È caccia al tampone: in farmacia i test fai da te non si trovano e le liste d’attesa per prenotarne uno si allungano

L’aumento costante dei contagi, la variante Omicron e le feste che si avvicinano sempre di più stanno portando il sistema dei tamponi in tilt. I “self-test” da eseguire comodamente a casa sono introvabili e in farmacia le liste di prenotazione vanno anche a gennaio.
Entra nel nuovo canale WhatsApp di Ohga
Kevin Ben Alì Zinati 22 Dicembre 2021
* ultima modifica il 24/12/2021
In collaborazione con la Dott.ssa Chiara Speroni Farmacista

Questo Natale, oltre che al regalo perfetto, è ancora una volta caccia al tampone. Il risultato puoi immaginarlo: a pochi giorni dall’inizio di feste e cenoni, i test latitano, le farmacie sono prese d’assalto e il sistema di tracciamento va in tilt.

Nella sola giornata di ieri sono stati eseguiti oltre 800mila tamponi tra antigenici e molecolari e un po’ ovunque nel nostro Paese avrai visto o sentito di code infinite fuori dai presidi territoriali, di liste d’attesa chilometriche o di persone costrette a fare zapping tra una farmacia e l’altra per scovare un posticino e tamponarsi.

La dottoressa Chiara Speroni, titolare della farmacia di Vimodrone, cittadina alle porte di Milano, l’ha definita una situazione “allarmante e caotica. La mattina, spesso, ci troviamo 20-25 persone in attesa ancora prima dell’apertura: tutte per un tampone”.

Flusso congestionato

La corsa ai tamponi oggi è entrata nel pieno, innescando un ingorgo forse anche peggiore dei precedenti. La decisione delle farmacie di aderire ai prezzi calmierati per i tamponi prima e l’obbligo del Green pass sul posto di lavoro poi avevano fatto esplodere le richieste di test antigenici (soprattutto) e molecolari portando molte farmacie al collasso.

Il traffico di oggi è invece la somma di più elementi concomitanti. Primo su tutti l'aumento dei contagi che sta colpendo tanto la popolazione adulta quanto quella dei più piccoli. Nella giornata di ieri abbiamo toccato quota 30.798, il più alto numero di positivo mai registrato in tutto l’anno e il trend è in crescita costante.

Colpa di Omicron? Anche. Ogni giorno che passa l’ultima variante scoperta sta prendendo sempre più piede anche in Italia e la sensazione è che presto possa superare la diffusione della Delta in tutta Europa, come già avvenuto nel Regno Unito e in Danimarca.

Anche se al momento non abbiamo un identikit completo e certo sembra che questa forma mutata di Sars-CoV-2,individuata per la prima volta in Sudafrica, sia potenzialmente capace di bypassare l’efficacia dei vaccini.

Capisci perciò che anche chi ha già completato il ciclo vaccinale è dunque portato a dare più peso a un raffreddore o a una tosse e, per scrupolo, a si mette in coda per un tampone.

A proposito di vaccino, ormai è noto che che a distanza di mesi dalla seconda dose la sua protezione comincia a calare, anche più rapidamente di quanto pensassimo. Per rinforzare le nostre difese contro il virus, il Governo ha quindi deciso di aprire le terze dosi a partire da 5 mesi dalla chiusura del ciclo anziché 6: è chiaro però che, come ha spiegato Mario Draghi durante la tradizionale conferenza stampa di fine anno organizzata dal Consiglio nazionale dell'Ordine dei giornalisti, “in quel periodo di tempo è utile fare il tampone”.

A questi test vanno poi aggiunti quelli previsti dall’ordinanza firmata dal ministro della Salute Roberto Speranza, con cui è stato introdotto l’obbligo di un esito negativo per le persone che rientrano in Italia dall’estero anche se vaccinate e, ovviamente, i tamponi “normali” del periodo di Natale.

Siamo a ridosso delle feste, c’è chi vuole – e dopo un altro anno di pandemia la volontà diventa anche necessità – passare il weekend con la famiglia con gli amici, chi deve partire, chi andare ad trovare parenti e nonni. Fare tutto questo in sicurezza significa quindi tamponarsi.

In farmacia

Quello che ti ho appena descritto è ciò che avviene da un lato del bancone di una farmacia. Dall’altra parte ci sono i farmacisti, spesso alle prese con un vero e proprio caos.

Secondo la dottoressa Chiara Speroni, della farmacia di Vimodrone, nell’hinterland milanese, il problema dei tamponi va scisso in due. Prima di tutto ci sono le difficoltà logistiche legate ai test che eseguono gli stessi farmacisti“Noi, ma come credo anche altri presidi, abbiamo un’ottima disponibilità di tamponi che possiamo eseguire qui in loco. Il problema sono le code, che stanno diventando davvero infinite ed il telefono che continua a squillare sempre per le stesse richieste ” racconta la dottoressa Speroni in una chiacchierata rubata tra un cliente e l’altro, la maggior parte venuti proprio per un test.

Non c’è solo chi lo richiede perché sintomatico o per un contatto stretto con una persona risultata positiva. “Tantissimi vogliono la prova di non essere contagiosi per poter affrontare le vacanze in serenità e questo lo capisco. Diverso invece è il discorso di chi ancora vuole un tampone per ottenere il Green pass: lo strumento più facile per ottenerlo c’è ed è il vaccino, prenotare un appuntamento in farmacia oggi crea disagi.

La dottoressa Speroni ce li ha descritti nel concreto, questi disagi: file di persone che partono dal bancone e arrivano fino fuori la farmacia, liste di prenotazioni che arrivano anche a gennaio e tanta, tantissima frustrazione. “Anche il clima all’interno del nostro presidio a volte diventa molto teso. C’è tanta rabbia”. 

Sentimento che potrebbe essere parzialmente attenuato ricorrendo ai cosiddetti “self-test”, i tamponi antigenici eseguibili autonomamente in casa. Questi test danno un esito nel giro di 10 minuti e anche se non valgono come certificazione “ufficiale” finora hanno funzionato abbastanza bene sia come screening precauzionale prima di feste o eventi sia come strumento di prima verifica in caso di dubbio.

Il punto, però, è che di questi test non c’è traccia e per riuscirne a trovare uno in questi giorni tante persone sono state costrette a girare due, tre, quattro farmacie rimanendo spesso a mani vuote. “Ce ne sono davvero pochi. Ci è capitato di venderne anche un centinaio in sole 3 ore”.

Le informazioni fornite su www.ohga.it sono progettate per integrare, non sostituire, la relazione tra un paziente e il proprio medico.