Cosa significa avere l’utero retroverso e cosa può comportare

Quando senti parlare di utero retroverso o retroversione dell’utero non ti devi spaventare. Sono parole complesse, che però nella maggior parte dei casi non indicano una patologia ma la posizione anatomica dell’utero che, invece di essere appoggiato in avanti, si è inclinato all’indietro. Che cosa comporta?
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Maria Teresa Gasbarrone 23 Agosto 2023
* ultima modifica il 10/10/2023

La retroversione dell'utero si verifica quando l'utero si inclina all'indietro anziché in avanti. Viene comunemente chiamato "utero retroverso" e non è una condizione patologica, quanto una variazione anatomica.

L’utero è l'organo dell’apparato genitale femminile destinato ad accogliere l’embrione durante il periodo di gestazione, normalmente è collocato nella sezione centrale del distretto pelvico e si frappone tra la vescica ed il retto. Di norma l‘utero si colloca in modo tale da determinare, anteriormente, una differenza d’angolo di circa 60 gradi rispetto al bacino.

L'utero, però, può essere disposto in modo diverso, e più esattamente può essere rivolto all'indietro, ovvero in direzione del retto. L'utero retroverso interessa circa 1 donna su 4.

L'utero retroverso può essere "primario", ovvero l'organo assume questa particolare disposizione in modo del tutto naturale durante la fase dello sviluppo. In altri casi, la retroversione dell'utero è "secondaria", ovvero si verifica dopo un'anomalia o una patologia che ha interessato le pelvi, come un'aderenza o un fibroma.

La presenza di utero retroverso non comporta in genere particolari disturbi e non inficia nemmeno la possibilità di rimanere incinta in quanto tale posizione non pregiudica la fertilità perché non si verifica una compromissione della capacità dello spermatozoo di raggiungere l’ovulo

Cos’è l'utero retroverso

Un utero retroverso, chiamato anche utero capovolto, utero retroflesso o inclinato, è una variazione anatomica. Nella maggior parte delle donne, l'utero si inclina in avanti sulla cervice, nei casi in cui è presente retroversione dell'utero, invece, l’utero anziché essere inclinato in avanti (si dice "utero antiverso") e appoggiato sulla vescica, si presenta capovolto, cioè voltato all’indietro, leggermente appoggiato sull’intestino.

In passato, i medici pensavano che un utero inclinato potesse contribuire alla sterilità o comunque a problemi di concepimento. Ma gli esperti ora sanno che la posizione dell'utero non influisce sulla capacità dello sperma di raggiungere l’uovo e di portare a termine una gravidanza, senza complicazioni.

Durante la gestazione, per l'esattezza dal terzo mese, grazie all'aumento del peso del bebè, l'utero si gira spontaneamente in avanti, ossia diventa normo-versoflesso. È destinato a riprendere la sua "normale posizione" solo dopo il parto, senza ostacolare la nascita e lo sviluppo del bambino.

Occasionalmente, può verificarsi un utero fortemente inclinato quando si formano tessuti cicatriziali (aderenze) a causa di condizioni come endometriosi, infezioni o interventi chirurgici precedenti. Sebbene questo possa rendere più difficile il viaggio dello sperma, il concepimento è possibile, anche in questi casi. Tuttavia, dovresti consultare il tuo medico.

Tipologie di utero retroverso

Come detto all'inizio, esistono due tipologie di utero retroverso, "primario" e "secondario":

  • In caso di utero retroverso primario la retroversione è presente già dalla nascita e l’utero ha assunto questa posizione naturalmente durante lo sviluppo;
  • Si parla di utero retroverso secondario quando invece l’utero cambia posizione in un secondo momento, in seguito a un’anomalia nella zona pelvica, più frequentemente a causa di un fibroma, di malattie come l’endometriosi, di processi infiammatori e neoplastici. In questo caso, si tratta quasi sempre di una condizione transitoria. Può comparire anche dopo il parto o dopo un aborto, come conseguenza di un pregresso intervento chirurgico e perfino in menopausa, a causa del rilassamento dei tessuti connettivi.

Cause dell'utero retroverso

La retroversione dell'utero è comune ed è una condizione, che si può definire congenita in molte donne. Il problema, però, può verificarsi anche a causa dell'indebolimento dei legamenti pelvici al momento della menopausa.

Il tessuto cicatriziale o le aderenze nella pelvi possono anche mantenere l'utero in una posizione retroversa. In questo caso le cause sono:

  • Endometriosi: il tessuto cicatriziale endometriale o le aderenze possono far aderire l'utero in una posizione arretrata;
  • Infezioni all'utero o nelle tube;
  • Chirurgia pelvica che può causare cicatrici;
  • Fibromi: i fibromi uterini possono causare il blocco o la deformazione dell'utero o l'inclinazione all'indietro;
  • Malattia infiammatoria pelvica: se non trattata, può causare cicatrici, che possono avere un effetto simile all'endometriosi;
  •  Gravidanza precedente: in alcuni casi, i legamenti che tengono in posizione l'utero si allungano eccessivamente durante la gravidanza e rimangono tali. Ciò potrebbe consentire all'utero di ribaltarsi all'indietro.

