Julius e Patapoutian vincono il Premio Nobel per la Medicina 2021: ecco cos’hanno scoperto

Hanno scoperto i recettori alla base del tatto e che regolano la percezione della temperatura. Per questo motivo hanno ricevuto il prestigioso riconoscimento assegnato dall’Istituto Karolinska. Un ruolo importante lo ha avuto il peperoncino: vediamo perché.
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Giulia Dallagiovanna 4 Ottobre 2021
* ultima modifica il 04/10/2021

David Julius e Ardem Patapoutian hanno ricevuto il Nobel 2021 per la Medicina. Hanno scoperto i recettori che regolano la percezione della temperatura e dei recettori alla base del tatto. L'annuncio è stato fatto da Thomas Perlmann, segretario della giuria del premio assegnato ogni anno dall'Istituto Karolinska, Università situata a pochi chilometri da Stoccolma, in Svezia. Il riconoscimento è pari a 10 milioni di corone svedesi, che convertite in euro sarebbero quasi 986mila.

Chi sono

David Julius, classe 1955, è un fisiologo americano che lavora attualmente all'Università della California, a San Francisco. Il suo lavoro sui meccanismi molecolari che regolano la sensazione del dolore è conosciuto a livello internazionale e gli ha già permesso di vincere lo Shaw Prize in Life Science and Medicine nel 2010 e il Breakthrough Prize 2020 in Life Sciences.

Ardem Patapoutian invece è nato a Beirut, in Libano, ed è un biologo molecolare e neuroscienziato.  Nel 1986 si è trasferito negli Stati Uniti e oggi lavora allo Scripps Research Institute di La Jolla, una quartiere di San Diego, in California. È conosciuto soprattutto per il suo importante contributo all'identificazione di nuovi canali ionici e recettori che vengono attivati dalla temperatura, dalle forze meccaniche o dell'aumento del volume cellulare.

Le ragioni del premio

Come la giuria stessa ha spiegato, la scelta di quest'anno sottolinea l'importanza dei nostri cinque sensi che ci permettono di interagire con il mondo che ci circonda e sono quindi alla base della nostra stessa sopravvivenza. "Immaginate di camminare a piedi nudi in un campo, durante una mattina d'estate. Sentirete il freddo della rugiada, ma anche il calore del sole e la fine trama dell'erba. E sono proprio queste sensazioni che permettono al nostro corpo di capire come regolare la temperatura, di capire come muoversi".

Sono sensazioni che durante la tua vita quotidiana darai per scontate, ma se non avessi avvertito il calore che proviene dalla tazzina di caffè appena fatto, rischieresti di scottarti. Se non sapessi quanta pressione e quanta forza esercitare su quel contenitore, potresti farlo cadere. Insomma, ogni piccola informazione proveniente dal mondo esterno viene comunicata al cervello che la registra e organizza i tuoi movimenti di conseguenza.

Ma come è possibile tutto questo? Sulla tua pelle sono presenti dei recettori che registrano le sensazioni e trasmettono questi impulsi ai nervi. I nervi traducono in segnali biologici le sensazioni provenienti dal tatto, e dal calore in questo caso specifico, che arrivano poi fino al cervello. Il punto è proprio questo: non era mai stato possibile individuare questi recettori fino al lavoro dei due neo-vincitori del Premio Nobel.

Come hanno fatto

Ad aiutare i due ricercatori nel loro studio è stata la capsaicina, ovvero quel principio attivo che rende piccante il peperoncino. Lo saprai anche tu: quando lo mangi, inizi ad avvertire una sensazione di bruciore e un aumento della temperatura corporea che, in alcuni casi, potrebbe addirittura portarti a sudare. In questo modo David Julius ha identificato il sensore nelle terminazioni nervose della pelle che reagisce al calore.

Ardem Patapoutian ha invece utilizzato delle cellule sensibili alla pressione e ha scoperto così una nuova classe di sensori che rispondono a stimoli meccanici nella pelle e negli organi interni.

Queste scoperte sono state fondamentali perché hanno permesso di capire meglio come funzioni il nostro sistema nevoso e come riesca a percepire il caldo, il freddo e gli stimoli meccanici. Tra i risvolti più pratici di queste ricerche, c'è la possibilità di mettere a punto terapie sempre più mirate per il trattamento di diverse malattie tra cui il dolore cronico.

Fonte| The Nobel Prize

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