Dall’ospedale Gaslini arriva un nuovo trattamento per l’epilessia farmacoresistente nei bambini

Un’equipe multidisciplinare dell’Istituto Giannina Gaslini di Genova ha utilizzato per la prima volta in Italia una tecnica mini-invasiva per curare una particolare forma di epilessia farmacoresistente, gravemente invalidante. Si tratta di un metodo innovativo e meno rischioso rispetto a quello chirurgico tradizionale.
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Federico Turrisi 27 Luglio 2020
* ultima modifica il 23/09/2020

L'epilessia, lo sappiamo, è una malattia estremamente insidiosa in grado di condizionare la vita dei pazienti e dei loro familiari. Ancora peggio quando colpisce in età pediatrica e soprattutto quando si tratta di una forma di epilessia farmacoresistente, che dunque può essere curata solo attraverso la chirurgia.

Un team multidisciplinare composto da neurochirurghi, neuroradiologi, neuropsichiatri infantili e anestesisti dell'Istituto Giannina Gaslini di Genova, una delle nostre eccellenze a livello nazionale, ha applicato per la prima volta in Italia un nuovo trattamento mini-invasivo, più efficace e meno rischioso rispetto all'approccio chirurgico tradizionale, rivolto ai piccoli pazienti che presentano quello che tecnicamente si chiama amartoma ipotalamico.

Che cosa significa questo parolone? L'amartoma ipotalamico è una lesione cerebrale profonda che provoca una epilessia caratterizzata da crisi epilettiche con improvvise risate. "Queste manifestazioni spesso non vengono riconosciute come crisi epilettiche ma interpretate come disturbi di natura psichico-comportamentale. Questa forma di epilessia può esordire molto precocemente, nei primi mesi di vita. Le crisi nel tempo diventano più severe, possono essere associate a perdita di coscienza, cadute, scosse agli arti". spiega il professore Lino Nobili, direttore dell’Unità Operativa Complessa di Neuropsichiatria del Gaslini. "L'intervento chirurgico è il trattamento che può garantire la libertà da crisi e va eseguito il più precocemente possibile per evitare sia il peggioramento dell’ epilessia che la possibilità che nel tempo altre regioni del cervello «imparino» a produrre crisi epilettiche autonomamente".

La tecnica utilizzata dai medici del Gaslini ha un nome piuttosto complicato: termo-ablazione laser stereotassica RM-guidata. In che cosa consiste? Attraverso un piccolissimo foro di trapano sulla scatola cranica, del diametro di 3,2 millimetri, viene impiantata nell'amartoma una sonda laser, con precisione submillimetrica e sotto guida costante in tempo reale di un sistema di neuronavigazione.

"In questo modo abbiamo osservato in tempo reale (e quindi in piena sicurezza) la progressiva distruzione e disconnessione elettrica della lesione che causava le crisi epilettiche del bambino, verificando che l'intervento si svolgesse rispettando l'integrità delle strutture cerebrali circostanti", aggiunge il professore Andrea Rossi, direttore dell’Unità Operativa Complessa di Neuroradiologia del Gaslini. Rispetto alle tecniche precedenti questo sistema riduce le complicanze, aumenta l'efficacia e soprattutto diminuisce i tempi di degenza e il dolore post-operatorio, consentendo al bambino di riprendere una vita normale in tempi rapidissimi.

Fonte | Ospedale Gaslini

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