Danni e alterazioni alle funzionalità del cuore: le sigarette elettroniche fanno male quasi quanto quelle tradizionali

Un nuovo studio dell’Università del Wisconsin dimostra che chi svapa o fuma avrebbe un aumento maggiore della pressione sanguigna, della frequenza cardiaca e della costrizione dei vasi sanguigni rispetto alle persone che non fanno uso di nicotina. Non solo: un peggiore stato di forma e di salute nei fumatori sarebbe stato certificato anche dalle pessime prestazioni nei test da sforzo.
Entra nel nuovo canale WhatsApp di Ohga
Kevin Ben Alì Zinati 3 Novembre 2022
* ultima modifica il 03/11/2022

Non aiutano a smettere di fumare, e questo ormai lo sai. Ma sarebbero anche in grado di alterare le funzionalità del cuore e dei vasi sanguigni allo stesso modo delle sigarette tradizionali.

Le e-cig sono sempre più nel mirino di scienza e medicina perché abbiamo urgenza di dati univoci e soddisfacenti sugli effetti a medio-lungo termine sulla nostra salute. Immesse nel mercato nel 2005, ancora oggi non abbiamo una letteratura scientifica in grado di darci una visione a 360° su questi prodotti.

L’ultimo tassello a questo quadro arriva dalle Scientific Sessions 2022 dell’American Heart Association, dove un gruppo di ricercatori dell’Università del Wisconsin ha presentato i dati di un ampio studio dedicato proprio al confronto tra chi consuma e-cig, chi sigarette tradizionali e chi, invece, non ha mai utilizzato prodotti all’industria del tabacco.

Qui è emerso ciò che la comunità scientifica sospettava e un po’ temeva: le sigarette elettroniche fanno male alla salute del nostro cuore (e non solo) al pari di quanto non facciano quelle tradizionali.

Lo studio Clues è stato condotto tra marzo 2019 e marzo 2022 e ha coinvolto 395 partecipanti: 164 persone che hanno fumato solo sigarette elettroniche per una media di 4,1 anni, 117 persone consumatrici esclusivamente di sigarette tradizionali per una media di 23 anni e, infine, 114 adulti che hanno riferito di non aver mai fumato né svapato.

Con la prima parte dell’analisi, i ricercatori hanno valutato la pressione sanguigna, la frequenza cardiaca, il diametro del arteria brachiale (l'arteria più importante dell’arto superiore) e la variabilità della frequenza cardiaca prima e 15 minuti dopo che i partecipanti hanno svapato o fumato, confrontandole con i valori dei non fumatori.

Cosa hanno scoperto? Rispetto a chi non faceva uso di nicotina, chi svapava o fumava aveva:

  • aumento della frequenza cardiaca: il cuore quindi batte più velocemente di circa 4 battiti al minuto
  • aumenti della pressione sanguigna
  • costrizione dell’arteria brachiale 
  • attivazione del sistema nervoso simpatico, sintomo di stress o pericolo

“Questi risultati suggeriscono peggiori fattori di rischio di malattie cardiovascolari subito dopo lo svapo o il fumo e l'attivazione del sistema nervoso simpatico può svolgere un ruolo nelle risposte avverse osservate immediatamente dopo l'uso di sigarette elettroniche e dopo il test da sforzo 90 minuti dopo” ha spiegato Matthew C. Tattersall, autore principale dello studio.

Nella seconda fase di analisi, i ricercatori hanno poi comprata i tre gruppi di soggetti dopo un test da sforzo, strumento noto per predire gli esiti delle malattie cardiovascolari.

I risultati hanno evidenziato che chi aveva fatto uso di sigarette elettronica o tradizionale aveva fatto registrare risultati significativamente peggiori su tutti e 4 i parametri di esercizio rispetto al gruppo non fumatore.

Non solo. Chi aveva fumato, indistintamente dal prodotto, aveva una minore capacità di esercizio, aveva una riserva di frequenza cardiaca inferiore (quindi una forma fisica più scarsa) e aveva dimostrato un recupero della frequenza cardiaca più lento dopo aver terminato il test da sforzo.

"I nostri risultati sollevano preoccupazioni sui potenziali danni dell'uso cronico dei sistemi elettronici di somministrazione della nicotina, in particolare per le malattie cardiovascolari” ha concluso James H. Stein, direttore della cardiologia preventiva presso UW Health e il Robert Turrell Professore in Ricerca Cardiovascolare presso la Scuola di Medicina e Salute Pubblica dell'Università del Wisconsin a Madison.

Fonte | American Heart Association

Le informazioni fornite su www.ohga.it sono progettate per integrare, non sostituire, la relazione tra un paziente e il proprio medico.