Cosa sono e perché sono dannose le foreste fantasma? La FAO crea un programma di monitoraggio

Negli ultimi anni si sono moltiplicati gli annunci di rimboschimento di alcune aree. Esempi di greenwashing che nascondono il fenomeno delle foreste fantasma. Accade in tutto il mondo, ma gli sviluppi di questi programmi non vengono mai monitorati. Ora la FAO lancia un allarme e attiva un monitoraggio dei progetti in corso.
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Francesco Castagna 22 Maggio 2022

Hai mai sentito parlare di foreste fantasma? No, non ti sto descrivendo nessun set di un film. Quello che sentirai è tratto dal mondo reale. Negli ultimi anni avrai sentito di svariate iniziative o programmi molto ambiziosi di rimboscamento e di ripristino della flora. Interventi che hanno aspirazioni locali, altri addirittura globali.

Tutto questo viene fatto (solo) per assorbire CO2 dall’atmosfera e limitare gli effetti del cambiamento climatico? Non proprio, in realtà. Lo denuncia Tim Christophersen, a capo di Nature for Climate con il Programma delle Nazioni Unite per l’ambiente: “Del miliardo di ettari di paesaggio che i Paesi hanno promesso di ripristinare, la maggior parte rimane una promessa piuttosto che una realtà”. Forse questa dichiarazione non ti sorprende, anche se dovrebbe e ti mostrerò ora il perché.

Cosa sono le foreste fantasma

Distese, infinite, a volte nascoste, di alberi e piante che esistono a volte solo sulla carta per diversi motivi. Sono, appunto, le foreste fantasma. Può succedere che le promesse non siano state mantenute, che gli alberi siano stati sradicati e non ripiantati, oppure che quelli piantati siano morti. Per ogni caso c’è un elemento che purtroppo non ti farà piacere conoscere.

Ma andiamo con ordine, partendo da uno dei fatti più sorprendenti. Oltre agli scenari che ti ho appena descritto, si aggiunge la possibilità che queste foreste si creino a causa dei cambiamenti delle placche continentali. Un esempio è la foresta fantasma di Neskowin, in Oregon, formata dai resti di un bosco e riemersa dalla spiaggia dopo 300 anni.

Ma il pericolo di queste foreste, se non lo sapevi, è che sono una vera e propria fonte di gas serra. Uno studio del 2021, pubblicato sulla rivista Biogeochemistry, osserva la situazione delle foreste fantasma lungo la Carolina del Nord. La ricerca mostra come gli alberi morti abbiano un impatto negativo sulla qualità dell’aria, perché nel tempo rilasciano, mentre si decompongono, metano e anidride carbonica. Da qui una riflessione importante che si sono posti i ricercatori dello studio: è necessario inserire nell’elenco delle cause che contribuiscono all’inquinamento ambientale anche le foreste fantasma, per tracciarle e capire come intervenire.

Il greenwashing delle false promesse

E qui arriviamo al punto centrale di tutta la questione: il greenwashing. Devi sapere infatti che la tecnica di “spacciare” per green promesse che non lo sono, o che sono impossibili, non è pratica esclusiva delle aziende private, ma anche delle istituzioni. Peggio, perché vuol dire che i soldi che versi finiscono nelle mani di chi non è in grado di gestirli, rendendoti un complice indiretto di decisioni senza logica. È ciò che sta accadendo, per esempio, nelle Filippine (ma anche in altri posti del mondo a essere sinceri). La costa di Iloilo nelle Filippine doveva essere la protagonista di un programma nazionale di inverdimento, ma ora c’è solo acqua e cielo. Devi sapere che, purtroppo, il 90% di quelle piante è morto. Questo perché il governo ha preferito piantare un tipo di mangrovia più facile da reperire, ma non la più adatta a sopravvivere lì.

Il National Greening Program delle Filippine aveva l’ambizione di piantare 1,5 milioni di ettari di piante tra il 2011 e il 2019. Risultato? Un rapporto della Commissione audit del Paese ha rivelato che l’88% di queste non ha superato i 5 anni di vita.

Spesso accade che le aziende che ottengono gli appalti siano interessate al mero reimpianto e per nulla al successo della piantagione. Per non parlare di quello che ha scoperto la BBC in Mozambico, dove gli abitanti hanno denunciato una situazione paradossale: per piantare nuove piantagioni è stata abbattuta la foresta naturale per fare spazio.

Perciò, proprio per questi cattivi esempi di gestione delle risorse naturali, la FAO ha deciso di attivare un monitoraggio dei progetti volti a ripristinare il paesaggio.