Cosa comporta l'utero retroverso

La retroversione dell'utero non causa quasi mai disturbi particolari, né sintomi gravi. Ci sono donne che scoprono questa condizione solo al momento della gravidanza o la sospettano perché sanno che la loro mamma ha la retroversione dell’utero.

Raramente, però, può causare dolore, disagio o le seguenti manifestazioni:

  • dolore alla vagina o alla parte bassa della schiena durante i rapporti sessuali;
  • dolore durante le mestruazioni;
  • difficoltà a inserire gli assorbenti interni;
  • aumento della frequenza urinaria o sensazione di pressione nella vescica;
  • infezioni del tratto urinario;
  • lieve incontinenza;
  • protrusione dell'addome inferiore.

Diagnosi dell'utero retroverso

La diagnosi di utero retroverso avviene attraverso un esame pelvico che mostrerà la posizione dell'utero. Tuttavia, a volte un utero capovolto può essere scambiato per una massa pelvica o un fibroma in crescita. Un esame rettovaginale può essere utilizzato per distinguere tra una massa e un utero retroverso. Un esame ecografico può determinare con precisione la posizione.

Implicazioni dell'utero retroverso in ostetricia e in ginecologia

Come avrai letto all'inizio di quest'articolo, l'utero retroverso non rappresenta un ostacolo a un'eventuale gravidanza, néè causa d'infertilità. Questo perché la posizione assunta dall'utero non pregiudica la fertilità perché non determina una compromissione della capacità dello spermatozoo di raggiungere l’ovulo.

Diverso è il discorso quando l'utero retroverso è associato a particolari condizioni, che invece possono rendere più difficile il concepimento, come nel caso dell'endometriosi.

Chi ha l'utero retroverso deve fare il cesareo?

Una volta iniziata la gravidanza, non c'è nessuna differenza tra una donna con utero anti-verso e un utero retro-verso, a parte una lieve sensazione di peso sul retto, che la donna potrebbe avvertire durante i primi mesi della gravidanza.

Ricordiamo infatti che in caso di gravidanza in presenza di utero retroverso, con il passare del tempo e parallelamente all'aumento del volume dell’utero quasi sempre l'utero tende a raddrizzarsi.

Sono necessari trattamenti per l'utero retroverso?

Non è necessaria una cura per l’utero retroverso, soprattutto se è una condizione anatomica normale. Semmai bisogna curare eventuali cause patologiche come l'endometriosi o le aderenze. Il medico potrebbe consigliare l'uso di  pessari in silicone o plastica. Sono piccoli dispositivi che possono essere inseriti nella vagina per sostenere l'utero in posizione verticale.

In alcuni casi, può essere necessario un intervento chirurgico per riposizionare l'utero e ridurre o eliminare il dolore. Esistono diversi tipi di procedure: quella di sospensione uterina e quella di sollevamento. 

Non c'è modo per prevenire il problema. Il trattamento precoce delle infezioni uterine o dell'endometriosi può ridurre le possibilità di un cambiamento nella posizione dell'utero.

Come gestire i sintomi dell'utero retroverso

Il quadro più frequente che si può verificare in caso di utero retroverso è la totale assenza di sintomi e disturbi, per cui non è necessaria nessuna terapia.

Tuttavia, in casi particolari di dolori o sensazioni di fastidio si può intervenire in  uno dei seguenti modi, in base alle esigenze della singola donna:

  • Farmaci specifici, come antidolorifici, ad esempio in caso di mestruazioni dolorose; antibiotici mirati in caso di cistiti ricorrenti; lassativi in caso di stipsi; terapia ormonale in caso di endometriosi;
  • Esercizi di rafforzamento dei muscoli del pavimento pelvico;
  • Manovra manuale per il riposizionamento dell’utero;
  • Intervento chirurgico – detto "isteropessi"-, ovvero un intervento volto a correggere lo spostamento uterino e a fissare l’organo nella posizione normale.

Ovviamente, qualora ci siano sospetti o presenza di uno dei disturbi sopra detti, non è mai consigliato, né sicuro, procedere con l'automedicazione, ma occorre rivolgersi al proprio medico.

Fonti | Msd Manuals; Fondazione Veronesi; Formativezone; Ivi; Medical Imaging – Sanitaria Iodice

(Scritto da Valentina Rorato il 22 dicembre 2020,
modificato da Maria Teresa Gasbarrone il 23 agosto 2023)

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