Da punto di forza a bersaglio: la proteina CDK12 potrebbe diventare il nuovo alleato contro il tumore al seno

Un gruppo di scienziati italiani ha individuato un meccanismo molecolare originato a partire dalla molecola CDK12 che, quando attivo, altererebbe il metabolismo delle cellule tumorali favorendone la crescita incontrollata. La scoperta potrebbe aprire la strada trattamenti nuovi e più efficaci contro il tumore del seno.
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Kevin Ben Alì Zinati 24 Maggio 2022
* ultima modifica il 24/05/2022

Punto di forza e anche di maggior debolezza. È il destino di CDK12, la proteina che presto potrebbe regalare nuove speranze contro il tumore al seno diventando il biomarcatore bersaglio trattamenti nuovi e sempre più efficaci.

Il nuovo, decisivo, punto di vulnerabilità è stato portato alla luce da un gruppo di ricercatori guidati dall’Istituto Europeo di Oncologia e sostenuti dalla Fondazione Airc.

In uno studio pubblicato sulla rivista Nature Communications, gli scienziati italiani hanno scoperto un meccanismo molecolare che, quando attivo, altera il metabolismo delle cellule tumorali favorendone la crescita incontrollata. E all’origine dell’intero processo ci sarebbe proprio lei: la proteina CDK12.

Le indagini effettuate sia su animali che su esseri umani hanno confermato che quando la proteina è espressa in maniera esagerata è la responsabile diretta della natura aggressiva, resistente alle chemioterapie e propensa alla metastizzazione del tumore della mammella.

Circostanza che purtroppo si verifica in più del 20% di tutti i tumori mammari umani: capisci, insomma, il ruolo “rivoluzionario” della scoperta. Attraverso la proteina CDK12 i medici ora potranno identificare i tumori da colpire con farmaci anti-metabolici togliendo loro l’energia necessaria alla sopravvivenza e alla proliferazione.

Rivoluzione, sì. Perché come hanno spiegato i ricercatori italiani, da tempo la scienza mirata contro queste neoplasie si era infilata in una sorta di labirinto. Sapevamo da anni che il metabolismo delle cellule tumorali è diverso da quello delle altre ma i farmaci anti-metabolici hanno progressivamente perso efficacia proprio perché non avevamo a disposizione marcatori per identificare in modo preciso chi avrebbe avuto reali vantaggi dalle terapie.

La scoperta di CDK12 invece potrebbe cambiare tutto.

Attaccandone il metabolismo e interferendo con l’abilità delle cellule tumorali a elevata espressione di CDK12 di sfruttare il glucosio per favorire la proliferazione e la sua diffusione metastatica potremmo aprire la strada a nuove strategie per combattere questo tumore.

I risultati dello studio dimostrerebbero, infatti, che elevati livelli di CDK12 costituiscono un biomarcatore utilizzabile per selezionare le pazienti da trattare con trattamenti a base di farmaci anti-metabolici come il metotrexato, già disponibile per la terapia contro il tumore mammario.

Fonte | "CDK12 promotes tumorigenesis but induces vulnerability to therapies inhibiting folate one-carbon metabolism in breast cancer" pubblicato il 12 maggio 2022 sulla rivista Nature Communications 

Le informazioni fornite su www.ohga.it sono progettate per integrare, non sostituire, la relazione tra un paziente e il proprio medico.