? In realtà, si tratta in gran parte di un colpo di sfortuna. La crociera è infatti salpata da Yokohama lo scorso 20 gennaio, quando il virus era ancora confinato alla Cina e Wuhan non era ancora diventata la zona rossa, isolata dal resto del mondo e con tutte le drastiche misure che il governo della Repubblica popolare avrebbe attivato solo 3 giorni dopo. Insomma, proprio il momento in cui il Coronavirus ha avuto le maggiori possibilità di diffusione: quasi tutti i nuovi casi derivano infatti da quei giorni di confusione e ritardi negli interventi.

E come se non bastasse, anche le autorità sanitarie giapponesi sembrano non aver agito con le dovute precauzioni. Dopo aver fatto sbarcare il primo uomo risultato positivo al test, lo scorso 25 gennaio, non sono stati eseguiti controlli a tappeto, ma solo sulla cerchia di contatti più ristretta. Difficile immaginare di non fare rientrare in questa categoria tutti i passeggeri e l'equipaggio di un luogo chiuso come una nave.

E così, dai primi 19 casi si è arrivati ai 130 totali nel giro di solo una decina di giorni. E la quarantena non è ancora finita.

Fonte| Adnkronos del 10 febbraio 2020

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