Cos’è la prosopagnosia, la difficoltà di riconoscere i volti delle persone

Hai mai sentito parlare di difficoltà nel riconoscere i volti? La prosopagnosia, o prosopoagnosia, è un deficit cognitivo-percettivo che non ti permettere di riconoscere il viso delle persone che conosci e, nei casi più gravi, anche il tuo. Le tipologie sono due: congenita e acquisita. Approfondiamo insieme questo problema.
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Valentina Danesi 3 Marzo 2021
* ultima modifica il 02/04/2021
Intervista alla Prof.ssa Federica Agosta Professore associato dell’Università Vita-Salute San Raffaele e group leader dell’Unità di Neuroimaging delle malattie neurodegenerative dell'IRCCS Ospedale San Raffaele

Prosopagnosia è un nome molto particolare, a tratti perfino difficile da pronunciare. Ma sai quale problema indica? La difficoltà nel riconoscere volti, anche familiari. Curioso vero? Approfondiamo insieme un deficit cognitivo tutt’altro che banale.

Cos’è

La prosopagnosia, o prosopoagnosia, è un deficit cognitivo-percettivo che non ti permettere di riconoscere il viso delle persone. Nemmeno di quelle che già conosci, come amici o famigliari. Anzi, nei casi più gravi, non potrai distinguere nemmeno il tuo. Così, davanti allo specchio o a una tua foto, non sarai certissimo di chi sia la persona che stai guardando. La parola "agnosia" significa proprio questo "non conoscere o riconoscere".

Le cause

Puoi sviluppare la prosopagnosia nel corso della vita, in sostanza potresti accorgerti o dubitare di avere questo problema anche da adulto. La causa inoltre può essere sia un danno di tipo neurologico che una condizione con la quale convivi fin dalla nascita.

La causa può essere sia un danno neurologico che una condizione che puoi avere fin dalla nascita.

In base a qual è il tuo caso si può fare una distinzione tra prosopagnosia acquisita o prosopagnosia congenita, detta anche prosopagnosia dello sviluppo.

Prosopagnosia acquisita

Nel caso della forma cosiddetta “acquisita” si tratta di lesioni al cervello riguardanti la porzione inferiore del lobo occipitale, la circonvoluzione fusiforme o la corteccia temporale anteriore dell'emisfero cerebrale destro. Cosa significa tutto questo insieme di termini tecnici? Ti vogliamo dire che una lesione in una di queste tre aree cerebrali, che sono quelle che si “occupano” della percezione dei tratti del viso, dell'integrazione, delle informazioni inerenti l'associazione di un volto noto al nome della persona a cui tale volto appartiene, può causare questo problema. Quando ti parliamo di lesioni nella maggior parte dei casi indichiamo un infarto dell'arteria cerebrale posteriore o a un'emorragia cerebrale con sede nella porzione occipitale del cervello.

Più rari ma possibili sono anche una grave intossicazione da monossido di carbonio, una lobectomia temporale, una grave encefalite, un tumore al cervello, un'atrofia cerebrale a carico del lobo temporale destro, il morbo di Parkinson e la malattia di Alzheimer.

Prosopagnosia congenita

Le sue origini non sono ancora chiare ma è bene che tu sappia che se soffri di questa forma, a differenza di quella che ti abbiamo appena illustrato, non hai alcuna lesione neurologica. Questa è una condizione di cui si sa ancora poco proprio perché è stata scoperta solo di recente. Prima si era soliti pensare che fosse un problema esclusivamente legato ai traumi o alle lesioni di cui ti parlavamo poco fa.

I sintomi

I sintomi della prosopagnosia sono molto chiari: non riuscire a riconoscere il volto di una persona, che sia il proprio o quello di un familiare stretto o di qualcuno che si frequenta con assiduità. Quindi, non riconoscere un viso che dovresti riconoscere senza esitazione, proprio perché lo vedi spesso e fa parte della quotidianità.

