Due nuovi studi su AstraZeneca: confermata la sicurezza e trovata l’origine delle trombosi rare

Uno studio realizzato da un’università tedesca avrebbe trovato il modo in cui il vaccino potrebbe provocare le rare trombosi cerebrali, ma soprattutto ha individuato una possibile soluzione per prevenirle. Nel frattempo, lo studio di fase 3 negli Stati Uniti ha confermato un’efficacia del 100% nel prevenire le forme gravi di Covid-19, il cui tasso di letalità è in media del 3%.
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Giulia Dallagiovanna 22 Marzo 2021
* ultima modifica il 13/06/2022

Il vaccino contro il Covid-19 prodotto da AstraZeneca ha destato una certa serie di preoccupazioni, spesso fomentate da un'informazione scorretta da parte dei giornali e caotica sul lato delle istituzioni. Dopo averti spiegato nei giorni scorsi cosa dicessero davvero i numeri che avevamo a disposizione e dopo che l'Ema ha rassicurato rispetto al mancato legame tra il farmaco e gli eventi trombotici, arrivano due studi a dipanare ulteriormente i dubbi. Come saprai infatti rimane un piccolo gruppo di trombosi cerebrali, di norma molto rare, sulle quali gli esperti e le autorità sanitarie si sono riservate di effettuare ulteriori indagini perché era effettivamente possibile che ci fosse un qualche legame con il vaccino. Le notizie di oggi sono che il vaccino si è dimostrato sicuro ed efficace e che è stata trovata una soluzione anche per queste complicanze rarissime.

L'origine delle trombosi

Prima di tutto, tieni presente che ti sto parlando di uno studio che non è ancora stato revisionato e che dunque non è ancora pubblico. Il contenuto si apprende, però, dal sito della Greifswald Universität, che lo ha realizzato in collaborazione con il Paul-Ehrlich-Institut, l'ente che vigila sulla sicurezza dei farmaci in Germania, e con alcuni medici austriaci, tra i primi a riscontrare questa particolare complicanza.

Il team del professor Andreas Greinacher avrebbe scoperto che in alcuni casi, molto rari, gli anticorpi che si formerebbero in seguito alla vaccinazione attiverebbero le piastrine contenute nel tuo sangue. E queste svolgerebbero proprio la funzione che di norma sono chiamate a fare ovvero cicatrizzare una ferita. Il problema è che l'attivazione scorretta porterebbe alla formazione di un trombo cerebrale, che darebbe origine alla rara forma di trombosi.

Ti ricordo che stiamo parlando di numeri che, per fortuna, sono bassisimi: 25 casi su oltre 20 milioni di persone che hanno ricevuto almeno la prima dose del vaccino di AstraZeneca in Unione europea o nel Regno Unito. L'incidenza si avvicina all'1 su un milione e per fortuna, non tutti si sono rivelati fatali.

Ma questi dati non ti tranquillizzeranno, perché continuerai a pensare che potresti essere tu quella persona. Allora proviamo, di nuovo, a fare un paragone rispetto a un farmaco che tantissime donne utilizzano: la pillola contraccettiva. Anche questa può provocare trombosi e il rischio, che varia in base al tipo di pillola che si utilizza, è compreso tra i 5 e i 12 casi ogni 10mila persone che la assumono. Indubbiamente, molto più elevato.

Il farmaco contro le complicanze

Lo studio tedesco prosegue spiegando che esiste un farmaco in grado di intervenire su questo tipo di trombosi nel caso in cui la persona vaccinata ne manifestasse i sintomi, che a breve verranno indicati anche sul foglietto illustrativo che accompagna il vaccino. Dunque anche per queste situazioni così rare è pronta una soluzione, in modo che nessuno rischi di non poter ricevere il vaccino contro il Covid. Il quale, ti ricordo, ha provocato una trombosi in circa il 15-20% di pazienti ricoverati e ha un tasso di mortalità che in media è attorno al 3%.

Il Covid-19 ha provocato trombosi in circa il 15-20% dei pazienti ricoverati

Per qualsiasi altro dubbio che ancora ti potrebbe rimanere, il consiglio migliore è sempre quello di chiedere al proprio medico ed eventualmente a un ematologo.

Il vaccino sicuro: lo studio negli USA

Nel frattempo arrivano ottime notizie dalla sperimentazione di fase 3 che si è appena conclusa negli Stati Uniti. Il vaccino ha infatti dimostrato un'efficacia del 79% nel prevenire le forme sintomatiche del Covid-19, ovvero la malattia vera e propria, e del 100% nel prevenire le forme gravi e l'ospedalizzazione.

