Cosa fare se hai la febbre o i sintomi influenzali: chi chiamare e come comportarti in casa

Fino a poco tempo fa, con un semplice raffreddore o poche linee di febbre saresti andato al lavoro comunque. Oggi invece bastano questi pochi sintomi per doverti mettere in allarme: niente panico, ma è importante utilizzare tutte le cautele. Rimani quindi isolato e chiama il tuo medico di famiglia per capire come ti devi comportare.
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Giulia Dallagiovanna 26 Ottobre 2020
* ultima modifica il 06/11/2020

Lo scorso anno in questo periodo iniziavano i primi raffreddori e qualche caso sporadico di influenza. Sapevi con certezza che quel mal di gola era una semplice conseguenza dei primi freddi e che due linee di febbre potevano essere facilmente contrastate con un po' di paracetamolo. Oggi invece la situazione è completamente cambiata: se la temperatura corporea si alza e avverti qualche sintomo influenzale devi, prima di tutto, stare a casa. Non solo, ma se abiti con altre persone, dovresti cercare di mettere in atto ogni accorgimento possibile per non contagiarle. Non è facile, soprattutto se l'appartamento è di dimensioni ridotte ed è presente solo un bagno. Ma proviamo a capire insieme come puoi fare per ridurre al minimo il rischio di trasmettere il virus a chi ti sta vicino.

Cosa fare in caso di febbre

La febbre è un segnale che può indicare diversi tipi di infezione e che può presentarsi spesso all'arrivo dell'inverno. Il problema è che non c'è alcuna possibilità di capire se la causa sia un'influenza o il Covid-19 senza prima effettuare un tampone, dunque dovrai utilizzare la massima cautela. Prima di tutto rimani in casa. Non dovrai infatti recarti all'ambulatorio del tuo medico di famiglia, né al Pronto soccorso dell'ospedale più vicino. La cosa migliore da fare è chiamare il curante o la guardia medica, in caso il primo non fosse reperibile. Descrivi a loro tutti i sintomi e fai mente locale rispetto ai comportamenti e alle situazioni che hai vissuto durante i giorni precedenti: sei stato a contatto con una persona che poi si è rivelata positiva? Ti sei ritrovato in un assembramento, magari perché il pullman sul quale viaggiavi era al completo? Hai indossato sempre la mascherina o qualche volta l'hai dimenticata?

Una volta che insieme avrete capito se vi sia la possibilità che tu sia stato davvero contagiato, il tuo medico valuterà anche la possibilità di sottoporti a un tampone o meno. In ogni caso, è importante che tu rimanga isolato. Indossa una mascherina chirurgica o filtrante senza valvola e decidete una stanza che sarà dedicata solo a te. Quando è possibile, separate anche i bagni.

Cosa fare in caso di sintomi influenzali

Il Covid-19 si manifesta con diversi sintomi e spesso differiscono da persona a persona: mal di testa, tosse, mal di gola, starnuti. La febbre può arrivare dopo qualche giorno oppure non presentarsi mai. Il problema è che tu sarai comunque contagioso e potresti trasmettere il virus alle altre persone. Di nuovo, quindi, è importante comportarsi come se fossi certo di aver contratto il SARS-Cov-2. Dunque, non uscire di casa e indossa una mascherina anche mentre rimani tra le mura del tuo appartamento. Avverti il tuo medico di famiglia e capite insieme come sia più indicato comportarsi. Se non riesci a contattarlo e non c'è una guardia medica disponibile, rivolgiti ai numeri nazionali e regionali indicati sul sito del Ministero della Salute.

Come comportarsi con chi vive con te

Come ti dicevo prima, la priorità è non contagiare la tua famiglia o le persone che abitano con te. Rimani quindi isolato in una stanza e chiedi a tutti di indossare una mascherina quando entrano in contatto con te. Non condividete nessun oggetto di uso quotidiano, come le stoviglie o le salviette per l'igiene personale. Per essere ancora più certo di ridurre il rischio al minimo, separa anche i tuoi rifiuti, soprattutto fazzoletti usati e mascherine, in un bidone a parte. Per gettarli via sarebbe poi una buona idea inserirli in un doppio sacco, chiudendoli per bene entrambi.

Rimani il più possibile isolato e non condividere oggetti di uso comune come stoviglie o salviette del bagno

Infine, ricordatevi di lavarvi spesso le mani e di arieggiare tutti gli ambienti di frequente.

Il tampone

Sarà il tuo medico a decidere se sia il caso o meno di sottoporti a un tampone. Ma anche qualora non ti sottoponga a nessun test, dovrai comunque rimanere isolato per precauzione e osservare tutti gli accorgimenti di cui parlavamo prima.

Se i sintomi peggiorano

Se la febbre dovesse aumentare, se ti accorgessi di avere difficoltà nel respirare o se qualunque altro sintomo peggiorasse in modo preoccupante, non recarti di tua iniziativa al Pronto soccorso. È importante infatti mantenere l'isolamento il più possibile per evitare di contagiare pazienti che magari hanno raggiunto l'ospedale per altre ragioni. Chiama invece i numeri di emergenza, ovvero il 112 e il 118, e attendi l'arrivo dell'ambulanza.

Per quanto tempo rimanere isolato

Non è semplice stabilire per quanti giorni dovresti rimanere isolato e dopo quanto tempo non rappresenti più un pericolo per le altre persone. Ci sono diversi studi che si interrogano proprio su questo quesito. Il consiglio di solito è attendere 14 giorni quando si è certi di avere avuto un contatto con un soggetto positivo, ma non è insorto alcun sintomo. Se invece hai avuto manifestazioni gravi, l'Organizzazione mondiale della sanità raccomanda altre due settimane dopo la scomparsa di queste. In caso di malattia lieve sembra invece che siano sufficienti solamente 9 giorni. Non dovresti però prendere questa decisione da solo, ma chiedere consiglio al tuo medico di famiglia.

Infine, se hai effettuato un tampone, dovrai semplicemente attendere di esserti negativizzato e quindi ricevere un tampone negativo. L'unica eccezione prevista dal Comitato tecnico scientifico in Italia riguarda chi è sempre stato asintomatico: in quel caso è possibile uscire dall'isolamento dopo 21 giorni dalla scoperta del contagio, anche se il test continua a risultare positivo.

Fonti| Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri; Ausl Romagna; Ministero della Salute

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