La demenza senile rientra nella categoria più ampia delle demenze ed è una malattia degenerativa dell'encefalo che, come puoi intuire dall'aggettivo "senile", colpisce le persone anziane, nelle quali provoca un graduale declino delle funzioni mentali, che comprendono la capacità di apprendimento, la memoria, il giudizio e il pensiero.
Come ti accennavo, però, con il termine demenze ci riferiamo più precisamente ad un vasto gruppo di malattie, tutte caratterizzate da sintomi come deficit di memoria o problemi del linguaggio, soprattutto nella fase iniziale, fino ad una perdita totale delle capacità cognitive. In questa lista troviamo patologie che conoscerai sicuramente come il morbo di Alzheimer, ma anche la demenza vascolare.
Per riconoscere la demenza senile, oltre ai segni che ti ho descritto relativi alla sfera cognitiva, devi fare attenzione anche ad altri aspetti, come ad esempio dei lievi sbalzi d'umore oppure un'aggressività fuori dalla norma. Purtroppo, ad essere colpiti dal problema non sono solamente le persone affette, ma anche i loro famigliari e in generale tutto il sistema sanitario, a causa dei costi sostenuti per le frequenti ospedalizzazioni, i servizi sanitari territoriali e il personale di assistenza. Non è un caso, d'altronde, che l’organizzazione mondiale della sanità abbia definito la demenza una priorità di salute pubblica: si stima che in tutto il mondo esistano 45 milioni di persone che convivono con il problema e che queste raggiungeranno i 115,4 milioni entro il 2050.
Come avrai capito, il quadro relativo a questa patologia è piuttosto complesso, per questo potrebbe esserti utile seguirmi nel viaggio attraverso i diversi stadi della demenza senile, per scoprire come inizia, le sue possibili cause e le aspettative di vita per i malati, dato che al momento non esiste una cura definitiva, ma soltanto terapie effettuate allo scopo di migliorare la qualità di vita del paziente e rallentare il decorso della malattia.
Il termine demenza senile viene usato per indicare un ampio gruppo di malattie neurodegenerative dell'encefalo che colpiscono gli anziani e che vengono, più in generale, chiamate demenze per via dei loro sintomi tipici, legati al graduale declino delle funzioni cognitive e sempre più gravi via a via che la patologia progredisce. La malattia di Alzheimer, o morbo di Alzheimer, è probabilmente la più famosa tra le demenze senili, che includono però anche la demenza a corpi di Lewy o la demenza vascolare, che avrai sentito nominare meno spesso.
Anche se è vero che il cervello subisce alcuni cambiamenti fisiologici con l'invecchiamento, tieni presente che il deterioramento delle capacità cognitive di una persona non è per forza legato all'età avanzata, infatti esistono anche demenze che colpiscono i giovani, come l'Alzheimer giovanile.
Con il passare degli anni, infatti, può essere normale notare un declino della memoria a breve termine e una riduzione delle capacità di apprendimento, che però non sono paragonabili agli effetti della demenza senile, che tende a peggiorare con il tempo e porta chi ne è affetto a dimenticare non solo qualche particolare, ma anche interi eventi accaduti, oltre a compromettere la capacità di svolgere normali attività quotidiane, come lavarsi, cucinare o guidare.
È più probabile sviluppare la demenza senile, in media entro circa 3 anni, se hai già sofferto di deficit cognitivo lieve, ovvero un deterioramento delle funzioni mentali che è superiore rispetto a quello normalmente associato all'invecchiamento.
Considera poi che di solito la prevalenza della demenza (la presenza della malattia in una data popolazione, in un dato momento) aumenta esponenzialmente con l’aumentare dell’età e raddoppia ogni 5 anni dopo i 65 anni. Nei Paesi sviluppati la prevalenza dopo i 65 anni è del 5-10%, maggiore nelle donne in larga parte a causa della loro maggiore aspettativa di vita rispetto agli uomini.
Il rischio di sviluppare la patologia aumenta costantemente fino agli 85-90 anni, poi continua ma meno velocemente. La demenza senile ha un decorso anche molto lungo (più di 10 anni) e la morte di chi ne è affetto è solitamente causata dalla malattia di base, (ad esempio, nella demenza vascolare a causa della malattia cardiovascolare sottostante), o dalle modificazioni progressive legate all’età.
Le cause esatte che portano allo sviluppo della demenza senile sono ancora poco chiare, ma si sa che a portare alla malattia è il danneggiamento delle cellule cerebrali, che in questo modo non riescono più a comunicare correttamente, provocando così il declino delle funzioni cognitive di cui ti ho parlato.
Le cellule nervose del cervello subiscono questi danni a causa della malattia di Alzheimer, di cui soffre il 60-80% degli anziani affetti da demenza senile, ma non solo. A scatenare il deterioramento cognitivo possono essere anche la demenza frontotemporale, la demenza vascolare o la demenza a corpi di Lewy, così come il morbo di Parkinson, nei suoi stadi più avanzati.
In alcune occasioni, la demenza può essere reversibile se si cura la sua causa scatenante, come in caso di rimozione dei tumori cerebrali.
Non devi sottovalutare neanche i fattori di rischio, che non causano direttamente la demenza senile ma possono aumentare le possibilità di svilupparla. Tra questi, oltre ovviamente all'invecchiamento, ci sono:
Essendo una malattia neurodegenerativa, la demenza senile può avere un decorso molto lungo, che può durare anche 10 anni, durante il quale a seconda dello stadio della patologia si presentano diversi sintomi, che sono destinati a peggiorare gradualmente con il passare del tempo, mano a mano che le cellule cerebrali vengono danneggiate e muoiono.