Ecco alcune conseguenze di questo problema:

  • fobia sociale (o disturbo d'ansia sociale)
  • difficoltà nell'instaurare solide relazioni
  • difficoltà nell'instaurare nuovi rapporti interpersonali
  • problemi di relazione in ambito scolastico/lavorativo
  • depressione

In ultimo ma non meno importante, quando il problema si riscontra nella sua forma più grave potresti fare fatica anche a riconoscere le espressioni facciali, a stabilire il sesso di un individuo e perfino a riconoscerti in una foto. Quindi se noti che hai frequentemente difficoltà simili non temere di rivolgerti al tuo medico per un consulto. E attenzione, questo deficit non indica che hai o avrai difficoltà di apprendimento.

La diagnosi 

Per capire se sei affetto da questo deficit dovrai fare ricorso alle competenze di un neuropsichiatra che ti somministrerà vari test. Ecco una breve lista di alcuni quesiti:

  • mostrare al paziente foto di personaggi famosi e chiedergli di riconoscerli
  • provare a memorizzare volti di sconosciuti appena visti in fotografia
  • mostrare fotografie di diversi volti e chiedere di indicare differenze e somiglianze
  • cercare di descrivere l'espressione, il genere (maschile o femminile) o l'età più probabile sempre di alcuni volti mostrati in fotografia

Le cure

Non abbiamo oggi una cura per la prosopagnosia, indipendentemente che tu soffra di una o dell’altra forma. Ci sono però altre strade che puoi prendere per aiutarti, delle strategie compensatorie che potranno fungere da training, da esercizio. Ad esempio, provare a riconoscere una persona dalla voce, dal taglio di capelli, dall'abbigliamento, dal modo di gesticolare o dal modo di camminare.

Piccoli ma utili esercizi che ti aiuteranno a vivere meglio la vita di tutti i giorni. C’è solo un limite se poi queste persone cambiano taglio di capelli o conformazione fisica si dovrà “imparare” nuovamente a riconoscere quella persona.

Il parere dell'esperto

Abbiamo sentito sull'argomento la professoressa Federica Agosta, professore associato dell’Università Vita-Salute San Raffaele e group leader dell’Unità di Neuroimaging delle malattie neurodegenerative dell'IRCCS Ospedale San Raffaele. Le abbiamo chiesto di cosa si tratta e quali sono i piccoli “trucchi” per aiutare chi ne soffre:

"Dobbiamo specificare innanzitutto che la prosopagnosia non è una malattia ma un sintomo, una manifestazione clinica che può associarsi o meno ad alcune patologie neurologiche. È la difficoltà di riconoscere visi familiari (o comunque molto conosciuti) e memorizzare nuovi volti.

La maggior parte dei casi di prosopagnosia è il risultato di una lesione cerebrale a seguito di ictus o traumi, che vanno a intaccare aree precise del cervello. Sembra inoltre che il 2% della popolazione generale ne soffra senza aver avuto nulla di tutto ciò, anche se l’epidemiologia su questo argomento è piuttosto latente e quindi non è in grado di darci un quadro preciso in termini numerici. Molto importante in questa problematica è il ruolo che svolge il contesto. Nella vita di tutti i giorni si può riconoscere un viso anche se viene visto in un contesto diverso dal solito. In presenza di prosopagnosia, invece, identificare il volto, anche se familiare e inserito nello stesso contesto di sempre, diventa una difficoltà.

Vorrei sottolineare che per chi ne soffre anche un semplice cambio di look, un taglio di capelli può essere un fattore di disturbo. Ma posso aggiungere che la voce, il profumo… sono tutti elementi – piccoli “trucchi”, se vogliamo – che possono aiutare il paziente a destreggiarsi nel riconoscimento e facilitarlo. Quando, però, si raggiunge la fase più grave la difficoltà sarà non solo il riconoscimento di volti e tratti familiari, ma anche il sesso e le caratteristiche specifiche della persona che si ha di fronte indipendentemente da tutto, anche dal contesto".

Fonte| National Institute of Neurological Disorders and Stroke 

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