Il numero di partecipanti ai trials clinici era di 32.449, di cui una parte ha ricevuto effettivamente la dose di vaccino, mentre i restanti un placebo. Non sono emerse differenze di sicurezza per quanto riguarda l'età dei volontari, inoltre nella fascia over65, cioè quella più a rischio per le complicanze del Covid-19, l'efficacia del farmaco è risultata addirittura pari all'80%.

Nella sperimentazione di fase 3 negli Stati Uniti è emersa un'efficacia del 100% nel prevenire le forme gravi di Covid-19

È stato poi effettuato un controllo specifico da parte di un comitato indipendente per quanto riguarda l'insorgenza di eventi trombotici: non è stato riscontrato alcun aumento del rischio trombosi, nemmeno per quanto riguardava le forme di cui ti parlavo prima. A riprova del fatto che, qualora il vaccino potesse davvero avere un ruolo nell'insorgenza di queste complicanze, il problema si verificherebbe in casi rarissimi.

Aggiornamento del 24-03-2021:

Il NIAID, l'Istituto nazionale per le allergie e le malattie infettive, ha messo in dubbio parte dei dati forniti dallo studio di AstraZeneca. Va detto subito che le critiche non riguardano tanto la sicurezza, quanto l'efficacia del vaccino. Le informazioni riportate infatti sarebbero state raccolte prima del 17 febbraio e non avrebbe dunque tenuto conto della massiccia diffusione delle varianti che potrebbero rendere il farmaco meno efficace.

L'Istituto americano ha parlato di informazioni obsolete e ha fermato di nuovo l'iter di approvazione del vaccino da parte dell'FDA. Nel frattempo il dottor Anthony Fauci, che guida il NIAID, ha chiarito in un'intervista all'ABC che: "Il vaccino è probabilmente molto buono, ma il comunicato stampa diffuso dall'azienda non era del tutto accurato e potrebbe essere fuorviante". Dagli Stati Uniti chiedono dunque cifre più precise.

Bisogna d'altro canto ricordare che AstraZeneca è ampiamente utilizzato nel Regno Unito, dove è circola principalmente la variante inglese, e i dati che ci arrivano sembrano davvero molto confortanti: un calo del 42% dei decessi nell'ultima settimana e solo 17 morti in un giorno. Il minimo registrato negli ultimi sei mesi. Ciò non toglie che AstraZeneca dovrebbe dimostrare maggiore serietà.

Il calcolo rischio beneficio

Durante la conferenza stampa di giovedì 18 marzo, durante la quale Ema ha sbloccato le somministrazioni del vaccino di AstraZeneca, il direttore esecutivo Emer Cooke ha ribadito in modo chiaro che: "I benefici superano decisamente i possibili rischi". Ma cosa significa?

No, non vuol dire che dobbiamo accettare che alcune persone muoiano in nome della ripresa economica. Il punto è che, come ben saprai, nessun farmaco è innocuo. Tutti i medicinali che assumi presentano degli effetti collaterali, persino quegli integratori al tè verde che ti sembrano così naturali e benefici. L'Aspirina? Può provocare reazioni avverse talmente gravi da arrivare alla morte. La Tachipirina? Il paracetamolo presenta un rischio di avvelenamento che può rivelarsi fatale. E della pillola contraccettiva abbiamo già parlato.

Perché allora non andiamo nel panico di fronte a questi farmaci? Perché i casi in cui accade sono talmente rari, che una persona di norma non se ne preoccupa. Ci concentriamo sul fatto che ci faccia passare quel brutto mal di testa o riduca la febbre e ci permetta di stare meglio. Mica pensiamo che potrebbe farci morire.

Ecco, per il vaccino funziona allo stesso modo. Dobbiamo pensare che ci eviterà di ammalarci di Covid-19, che grazie a lui non rischieremo di finire in ospedale e soprattutto nessuno avrà più il timore di morire (da solo, peraltro). Forse ci sono stati 25 casi di trombosi cerebrale, ma quante morti abbiamo già risparmiato? Secondo alcuni calcoli, 3.500. Solo in Italia.

Fonti|Greifswald Universität; Fondazione Veronesi; "AZD1222 US Phase III trial met primary efficacy endpoint in preventing COVID-19 at interim analysis" pubblicato sul sito di AstraZeneca il 22 marzo 2021

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