Disbiosi intestinale, perché la tua flora batterica si altera?

La disbiosi intestinale è un’alterazione della flora batterica che può mettere ko il tuo intestino, creando stati di stitichezza, di diarrea ma anche provocandoti forte stanchezza e mal di testa. Da che cosa dipende e come si cura? Non è una condizione patologica e si può risolvere, nella maggior parte dei casi, cambiando stile di vita.
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Valentina Rorato 16 Dicembre 2019
* ultima modifica il 07/12/2022

Mangiare male, essere molto stressati e non fare movimento. Più della metà della popolazione fa i conti almeno con una di queste tre cattive abitudini e spesso a percepire il problema è solo il tuo secondo cervello, l’intestino, che manifesta una disbiosi intestinale, ovvero un’alterazione della flora batterica intestinale.

Che cos’è la disbiosi intestinale

La disbiosi intestinale è una alterazione della flora batterica intestinale o alterazione del microbiota intestinale. Nel tuo intestino ci sono numerose colonie batteriche (più di 1000 ceppi abitano il colon) e hanno un ruolo fondamentale nella salute del tuo corpo. Quando queste popolazioni vengono “disturbate” perché mangi male, non ti muovi abbastanza, hai assunto troppi farmaci o semplicemente sei molto stressati, si crea quella che viene chiamata disbiosi, che porta con sé tantissimi disturbi intestinali, tra cui di frequente stipsi o diarrea.

Per rendere ancora più facile l’idea, immagina che il tuo intestino sia popolato da microorganismi buoni (che sono i tuoi supereroi). Tu, con il tuo stile di vita, devi difendere il loro mondo perfetto in cui vivono, se non lo fai possono arrivare i batteri cattivi. La disbiosi non è solo di carattere batterica, perché può riguardare anche funghi e parassiti. Potrebbe essere un’alterazione quantitativa o qualitativa dei microrganismi presenti. L’eubiosi, al contrario, indica una composizione ideale sana. Qual è il compito della flora batterica intestinale?

  • Regolazione del sistema immunitario
  • Inibizione della crescita dei batteri patogeni
  • Rinnovamento delle cellule intestinali
  • Fermentazione della fibra
  • Assorbimento di zuccheri, nutrienti e minerali
  • Produzione delle vitamine K, B1, B6, B9 e di arginina, glutatione, monossido di azoto e poliammine
  • Degradazione delle molecole proteiche
  • Detossificazione di sostanze nocive o cancerogene

Tipologie di disbiosi

Le possibili tipologie di disbiosi intestinale sono soprattutto tre:

  1. Disbiosi carenziale: quando il deficit di flora batterica intestinale è causato da un’alimentazione povera di fibre solubili o ricca in alimenti precedentemente sottoposti a processi di sterilizzazione o da una terapia antibiotici.
  2. Disbiosi putrefattiva: la causa è una dieta eccessivamente ricca in grassi e carni, povera in fibre. Questa condizione può favorire la stitichezza o l’emissione di feci poco formate ed oleose.
  3. Disbiosi fermentativa: la causa è una dieta troppo ricca di fibre insolubili che, non potendo essere digerite dal sistema batterico causa di gonfiori addominali, borborigmi, gastralgie, flatulenze e, l’alternanza di stipsi e diarrea.

I sintomi

I sintomi della disbiosi intestinale sono numerosi e non tutti riguardano l’intestino. Alcuni possono essere anche di carattere neurologico.

  • Irregolarità del tratto intestinale
  • Meteorismo
  • Alitosi
  • Dolore addominale
  • Diarrea
  • Stipsi
  • Disturbi della digestione
  • Stanchezza
  • Disturbi del sonno
  • Cefalea
  • Reflusso gastroesofageo
  • Ricorrenti infezioni genitali
  • Stanchezza

Le cause

Le cause della disbiosi intestinale sono quasi sempre da ricondurre allo stile di vita: mangiare male, seguire una dieta sbilanciata, magari troppo proteica o troppo ricca di cibi grassi e ricchi di zuccheri, prendere farmaci per lunghi periodi (dagli antibiotici ai lassativi, dagli antiacidi con inibitori della pompa protonica alle terapie ormonali), ma anche essere ansiosi e stressati.

Sono finiti nell'occhio del mirino anche gli additivi alimentari e i residui ormonali o antiparassitari, che possono trovarsi sia nelle carni sia nelle verdure. Inoltre, questa condizione può essere favorita da alcune patologie di cui già soffri: malattie epatiche, pancreatiche, gastriche e delle vie biliari, disturbi di malassorbimento e le varie patologie enteriche.

La diagnosi

Per una diagnosi di disbiosi intestinale bisogna eseguire degli esami. Il più comune è breath test, ovvero il test del respiro, durante il quale ti viene somministrata una quantità di un nutriente noto. Vengono poi valutate le concentrazioni dei marker di normale o alterato metabolismo intestinale della sostanza. Il medico, che dovrebbe essere un gastroenterologo, potrebbe richiedere l’esame delle urine (che ultimamente è stato soprannominato test per la disbiosi o disbiosi test) e la coprocultura e il ph delle feci, che sono esami microbiologici finalizzato alla ricerca di particolari microorganismi e ovviamente all’acidità.

I rimedi

I rimedi per la disbiosi intestinale sono di diverso tipo, ma come obiettivo hanno quello di ristabilire l’equilibrio della flora intestinale. Oltre a curare l’alimentazione e, ovviamente, a correggere le cattive abitudini a tavola, ti sarà chiesto di assumere dei probiotici  e dei prebiotici. Inoltre, il medico potrebbe consigliarti degli integratori a base di acido butirrico, acido caprilico, acidi grassi a corta e media catena, glutammina, inulina, fermenti lattici, simbiotici, lattitolo, polidestrosio, echinacea, idraste ed estratto di semi di pompelmo. Nei centri specializzati, molto spesso consigliano l’idrocolon-terapia, le insufflazioni di ozono-terapia e l’utilizzo di sostanze bioattive a livello intestinale.

Quanto dura

Quanto dura la disbiosi intestinale? Prima di tutto bisogna comprendere che la disbiosi non è una malattia ma è l’alterazione di un equilibrio che può essere causato da una malattia o può favorire dei disturbi grastrointestinali. Ciò vuol dire che non esiste una durata precisa. I tempi si possono stimare sulla terapia: in linea di massima l’assunzione di integratori e il cambio di dieta dovrebbero dare dei risultati dopo almeno tre mesi.

La dieta per la disbiosi

La dieta per la disbiosi deve essere prima di tutto sana e ben equilibrata: ciò vuol dire che non bisogna eccedere con i grassi, con le proteine e con gli zuccheri. Sono da bandire i regimi mononutrizionali. Devi ovviamente consumare alimenti prebiotici e fermentati, dallo yogurt al kefir. Sono poi importanti i cibi ricchi di vitamine A, B, C ed E, ma anche di acidi grassi essenziali, di magnesio, calcio, selenio e di amminoacidi di zolfo. Via libera quindi ad alimenti integrali e legumi (all’inizio meglio in piccole quantità) e a verdure a foglia verde (cotta per facilitarne la digestione)

Devi evitare i cibi confezionati e raffinati, le patate, i prodotti lattiero-caseari, gli zuccheri e i dolcificanti, le banane, i funghi e le noci.  È importante non fare pasti troppo abbondanti o mescolare troppo alimenti (potresti sovraccaricare la digestione). Inoltre, è bene ridurre o eliminare del tutto il consumo di alcolici.

Fonte| Centromedicinabiologica

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