Cosa sono i farmaci biologici e quali malattie possono curare

Un medicinale biologico è un prodotto il cui principio attivo è una sostanza biologica, cioè una sostanza prodotta, o estratta, da una fonte biologica e che richiede per la caratterizzazione e per la determinazione della sua qualità una serie di esami fisico-chimico-biologici, nonché le indicazioni sul processo di produzione e il suo controllo. Conosciamoli meglio insieme.
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Dott.ssa Chiara Speroni Dottoressa in Farmacia
12 Febbraio 2020 * ultima modifica il 12/02/2020

Hai mai sentito parlare di farmaci biologici? E conosci la differenza con quelli tradizionali? Andiamo a scoprirli insieme.

Il decreto legislativo D.L.vo 219/2006 del 24 aprile 2006 definisce il farmaco biologico come segue:

“Un medicinale biologico è un prodotto il cui principio attivo è una sostanza biologica. Una sostanza biologica è una sostanza prodotta, o estratta, da una fonte biologica e che richiede per la caratterizzazione e per la determinazione della sua qualità una serie di esami fisico-chimico-biologici, nonché le indicazioni sul processo di produzione e il suo controllo.”

Tra i farmaci biologici rientrano:

  • I derivati immunologici
  • I derivati dal sangue e dal plasma umano derivanti da donazioni di volontari. I prodotti delle donazioni subiscono processi industriali attraverso i quali possono essere estratte le proteine ed i componenti biologici necessari
  • I vaccini

Quali sono le differenze coi farmaci “classici”?

Rispetto ai farmaci di sintesi che conosci, i farmaci biologici sono molecole con una dimensione maggiore e con struttura e proprietà molto complesse. Proprio per questa loro natura sono sempre sotto controllo sia da un punto di vista qualitativo fisico-chimico-biologico sia nel processo di produzione. A tenere sotto il massimo controllo questi farmaci ci pensa l’unità dirigenziale dei Medicinali Biologici.

Prima di poter accedere al farmaco, il malato avrà un iter da seguire insieme al medico specialista, il quale, dopo aver effettuato analisi preliminari, capirà se l’accesso al biologico possa essere una possibilità di trattamento della sua patologia qualora non abbia avuto buoni risultati con la terapia convenzionale. Sorveglierà e controllerà il percorso del paziente anche durante la somministrazione del farmaco e per il periodo successivo. Questo serve al medico per capire l’andamento della patologia in seguito alla somministrazione del farmaco, per segnalare eventuali reazioni avverse, di allergie, di tollerabilità, ecc. effettuando farmacovigilanza.

Ma come funzionano i farmaci biologici?

Questi farmaci hanno il compito di raggiungere le cellule o le strutture malate agendo direttamente su queste senza danneggiare le cellule e le strutture sane.

Nascono dunque come risposta per il trattamento di patologie oncologiche, autoimmuni, reumatiche (es. artrite reumatioide, psoriasi, ecc), patologie a carico del sistema gastrointestinale (es. morbo di Chron), patologie dermatologiche o post-trapianto.

Alcuni di questi farmaci possono essere dispensati in farmacia dietro prescrizione medica, mentre altri vengono somministrati direttamente nella struttura ospedaliera dove il paziente si reca per la terapia. Andiamo a fare una panoramica sulle patologie in cui è stata approvata la somministrazione di farmaci biologici.

Per le patologie tumorali

Nel corso degli anni sono stati sintetizzati molti farmaci per il trattamento delle patologie tumorali, andiamo a vederli brevemente, magari ne hai sentito parlare.

Abbiamo:

Agenti alchilanti

  • Clorambucile, utilizzato per la leucemia linfatica cronica e linfomi non Hodgkin
  • Ciclofosfamide, utilizzata per il trattamento dei tumori alla mammella e dell’ovaio, linfomi non Hodgkin, leucemia linfatica cronica, sarcomi delle parti molli, neuroblastoma, rabdomiosarcoma, tumore di Wilms
  • Melfalan, utilizzato per mieloma multiplo, tumori della mammella e dell’ovaio
  • Lomustina, utilizzata per i tumori cerebrali
  • Procarbazina, utilizzata per i linfomi non Hodgkin e non Hodgkin, tumori cerebrali
  • Dacarbazina, utilizzata per i linfomi non Hodgkin, melanoma e sarcomi delle parti molli
  • Cisplatino, usato per i tumori polmonari non a piccole cellule, tumori della mammella, della vescica, gastroesofagei, della testa e del collo, dell’ovaio
  • Carboplatino, usato per tumori polmonari non a piccole cellule, tumori della mammella, della vescica, del collo e dell’ovaio
  • Oxaliplatino, usato per i tumori del colon-retto, gastroesofagei e del pancreas

Antimetaboliti:

  • Fluorouracile, tumori della mammella, gastro-esofagei, del colon-retto, del fegato, del pancreas
  • Metotrexato, usato per i tumori alla mammella, del capo e del collo, sarcoma osteogenico, linfomi primari del sistema nervoso centrale, linfoma non Hodgkin, tumori della vescica, coriocarcinoma
  • Citarabina, usata per leucemia mieloide acuta o linfoblastica, crisi blastica in leucemia mieloide cronica 6-mercaptopurina usata per leucemia linfatica acuta

Antineoplastici di origine naturale:

  • Bleomicina, usata per i linfomi di Hodgkin e non Hodgkin, tumori della testa e del collo
  • Doxorubicina, usata per il tumore alla mammella, linfomi di Hodgkin e non Hodgkin, sarcomi delle parti molli, cancro dell’ovaio, tumori del polmone a piccole cellule e non, tumori della tiroide, neuroblastoma
  • Etoposide, tumori del polmone a piccole cellule e non, linfomi non Hodgkin, tumori dello stomaco
  • Mitomicina, usata per i tumori superficiali della vescica, tumori dello stomaco, della mammella, del polmone non a piccole cellule, della testa e del collo (in associazione a radioterapia)
  • Vinblastina, usata per i linfomi di Hodgkin e non Hodgkin, tumori a cellule germinali, della mammella e sarcoma di Kaposi
  • Vincristina, usata per leucemia linfoblastica acuta, linfomi di Hodgkin e non Hodgkin, rabdomiosarcoma, neuroblastoma e tumore di Wilms

Altri neoplastici non appartenenti alle categorie sopra menzionate:

  • Imatinib, dasatinib e nilotinib, usati per tumore al polmone non a piccole cellule, leucemia mieloide cronica, tumori del colon-retto, della testa e del collo
  • Cetuximab e Panitumumab, usati per il tumore del colon-retto, della testa e del collo, del polmone non a piccole cellule, della mammella e del rene

Hai visto quanti ne esistono? E non li abbiamo nemmeno nominati tutti. Ogni giorno sentiamo di nuovi tumori e di quanto sia importante cercare nuove terapie per molti motivi. Abbiamo bisogno di farmaci in grado di arrivare il più vicino possibile al tumore e che siano specifici per quella tipologia di neoplasia, abbiamo bisogno che i farmaci diano sempre meno effetti collaterali o che siano gestibili e non troppo debilitanti per i malati che si trovano già in una situazione molto critica e fragile.Quindi la prospettiva di farmaci biologici per il trattamento di queste patologie ha aperto a tante speranze.

Gli anticorpi monoclonali

Quello che si è trovato sono stati dei farmaci chiamati anticorpi monoclonali. Questi originano da immunoglobuline di tipo umano, diretti su bersagli terapeutici dando quindi speranza in questo ambito. Puoi ben capire che se si riuscisse a trovare un farmaco mirato a quella tipologia di tumore si potrebbe personalizzare il più possibile la terapia farmacologica in base al bersaglio d'azione, es. fattori di crescita, enzimi, recettori, ecc. responsabili dunque della crescita e dell’espansione della lesione neoplastica.

In terapia negli ultimi anni sono stati approvati diversi anticorpi monoclonali. Andiamo a vedere brevemente chi sono:

  • Alemtuzumab, approvato per il trattamento della leucemia linfatica cronica in pazienti che non hanno risposto agli antineoplastici classici (quelli di cui abbiamo parlato prima)
  • Bevacizumab, utilizzato per inibire la formazione dei vasi sanguigni tumorali (quindi l’idea è di non dare nutrienti al tumore), è stato approvato per il trattamento del tumore al colon-retto metastatico
  • Cetuximab, è utilizzato per inibire la crescita tumorale attraverso diversi meccanismi, anche lui trova applicazione nel trattamento del carcinoma colon-retto metastico
  • Gentuzimab, utilizzato per pazienti affetti da leucemia mieloide acuta
  • Panitumumab, approvato per il trattamento del tumore del colon-retto
  • Rituximan, approvato per il trattamento dei linfomi non-Hodkgin
  • Trasruzumab, approvato per il trattamento del tumore alla mammella metastatico.
  • Anticorpi monoclonali in grado di veicolare isotopi al tumore: es. arcitumumab, capromab pendetide, ibritumumab tiuxetan, nofetumomab, satumomab, tositumomab.

Non dimentichiamoci che in ogni caso questi farmaci hanno effetti collaterali da tenere sotto controllo e su cui adeguare le eventuali terapie. Purtroppo, non sono ancora stati sintetizzati farmaci privi di effetti collaterali ed in grado di eliminare completamente i tumori. Certo, si è dato alle persone un’aspettativa di vita migliore, e più duratura, sempre che il tumore venga diagnosticato molto velocemente. Speriamo che nel corso degli anni i farmacologi ed i chimici farmaceutici riescano a darci nuove terapie.

