“Costruire un mondo più giusto e più sano”: nella Giornata Mondiale della Salute l’OMS invita i Governi ad agire

Giustizia e salute sono due diritti inviolabili dell’individuo. Oggi, nella Giornata Mondiale della Salute, l’OMS chiede ai Governi di tutto il mondo un’azione concreta per garantirli, soprattutto a quelle fasce di popolazioni più povere e discriminate.
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Gaia Cortese 7 Aprile 2021
* ultima modifica il 11/05/2021

“Costruire un mondo più giusto e più sano”. È lo slogan della Giornata mondiale della Salute 2021 che cade oggi, 7 aprile. Si parla quindi di giustizia e di salute, perché quest’ultima deve essere un diritto di tutti. La pandemia, che da un anno a questa parte ha stravolto la popolazione mondiale, ha colpito maggiormente i Paesi dove la povertà, le condizioni di vita avverse e le discriminazioni hanno invalidato questo diritto.

Senza dubbio il Covid ha colpito dove c’erano maggiori diseguaglianze sociali e laddove i sistemi sanitari mostravano evidenti falle da colmare. Ed è per questo motivo che, in occasione della Giornata mondiale della Salute, l’OMS ha voluto lanciare 5 azioni rivolte a tutti i Governi affinché vengano migliorati i servizi sanitari per renderli accessibili davvero a tutti.

Accelerare l'accesso equo alle tecnologie Covid-19

Sviluppati e approvati a velocità record, oggi ci sono dei validi vaccini contro il Covid-19. La sfida ora è renderli disponibili per tutti. Non solo. Sono fondamentali anche materie prime come l'ossigeno medico, i dispositivi di protezione individuale (DPI), i test diagnostici e i medicinali. La disponibilità di questi strumenti fondamentali nella lotta contro il virus (COVAX e ACT Accelerator) deve però essere equa e garantita.

Se anche tu vuoi aderire alla campagna dell’OMS #VaccinEquity, qui trovi la Dichiarazione per l’Equità sui Vaccini (Vaccine Equity Declaration). Un modo per far sentire anche la tua voce.

Investire nell'assistenza sanitaria di base

Almeno metà della popolazione mondiale non ha ancora accesso ai servizi sanitari essenziali; si calcola che più di 800 milioni di persone spendono almeno il 10 per cento del reddito familiare in assistenza sanitaria e le spese vive portano quasi 100 milioni di persone in povertà ogni anno.

A fine pandemia sarà fondamentale evitare tagli alla spesa pubblica per la salute e ad altri settori sociali, in modo da non mettere ancora più in difficoltà le persone già svantaggiate e aumentare così i rischi per la salute. Eventuali tagli indebolirebbero ulteriormente il sistema sanitario: non è forse quello che abbiamo già avuto modo di constatare nel corso della prima ondata?

Va bene evitare tagli, ma occorre anche investire. Secondo l’OMS i Governi dovrebbero spendere un ulteriore 1 per cento del PIL per l'assistenza sanitaria di base, perché se così fosse, nei Paesi a basso e medio reddito, un’operazione di questo tipo potrebbe salvare 60 milioni di vite e aumentare l'aspettativa di vita media di 3,7 anni entro il 2030.

Entro questa data, i Governi devono anche ridurre il deficit globale di 18 milioni di operatori sanitari necessari per raggiungere la copertura sanitaria universale, ciò significa: creare almeno altri 10 milioni di posti di lavoro a tempo pieno a livello globale e lavorare per l'uguaglianza di genere. Le donne forniscono la maggior parte dell'assistenza sanitaria e sociale nel mondo, rappresentando fino al 70% di tutti gli operatori sanitari e assistenziali, ma vengono negate loro pari opportunità per condurla. La soluzione? Garantire una retribuzione pari a quella riservata agli uomini, così da ridurre il divario retributivo di genere.

Dare priorità alla salute e alla protezione sociale

Quante volte si è discusso se fosse più importante proteggersi dal virus o dalle conseguenze socioeconomiche del lockdown? Il Covid ha portato alla perdita di posti di lavoro, all'aumento della povertà, a un diritto all’istruzione messo in grave difficoltà. Oggi più che mai sono necessari interventi e programmi di protezione sociale per mitigare l’impatto della pandemia sulla vita delle persone. Solo attraverso il sostegno alle comunità sarà possibile un'azione concreta ed efficace.

Costruire quartieri sani e sicuri

Per garantire la salute di tutti, non solo è indispensabile migliorare i sistemi di trasporto e le strutture idriche e igieniche, ma anche tutti quegli edifici a scopo abitativo, educativo e ricreativo.

Almeno l’80% della popolazione mondiale vive in aree rurali in condizioni di estrema povertà. Otto persone su 10 non hanno facile accesso all’acqua potabile, 7 persone su 10 non dispongono di servizi igienici di base. È chiaro come per queste comunità siano necessari maggiori investimenti economici in mezzi di sussistenza sostenibili e venga garantito l’accesso alle tecnologie digitali più moderne.

Rinforzare i sistemi di informazione sanitaria

Dove sono più evidenti le diseguaglianze e come trovare una soluzione? Per conoscere le condizioni sociali di un Paese è necessario un efficace monitoraggio nell’ambito del sistema sanitario, e questo è possibile solo attraverso un sistema informativo sanitario nazionale che funzioni bene.

Una recente valutazione dell'OMS ha evidenziato come solo il 51% dei Paesi abbia incluso la disaggregazione dei dati nei rapporti pubblicati sulle statistiche sanitarie nazionali. Così, nella maggior parte dei casi, i dati che mancano all'appello sono proprio quelli delle fasce di popolazione più vulnerabili, povere o discriminate.

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