Cos’è e perché si usa la diga dentale di gomma

Vediamo insieme cosa è la diga dentale, uno strumento importantissimo usato dal dentista. Scopriamo insieme cos’è, a cosa serve, come si mette e se fa male.
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Dott. Fabio Cozzolino Specialista in Implantologia e Parodontologia
29 Aprile 2021 * ultima modifica il 20/07/2022

Sarà capitato a tutti di sedersi sulla sedia del dentista per curare una carie o fare una devitalizzazione di un dente. Si procede con l’anestesia e poi con la diga dentale di gomma.

Cos'è la diga dentale? Si tratta di un velo sintetico in genere in lattice con uno o più fori che circonda l’area dell’operazione. Il tutto mantenuto da una serie di ganci e sostegni metallici. Inutile dirlo: può essere fastidiosa. Anzi, in alcuni casi fa male inserirla senza anestesia ed è difficile anche sopportarla per la durata dell’intervento.

Ma i dentisti sanno, e dovrebbero comunicarlo a tutti i pazienti, anche quelli più insofferenti e avversi all’inserimento della diga di gomma, che questo elemento è fondamentale per la buona riuscita del lavoro svolto. Qual è il motivo? Approfondiamo insieme  l’argomento.

Cos’è la diga dentale di gomma

Si tratta di un velo in lattice o materiale paragonabile, di solito color verde chiaro o azzurro, che serve a isolare il dente o i denti coinvolti nell’attività di cura e ricostruzione.

Il compito di questo presidio sempre presente negli studi odontoiatrici è quello di isolare, evitare contaminazione microbica che potrebbe minare la bontà dell’operazione e mantenere il campo pulito. Le componenti di questo strumento di lavoro indispensabile per il dentista:

  • Velo di lattice
  • Morsetti
  • Telaio di metallo

Per inserire il velo si usano speciali pinze che servono ad aprire i morsetti che permettono alla diga di rimanere aderente al dente o ai denti da curare. Ed è questa, forse, la fase più difficile da affrontare per i pazienti. D’altro canto tutto ciò è imprescindibile. Il motivo? Vediamolo insieme.

A cosa serve la diga in lattice

Tutti i dentisti, ormai, usano la diga di gomma per le operazioni odontoiatriche. Le motivazioni sono differenti, alcune facili da intuire ma altre particolarmente tecniche. Però tutte devono essere approfondite e valutate con cura, soprattutto dai pazienti.

In primo luogo la diga in lattice protegge da detriti, scarti, sostanze chimiche e piccoli attrezzi che potrebbero essere ingeriti. In alcuni casi i rischi possono essere anche importanti.

Inoltre, anche se scomoda, permette al dentista di operare meglio anche quando si fanno operazioni complesse. L’aspetto più importante, però, è l’isolamento batterico.

Quando si lavora con la conservativa, quindi otturazioni e ricostruzioni dopo aver pulito una carie, o con l’endodonzia, quindi le devitalizzazioni, l’area deve essere perfettamente protetta dai batteri presenti nella saliva e soprattutto nel respiro del paziente altrimenti possono rimanere nei canali o nell’area di restauro del dente.

La mancanza della diga può portare a contaminazioni, granulomi e riduzione della durata di un’otturazione che dopo qualche anno si andrà a variare lungo il margine contaminato dell’otturazione stessa. In sintesi, il rischio evidente è quello di dover ritornare dal dentista per rifare la stessa otturazione che non è andata a buon fine proprio perché non è stata usata la diga. Spesso poi la terapia può diventare sempre più complessa fino all’ estrazione del dente.

Come si mette la diga dentale

Spesso il paziente si chiede cosa stia succedendo nella sua bocca nel momento in cui il dentista monta la diga di gomma. In realtà sono operazioni di routine in teoria semplici: a volte la difficoltà emerge con i denti più lontani, tipo i molari magari solo parzialmente erotti – non completamente fuori dalla gengiva – ma tutto si risolve alla fine. In che modo?

Il dentista prende un telo di lattice, esegue un buco con la pinza fora diga e si assicura della sua perfetta circolarità e pulizia dei bordi. Questo passaggio è importante per la qualità del risultato. Proprio come la scelta degli uncini, i fermagli che si agganciano al dente.

Si posiziona la diga sul dente da curare in modo da farlo uscire dal foro effettuato, si inserisce l’uncino allargato grazie alla pinza porta uncini che esegue una forza inversa. Ciò significa che premendo le leve, il dentista non chiude le ganasce ma le apre. In questo modo allarga il fermaglio e lo posiziona: una volta lasciata la presa della pinza la diga è sistemata. Bisogna montare l’archetto, il telaio che tiene teso il velo di materiale plastico.

La diga di gomma si deve usare sempre?

Nel momento in cui si praticano terapie canalari (devitalizzazioni) e ricostruzioni dopo cura di carie in chiave conservativa la diga è indispensabile. Ogni dentista dovrebbe avere cura di sistemare al meglio questo telo e i pazienti dovrebbero essere informati rispetto all’obbligo tenuto da ogni dentista di dover usare questo strumento per la tutela del lavoro.

Vero, in alcuni casi può essere fastidiosa. Però questa copertura tutela da diversi inconvenienti. In più permette di sbadigliare e muovere la bocca. I tempi dell’operazione si accorciano, non c’è rischio di ferire le guance e, soprattutto, il lavoro finale sarà migliore e più duraturo.

Soprattutto tende a durare di più. Quindi bisogna usare la diga di gomma senza timore. Anche per i soggetti allergici al lattice. Infatti esistono dei prodotti che svolgono la stessa funzione ma sono composti da materiale che non provocano alcuna reazione allergica.

In nessuna occasione è ammesso non usare la diga di gomma e bisogna diffidare dei dentisti che non la usano per otturazioni e devitalizzazioni. Infatti mentre l'utilizzo di un microscopio o un sistema ingrandente è indice di qualità la diga di gomma è un presidio indispensabile per ogni otturazione o devitalizzazione.

Per questo non utilizzare la diga oggi non è accettabile.

Odontoiatra parodontologo e implantologo, iscritto all’ordine il 23/06/1997 con N° TO 1968. Fondatore di Zerodonto, blog di odontoiatria con cui ha altro…
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