Ecchimosi: come si formano i lividi e qual è la differenza con un ematoma

Le ecchimosi sono stravasi di sangue nel tessuto sottocutaneo, comunemente definite lividi. Solitamente sono causate da un evento traumatico, come una contusione, ma potrebbero riguardare anche gli organi interni del corpo o le strutture muscolari, non soltanto la pelle. Vediamo come riconoscere i sintomi di un livido, come distinguerlo da un ematoma e cosa fare per farlo scomparire al più presto.
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25 Febbraio 2021 * ultima modifica il 30/04/2021

Nella maggior parte dei casi le ecchimosi sono dovute ad eventi come botte e contusioni, con la caratteristica formazione di quello che in gergo comune chiamiamo livido. Tuttavia la loro formazione potrebbe implicare complicazioni più importanti, soprattutto quando a causarle non sono stati eventi traumatici.

Significato

L'ecchimosi si verifica quando il trauma contusivo provoca la rottura dei vasi sanguigni superficiali e il successivo accumulo di sangue nella zona colpita; le dimensioni dei lividi dipendono anche dall'area interessata: se si tratta di una parte morbida è più difficile che compaiano, mentre se si tratta di zone in cui sono presenti ossa è più semplice, in quanto i vasi subiranno una pressione maggiore contro la superficie dura dell’osso.

Esistono dei soggetti più predisposti di altri nello sviluppare lividi, solitamente a causa di una maggiore fragilità capillare, in termini generici però le donne tendono a manifestare ecchimosi più degli uomini, e così anche le persone anziane: con l’avanzare dell’età infatti la pelle si assottiglia e perde il grasso, così come il collagene e l’elastina che sostengono i vasi sanguigni.

Il colore che assume la pelle a seguito della comparsa di ecchimosi riflette le sequenze fisiologiche di degradazione dell’emoglobina, pertanto il tessuto passa progressivamente da viola o nero e blu a un giallo/verde e infine ad una decolorazione brunastra.

I sintomi più comuni di ecchimosi sono:

  • dolore al livido;
  • tessuto più tenero alla pressione;
  • rigonfiamento.
Una foto che ritrae l’aspetto di un livido.

Ecchimosi o ematoma?

Ecchimosi ed ematoma sono paragonabili, si tratta in entrambi i casi di una fuoriuscita di sangue in un tessuto. Spesso sono diagnosticati nella medesima circostanza, pertanto non è raro che un termine sia utilizzato al posto dell’altro, vista la similitudine tra le due situazioni.

Le differenze riscontrabili le possiamo riassumere in questo modo:

  • la dimensione: le ecchimosi sono tendenzialmente piccole, mentre gli ematomi riguardano zone più ampie e gli accumuli di sangue sono abbondanti;
  • i vasi sanguigni interessati: nell’ematoma i vasi sono di maggior calibro (cioè di un maggior diametro);
  • la portata del trauma scatenante: solitamene l’ematoma è causato da una contusione molto più importante e grave rispetto all’ecchimosi;
  • la natura: le ecchimosi possono essere indotte anche da eventi non contusivi, come patologie o disturbi; l’ematoma può anche essere una complicanza comune degli interventi chirurgici.

Cause

La causa più comune e banale di ecchimosi è quella contusiva, quindi un urto contro una superficie che provoca la formazione del livido. Il colpo o la caduta rompe i vasi sanguigni sotto la superficie della pelle, e quando quest'ultima non si lacera il sangue non può fuoriuscire e si accumula sotto di essa.

Altre cause di ecchimosi potrebbero essere:

  • problemi di piastrine e coagulazione del sangue;
  • emofilia (malattia genetica che causa problemi di coagulazione);
  • malattia di von Willebrand (un’altra malattia genetica).

Alcuni altri fattori che potrebbero agevolare la formazione di lividi sono:

  • assunzione di medicinali che fluidificano o influenzano la capacità di coagulazione del sangue, come antinfiammatori non steroidei (FANS: tra gli altri aspirina e ibuprofene), eparina, antibiotici, antidepressivi, steroidi o integratori come ginseng, olio di pesce, vitamina E;
  • patologie del fegato o dei reni;
  • leucemia e disturbi del midollo osseo;
  • carenza di vitamine B12, vitamina C (scorbuto) o vitamina K;
  • sindrome di Ehlers-Danlos (malattia del tessuto connettivo);
  • lupus eritematoso sistemico;
  • HIV;
  • cancro;
  • cirrosi epatica e abuso di alcol.

Cosa fare

La formazione di lividi nella maggior parte dei casi è un evento comune nella vita di tutti e raramente causa preoccupazione, soprattutto se non si presentano altre complicanze e il soggetto di sente bene.

In caso di ecchimosi causata da una lesione minore come una contusione, il livido dovrebbe risolversi da solo entro una o due settimane. In questo caso potrebbe aiutare apporre del ghiaccio avvolto in un panno sul livido per i primi giorni, per facilitare il risolversi dell’infiammazione e del gonfiore/dolore, soprattutto negli istanti subito dopo il trauma; è indicato anche sollevare la parte colpita per facilitare il riassorbimento del sangue fuoriuscito.

Il fatto che il livido non sia causato da una contusione ma da un problema che riguarda un disturbo emorragico, come ad esempio le difficoltà di coagulazione riportate sopra, potrebbe manifestarsi con alcuni segni che sarebbe importante notare:

  • quando ci si taglia e si ha difficoltà a fermare l’emorragia;
  • si hanno perdite frequenti di sangue dal naso;
  • cicli mestruali abbondanti o molto lunghi;
  • presenza di macchie rosse o viola sulla pelle.

A questo punto sarebbe opportuno far esaminare la pelle e i lividi da un medico, che valuterà la salute generale del paziente, le medicine che assume e la storia familiare di problemi di coagulazione e di emorragie. Se è l’assunzione di un farmaco il problema principale potrebbe essere necessario sospendere l’assunzione o cambiare medicinale: ad esempio si possono controindicare i FANS. Nel caso in cui la causa sia una carenza vitaminica, si possono somministrare vitamine.

Successivamente il medico potrà prescrivere una serie di esami iniziali che aiuteranno a capire le cause di ecchimosi:

  • emocromo completo;
  • striscio periferico (un esame che rileva anomalie o danni delle cellule ematiche);
  • tempo di protrombina e tromboplastina parziale (per misurare i fattori di coagulazione).

In base ai risultati degli esami iniziali lo specialista valuterà se proseguire con gli accertamenti, ad esempio ulteriori esami del sangue se si sospetta un’infezione da HIV o epatite, o biopsia midollare in caso si pensi a malattie del midollo osseo. Nei casi di sanguinamenti interni è utile effettuare esami di diagnostica per immagini come la tomografia computerizzata (TC).

Laureata in Medicina e Chirurgia presso l’Università degli studi di Pavia, ha svolto periodi di formazione in ospedali universitari della Comunidad altro…
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