Cure personalizzate per il tumore al colon: sarà possibile con la biopsia liquida

Le micrometastasi sono molto difficili da individuare e molto frequenti nei casi di tumore al colon-retto, ma la biopsia liquida potrà servire per individuare la presenza di DNA del tumore nel sangue del paziente e di conseguenza quale protocollo di cura utilizzare per il trattamento.
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Valentina Rorato 6 Novembre 2023
* ultima modifica il 06/11/2023

Il cancro del colon è un tumore molto complesso, perché dopo la rimozione della massa, circa un terzo dei malati allo stadio 3 e 2 continua a essere ad alto rischio. È una malattia micrometastatica, radiologicamente invisibile. Esiste però un nuovo strumento, che permette la diagnosi. Si tratta della biopsia liquida, una nuova tecnologia in grado di determinare la presenza del DNA del tumore nel sangue del paziente. Tra l’altro, si può ripetere consentendo così di personalizzare la scelta della terapia sul singolo individuo.

La notizia è stata annunciata dallo studio PEGASUS, i cui risultati suggeriscono che potrebbe essere utilizzata la biopsia liquida nella gestione clinica post-chirurgica per ridurre la tossicità non necessaria della chemioterapia e migliorare la risposta ai regimi chemioterapici standard nei pazienti con cancro del colon in stadio III o in stadio II ad alto rischio. I risultati della sperimentazione, che è uno studio ISS sponsorizzato da IFOM ETS – Istituto AIRC di Oncologia Molecolare di Milano, Italia, e supportato da Guardant Health, sono stati presentati al Congresso ESMO a Madrid, Spagna.

I risultati iniziali mostrano che il 34% dei pazienti con un risultato positivo della biopsia liquida dopo l’intervento chirurgico ha avuto una recidiva del cancro, mentre solo il 10% dei pazienti con un risultato negativo ha avuto una recidiva. Circa il 40% dei pazienti è passato da ctDNA positivo a ctDNA negativo dopo il trattamento, suggerendo l’efficacia del trattamento della chemioterapia per alcuni pazienti.

"Siamo fiduciosi che, una volta confermati dai risultati di numerosi altri studi internazionali in corso sulla biopsia liquida, i nostri risultati potrebbero aiutare a influenzare la modifica delle linee guida di pratica clinica per il trattamento del cancro del colon operabile, supportando la riduzione o l'eliminazione della terapia adiuvante nei pazienti con biopsia liquida negativa e personalizzazione della chemioterapia in caso di mancata risposta molecolare", ha affermato Silvia Marsoni, ideatrice dello studio PEGASUS e responsabile dell'unità di oncologia di precisione dell'IFOM. "Il passaggio dall'attuale paradigma della chemioterapia unica per tutti verso un nuovo paradigma di terapie su misura non è l'unico impatto atteso dello studio PEGASUS. Ci consentirà di esplorare la biologia dei tumori micrometastatici, per i quali dobbiamo trovare terapie nuove e più efficaci”.

Attualmente un numero significativo di pazienti con cancro del colon in stadio II e III non riceve il beneficio atteso dalla chemioterapia adiuvante a causa dei limiti degli attuali criteri prognostici. Esiste una significativa necessità di strumenti prognostici migliori per guidare la gestione clinica in questa popolazione di pazienti" ha affermato Craig Eagle, direttore medico di Guardant Health. "Questi risultati iniziali dello studio sono promettenti e suggeriscono che il test per biopsia liquida Guardant Reveal può fornire uno strumento sensibile per rilevare la MRD e prevedere la recidiva del cancro, aiutando gli oncologi a prendere decisioni informate sul trattamento che migliorano i risultati per i loro pazienti".

Fonte | Post-surgical Liquid Biopsy-guided Treatment of Stage III and High-risk Stage II Colon Cancer Patients: the PEGASUS Trial pubblicato 29 settembre 2023.

Le informazioni fornite su www.ohga.it sono progettate per integrare, non sostituire, la relazione tra un paziente e il proprio medico.