Dove si sono fatti più vaccini antinfluenzali, ci sono stati meno morti per Covid: lo studio del Monzino

Lo studio messo a punto dai cardiologi del Monzino e pubblicato sulla rivista Vaccines suggerisce un potenziale ruolo del vaccino contro l’influenza nella pandemia da Coronavirus. L’ipotesi degli esperti è che la vaccinazione possa effettivamente rafforzare il sistema immunitario anche contro altre patologie infettive, come la Covid-19.
Entra nel nuovo canale WhatsApp di Ohga
Kevin Ben Alì Zinati 29 Settembre 2020
* ultima modifica il 29/09/2020

Te lo starai chiedendo da quando l’estate ha lasciato il posto all’inverno: che ruolo può avere il vaccino antinfluenzale in questa pandemia da Coronavirus? Finora i medici hanno sottolineato che può diventare uno strumento importante in fase di diagnosi: una volta vaccinati, confondere l’influenza con una potenziale infezione da Sars-Cov-2 dovrebbe essere più difficile. Ora però un nuovo studio del centro cardiologico Monzino, pubblicato sulla rivista Vaccines, apre un altro scenario. Già, perché secondo gli autori il vaccino contro l’influenza potrebbe contrastare l’espansione del virus, l’aumento degli accessi in terapia intensiva e quindi anche dei decessi.

Le statistiche

I cardiologi del Monzino hanno messo a confronto i dati sulla copertura delle vaccinazioni antinfluenzali nella popolazione over65 e quelli relativi al numero di contagi e morti per Covid-19 nelle regioni italiane. Ed è emerso che la prevalenza delle infezioni da Coronavirus, i ricoveri in ospedale e i successivi trasferimenti in terapia intensiva e, purtroppo, anche le morti sono risultati maggiori nelle regioni in cui la vaccinazione non aveva raggiunto una diffusione ampia. Hanno dato anche delle stime: se la copertura vaccinale fosse stata superiore solo dell’1%, avrebbe permesso di evitare 78.560 contagi, 2.512 ospedalizzazioni, 353 ricoveri in terapie intensive e 1.989 morti per Covid-19.

Le ipotesi

Al momento però non vi sono ancora conferme che il vaccino per l’influenza possa davvero contrastare la diffusione del Coronavirus. Niente soluzioni miracolose, profezie o fake-news: quella evidenziata dallo studio italiano è una statistica che, a detta degli stessi autori, resta ancora priva di un chiaro nesso causale.

Per i cardiologi del Monzino hanno ipotizzato che questa resistenza al Covid-19 nell’organismo dei bambini e dei giovani sia in qualche modo favorita dalle vaccinazioni cui si è sottoposti in età pediatrica. I vaccini, determinando un’immunità crociata, potrebbero aiutare anche nei confronti di altre patologie infettive, come se, in sostanza, potenziassero le risposte immunitarie, anche contro il Coronavirus.

Per i cardiologi del Monzino un aumento dell'1%, della copertura vaccinale avrebbe evitato 1.989 morti per Covid-19

Secondo gli autori, dunque, la speranza è che incentivare la vaccinazione antinfluenzale possa rendere la popolazione più resistente al virus diminuendo così la circolazione del virus. Senza dimenticare che proteggersi dall'influenza vuol dire comunque tutelarsi da una delle malattie più diffuse al mondo e che, solo l'anno scorso ha colpito oltre 8 milioni di persone.

Fonte | "Relationship between Influenza Vaccination Coverage Rate and COVID-19 Outbreak: An Italian Ecological Study" pubblicata il 16 settembre 2020 sulla rivista Vaccines

Le informazioni fornite su www.ohga.it sono progettate per integrare, non sostituire, la relazione tra un paziente e il proprio medico.