Dj Fabo, Marco Cappato è stato assolto: perché questa sentenza è importante anche per te

Per la seconda volta un tribunale afferma che l’aiuto al suicidio, in determinate circostanze, non è reato. Il caso è sempre lo stesso: Marco Cappato a processo per aver accompagnato Fabiano Antoniani in Svizzera per accedere al suicidio assistito. Dopo la sentenza della Corte Costituzionale, ora arriva l’assoluzione dalla Corte d’Assise di Milano. Ma perché questa decisione riguarda anche te?
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Giulia Dallagiovanna 23 Dicembre 2019
* ultima modifica il 22/09/2020

"Il fatto non sussiste". In altre parole non si è trattato di aiuto al suicidio. I giudici della Corte d'Assise di Milano hanno assolto Marco Cappato, tesoriere dell'Associazione Luca Coscioni, che si era autodenunciato dopo aver accompagnato Fabiano Antoniani, in arte Dj Fabo, in Svizzera per poter accedere al suicidio assistito. In realtà, si trattava di una sentenza che ci si aspettava dopo la decisione della Corte Costituzionale che stabiliva a chiare lettere come non si trattasse di reato in presenza di determinate condizioni. Ma che sia ufficialmente arrivata è una buona notizia non solo per l'imputato, ma anche per te: ora il Parlamento si trova davanti al secondo pronunciamento che afferma la libertà di autodeterminazione di una persona malata. Si fa quindi sempre più urgente la necessità di una legge definitiva.

A richiedere l'assoluzione è stato lo stesso procuratore aggiunto, Tiziana Siciliano, che ha confermato la scelta compiuta già il 14 febbraio 2018. È stata lei stessa a commentare: "È una giornata storica e un grande risultato perché la decisione della Corte realizza  pienamente il significato dell'articolo due della Costituzione che mette l'uomo al centro della vita sociale e non anche lo Stato. Ora è compito del legislatore colmare le lacune che ancora ci sono".

Continua a mancare una legge del Parlamento che riempia il vuoto legislativo e prenda posizione sull'eutanasia

Sì perché da quando Fabiano Antoniani, e prima di lui Piergiorgio Welby, Beppino Englaro e tanti altri, hanno chiesto che i trattamenti di fine vita, come eutanasia e suicidio assistito, diventassero legali in Italia, i passi avanti sono stati piuttosto lenti. Oggi hai la possibilità di redigere un testamento biologico nel quale dichiarare la tua volontà o meno di ricevere specifici trattamenti medici, come l'alimentazione e l'idratazione forzate, in caso tu sia affetto da una patologia irreversibile che ti provochi sofferenze fisiche e psicologiche insopportabili. Non puoi ancora però decidere che per te è arrivato il momento di andartene in modo più sereno e rapido, attraverso tecniche che in altri Paesi vengono già praticate da anni.

Questa nuova sentenza, dunque, ha proprio questa funzione: far valere quegli articoli della Costituzione che mettono le necessità del malato al centro della discussione e ricordare al Parlamento che è sua responsabilità riempire quel vuoto legislativo che continua ad esistere.

Fonte| Associazione Luca Coscioni

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