Per l'artrite reumatoide

L’artrite reumatoide è una patologia cronica che coinvolge principalmente le articolazioni ma è in grado di attaccare anche altri organi es. pelle, vasi, cuore, polmone e muscoli. Nelle articolazioni coinvolte dalla malattia si depositano degli immunocomplessi, i quali causano una risposta infiammatoria localizzata. I farmaci biologici utilizzati in questo caso sono in grado di sopprimere la produzione di agenti infiammatori, nell’attivazione dei leucociti e nei processi di migrazione cellulare (meccanismi alla base dell’infiammazione dell’artrite).

Tra i farmaci approvati in terapia ricordiamo:

  • Infliximab, associato a metotrexato, è indicato per la riduzione dei segni e dei sintomi. Purtroppo ha un rischio elevato di di reazioni durante l'infusione ed è in grado di indurre immunogenicità
  • Etanercept, può essere associato a metotrexato per il trattamento della patologia in fase acuta in soggetti adulti qualora la terapia tradizionale sia risultata inefficace, o in bambini tra 4-17 anni che sono risultati intolleranti al metotressato. È somministrato autonomamente dal paziente, non richiede ospedalizzazione. Richiede una maggior frequenza di somministrazione per minor durata del farmaco, possibilità di reazioni locali, utile nel trattamento a lungo termine per buona tollerabilità.
  • Adalimumab, può essere utilizzato in monoterpia o associato a metotressato, è autossiministrato dal paziente, scarsa immunogenicità, utile sia come farmaco di prima scelta che come mantenimento in pazienti che hanno risposto in maniera limitata al metotressato o non hanno risposto affatto.
  • Rituximab (anticorpo monoclonale) utilizzato in associazione a metotressato per il trattamento dell’artrite reumatoide in pazienti con grado severo che non hanno avuto una buona risposta ad altri farmaci o che sono risultati intolleranti ad altri farmaci.

Per le malattie infiammatorie intestinali

Tra le malattie infiammatorie intestinali rientrano Morbo di Crohn e Colite Ulcerosa. Soprattutto nel Morbo di Crohn alla base della patologia c’è l’alterazione dei meccanismi che regolano la risposta linfocitaria. Un fattore importante nella fisiopatologia di queste malattie è una citochina proinfiammatoria chiamata TNF. Questo attraverso meccanismi attiva dei fattori in grado di stimolare la trascrizione genica, la crescita cellulare e l’espansione clonale. L’attivazione del TNF col proprio recettore porta alla liberazione di citochine proinfiammatorie dai macrofagi, l’attivazione e la proliferazione dei linfociti T, la produzione di collagene da parte dei fibroblasti, l’aumento della sintesi di molecole di adesione endoteliali responsabili della migrazione leucocitaria e la stimolazione dek fattori epatici della reazione di fase acuta. Questo può portare all’apoptosi delle cellule attivate. Ed è proprio agendo sul TNF che hanno trovato strada gli anticorpi monoclonali.

I pazienti che rientrato nelle sperimentazioni con questi farmaci sono tutti quelli con patologia attiva, e che non hanno risposto ai cortisonici, alla mesalazina, all’azatioprina o mercaptopurina.

Per le patologie intestinali hanno trovato applicazione:

  • Infliximab
  • Adalimumab
  • Certolizumab

Purtroppo, presentano ancora effetti avversi importanti, andando a sopprimere la risposta linfocitaria il paziente è più debole e suscettibile di patologie infettive anche gravi es. sespsi batterica, tbc, infezioni sistemiche da miceti e molte altre.

Per l'asma

Negli studi effettuati negli ultimi anni in questo ambito, è emerso che IL5 eserciti un’azione selettiva sugli eosinofili in alcuni soggetti asmatici. Quindi farmaci biologi che hanno come bersaglio IL5 possono trovare applicazione nella riduzione dell’infiammazione delle vie aeree e  sul peggioramento dei sintomi dell’asma ed il controllo della malattia. Omaluzimab è un anticopo monoclonale prodotto per ridurre l’infiammazione bronchiale riducendo la frequenza di riacutizzazione della patologia. È riservato a quei pazienti con asma seria controllata in maniera inadeguata da dosi elevate di glucocorticoidi per inalazione asociate ad un broncodilatoatore beta agonista.

Come puoi aver capito, di studi in molti settori ce ne sono tantissimi. Questo per rispondere sempre di più alle esigenze di selettività del bersaglio della malattia con obiettivo finale la riduzione dei numerosi effetti avversi dei farmaci. Speriamo di trovare sempre più farmaci con maggiore selettività e specificità aumentando e migliorando le aspettative di vita delle persone.

Fonti| Katzung – Farmacologia Generale e Clinica; Foye – Principi di Chimica Farmaceutica

Laureata in Farmacia presso la facoltà di Scienze del Farmaco dell’Università degli Studi di Milano. Tesi svolta presso il laboratorio di altro…
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