È morto Vincent Lambert: il suo caso aveva diviso la Francia su eutanasia e fine vita

Una vicenda durata 11 anni, da quando cioè Vincent Lambert, infermiere di 42 anni, era rimasto vittima di un incidente stradale che lo aveva lasciato tetraplegico e in stato vegetativo, definito da molti medici “cronico e irreversibile”. I genitori si sono sempre opposti alla sospensione dei trattamenti, voluta invece dalla moglie e dai sei fratelli. Attenzione, però, non si tratta di eutanasia.
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Giulia Dallagiovanna 11 Luglio 2019
* ultima modifica il 22/09/2020

Si trovava da 11 anni in uno stato vegetativo che anche nell'ultima perizia medica era stato definito irreversibile. Questa mattina Vincent Lambert, l'uomo sul cui destino si era divisa la famiglia e la Francia intera, è morto. Al di là della notizia, che sicuramente avrà posto fine alla sua agonia, è importante ricostruire i fatti per capire bene cosa sia accaduto, prima di poterti formare una tua opinione.

Xavier Ducrocq, neurologo e consulente dei genitori, mostra una foto di Vincent Lambert durante un incontro del Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite a Ginevra

Per prima cosa, quindi, cos'è lo stato vegetativo? Non significa semplicemente essere allettati e non autosufficienti, come può accadere, purtroppo, per diverse patologie. Vuol dire che non è più pervenuta alcuna attività cognitiva e che lo stato di coscienza è alterato. Prendiamo il caso di Lambert: dalle foto si può vedere che i suoi occhi erano aperti, ma questo non significa che fosse in grado di avvertire cosa accadesse attorno a lui e, meno ancora, che riuscisse a interagire in qualche modo con le persone e l'ambiente che lo circondavano. Anzi, non riusciva più a percepire nemmeno sé stesso. Il suo cuore e il suo apparato respiratorio continuavano a funzionare, ma non vi era nessuna risposta a qualsiasi altro stimolo, minaccia o potenziale pericolo.

Nel 2008 Vincent Lambert aveva 31 anni, sposato e da poco diventato papà di una bimba, lavorava come infermiere. Ma quell'anno la sua vita è cambiata: un incidente in auto lo rende tetraplegico e gli fa perdere il contatto con il mondo esterno. Per tutto questo tempo è rimasto ricoverato all'ospedale di Reims, una città nel nord della Francia, sottoposto ad alimentazione e idratazione artificiale.

Stato vegetativo significa non avere più la percezione di te e di ciò che ti circonda

La moglie e sei fratelli dell'uomo si battevano da anni affinché i trattamenti medici venissero sospesi. Fai attenzione, però, non si tratta di eutanasia: questa pratica in Francia, come in Italia, è illegale. Quello che si chiedeva di attuare era la sospensione del cosiddetto accanimento terapeutico, cioè di quell'insieme di terapie volte ad assicurare la sopravvivenza di una persona, ma senza più tener conto del suo reale benessere. I genitori invece, per convinzioni religiose e anche, probabilmente, perché è difficile ragionare in modo lucido quando devi accettare la morte di tuo figlio, si sono sempre battuti contro questa proposta.

Da questione privata, la battaglia era finita nelle aule dei Tribunali e nel 2013 era arrivata una prima sentenza in favore della sospensione delle cure, ripristinate poi in seguito a un ricorso vinto dai genitori. Il 24 giugno 2014 una seconda sentenza, questa volta del Consiglio di Stato francese, in favore dell'interruzione dei trattamenti. Il padre e la madre di Lambert si erano allora rivolti alla Corte europea dei diritti umani, facendo leva sull'articolo 2 della Convenzione europea dei diritti umani, che afferma il diritto alla vita per ogni persona sottoposta alla giurisdizione di uno stato membro dell'Unione europea. Di nuovo, il giudice si era pronunciato in favore delle richieste della moglie. A quel punto è stato tutto un susseguirsi di sentenze e appelli: l'intera vicenda ha conosciuto 34 ricorsi in tribunale, durante i quali le parti si sono appellate a ogni più piccolo cavillo legale.

E mentre la famiglia si scontrava nelle aule della Giustizia, la popolazione francese lo faceva nelle strade, nelle piazze, nei bar. Così come è successo per i casi di Piergiorgio Welby ed Eluana Englaro in Italia, Vincent Lambert diventa l'occasione per parlare di eutanasia e trattamenti di fine vita. Ed è normale che una storia simile risvegli il dibattito, ma è fondamentale, proprio per la delicatezza e la complessità della questione, conoscere a fondo di cosa si sta parlando. Come ti dicevo prima infatti, qui non si tratta di eutanasia in senso stretto, semmai di eutanasia passiva, che poi è la sospensione dei trattamenti, indicata spesso sui giornali come "staccare la spina".

"Veglia per Vincent Lambert", il cartellone di una partecipante alle proteste contro la sospensione dei trattamenti medici

Si arriva a questo punto alla fine del lungo percorso legale. Il 20 aprile del 2018 una nuova, l'ennesima, perizia medica aveva concluso che lo stato vegetativo in cui riversava l'uomo era cronico e irreversibile. Il 3 luglio 2019 si concludeva anche l'ultimo iter processuale e il Consiglio di Stato si esprimeva ancora una volta in favore dell'interruzione dei trattamenti. I medici hanno così ritenuto adeguato il via libera legale e hanno sospeso tutte le terapie che tenevano in vita Vincent Lambert, mantenendo solo la sedazione profonda, per scongiurare il rischio di qualsiasi sofferenza. E oggi, Lambert si è spento.

Fonte| Ansa

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