Solitamente l'avanzamento della malattia viene suddiviso in tre stadi:
I primi sintomi che accompagnano l'esordio della demenza senile evidenziano già un lieve peggioramento di alcune funzioni cognitive. In questa fase puoi notare:
Con il progredire della malattia, i sintomi iniziali si aggravano e diventano sempre più importanti. In particolare, una persona affetta da demenza senile allo stato intermedio mostra anche:
La fase più avanzata della demenza senile può durare diversi anni ed è caratterizzata da un ulteriore aggravamento del quadro dei sintomi, che comprendono:
Oltre a tutti i sintomi che ti ho descritto legati strettamente al decadimento cognitivo, chi soffre di demenza senile presenta solitamente una serie di disturbi comportamentali e dell'umore, a volte fin dalle prime fasi. Ad esempio, può esserci un'instabilità emotiva che comporta un passaggio frequente tra ansia, euforia, depressione e agitazione, sensazioni a volte accompagnate da allucinazioni, manie o paranoie difficili da gestire.
Inoltre, l'aggressività rientra tra i sintomi più comuni delle fasi avanzate della demenza senile, quando lo stato di confusione in cui si trova la persona può portarla a interpretare erroneamente alcuni gesti, anche offerte d'aiuto, come delle minacce.
Anche le alterazioni del sonno, l'apatia o l'irrequietezza rientrano tra questi disturbi, ma a livello più generale chi è affetto da demenza può risultare incapace di comportarsi in modo socialmente adeguato o accettabile, ad esempio gridando per esprimersi, spogliandosi in pubblico se si ha caldo o tendendo a vagabondare senza una meta.
Dato che non esiste un esame specifico per diagnosticare la demenza senile, il medico partirà prima di tutto da un esame obiettivo e dall'anamnesi, per comprendere i sintomi riportati dal paziente e la sua storia clinica, che include l'eventuale presenza in famiglia di disturbi simili, l'assunzione di farmaci e maggiori informazioni sulla comparsa delle prime manifestazioni.
Il percorso diagnostico include anche un esame dello stato mentale, che valuta in particolare le capacità di memoria e di ragionamento, e un esame neurologico approfondito mirato ad indagare un possibile declino delle funzioni mentali, esaminando anche i cambiamenti d'umore.
Altri esami, per esempio i test di laboratorio per l'analisi del sangue, delle urine o la misura della glicemia, vengono effettuati principalmente per ottenere una diagnosi differenziale, ovvero per escludere altri disturbi o patologie.
La demenza senile ha un decorso molto lungo, a volte anche superiore ai 10 anni, caratterizzato da stadi differenti in cui i sintomi peggiorano gradualmente per via della perdita progressiva delle funzioni cerebrali, causata dalla morte dei neuroni e dei loro collegamenti (sinapsi).
Con il progredire della malattia, il paziente affetto da demenza arriva a perdere completamente o quasi le capacità cognitive, diventa incapace di muoversi o riconoscere altre persone, ma non solo. Le difficoltà a deglutire potrebbero portarlo a smettere di mangiare, oppure è possibile che sviluppi infezioni come la polmonite da aspirazione di cibo. Nella fase terminale, poi, sopraggiungono il coma o direttamente la morte, spesso provocata dalle stesse malattie infettive.
La durata del decorso dipende ovviamente dal tipo di demenza: se per i malati di Alzheimer la patologia può portare al decesso in circa 10 anni, altre demenze possono svilupparsi più velocemente oppure più lentamente.
Non esiste un trattamento risolutivo per la demenza senile, motivo per cui l'unica cosa che si può fare è somministrare dei farmaci in grado di alleviare i sintomi legati al declino cognitivo e i disturbi comportamentali. Tra questi ci sono Donepezil, Rivastigmina e Galantamina, utilizzati in particolare nella cura del morbo di Alzheimer o della demenza da corpi di Lewy: si tratta di medicinali in grado di aumentare i livelli di acetilcolina, cruciale per la comunicazione delle cellule nervose, mentre la Memantina può rivelarsi utile per migliorare la funzione mentale.
Tra gli altri farmaci, utilizzati per gestire stati emotivi instabili o problemi comportamentali, ci sono a seconda dei casi anche gli antipsicotici, antidepressivi e anticonvulsivanti.
Sul fronte della ricerca, invece, ad oggi si sta considerando la possibilità di impiantare dei neuroni su microchip per riattivare la comunicazione tra le cellule cerebrali che viene interrotta con l'insorgere della demenza.
Se vivi o passi molto tempo insieme ad una persona affetta da demenza senile dovrai adeguare il tuo comportamento, dato che le interazioni potrebbero essere condizionate, oltre che dal declino cognitivo, anche da sintomi come l'aggressività o la tendenza a sentirsi minacciato senza un vero motivo.
Ecco perché, se vuoi comunicare con un paziente che soffre di demenza è importante cercare di essere il più accogliente possibile, utilizzando frasi brevi, semplici e chiare, oltre a porre le domande con pazienza e gentilezza, evitando di innervosirti in caso di mancate risposte o di comportamenti socialmente non conformi al contesto.
Oltre ai fattori di rischio, ne esistono altri che invece sembrano essere in grado di diminuire le possibilità di sviluppare la demenza senile, anche se non ti proteggono completamente dal rischio. In particolare, pare che una condizione economica agiata, un buon livello di educazione e l'apprendimento di più di una lingua (bilinguismo) siano in grado perlomeno di ritardare l'insorgere della malattia, aumentando le capacità del cervello di compensare alla degenerazione neuro-cognitiva.
Infine, anche un'attività fisica regolare e una vita sociale attiva rientrano tra i fattori preventivi, oltre ad un'alimentazione corretta mirata a evitare l'obesità.
Fonti | MSD Manuals; Gruppo San Donato