Ecco come sono cambiati i dati del bollettino quotidiano: i test antigenici rapidi conteggiati insieme ai tamponi

Da venerdì 15 gennaio, nel bollettino diffuso dal Ministero della Salute, trovi una nuova colonna dove sono riportati i test rapidi effettuati d ogni regione. Questo perché gli antigenici di “ultima generazione” sono stati riconosciuti dal Ministero della Salute come strumenti efficaci per individuare un caso Covid-19 confermato.
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Kevin Ben Alì Zinati 19 Gennaio 2021
* ultima modifica il 02/02/2021

Qualcosa è cambiato nei dati della pandemia. Forse te ne sei accorto scrutando la tabella in cui ogni giorno il Ministero della Salute fa il resoconto delle mosse del virus nelle 24 ore precedenti. Oppure l’hai notato nel nostro racconto quotidiano sui nuovi contagiati, i ricoveri in terapia intensiva e le persone attualmente positive. Da venerdì 15 gennaio, nel bollettino giornaliero insieme ai tamponi molecolari sono conteggiati anche i test antigenici rapidi. Dopo la seconda ondata partita lo scorso ottobre ospedali, medici e laboratori hanno dovuto ricorrere diffusamente ai test rapidi per poter rinvigorire il sistema di tracciamento ormai in tilt. L’idea è che il loro conteggio possa effettivamente aiutare ad avere una visione più ampia e precisa della diffusione del virus in Italia.

Dal Piemonte all’Italia 

Da venerdì 15 gennaio, accanto a quella dei tamponi molecolari c’è una nuova colonnina dove vengono raccolti tutti i test rapidi effettuati da ciascuna Regione. E quella del totale dei tamponi effettuati tiene conto di entrambi.

La decisione di inglobare i test rapidi nel bollettino quotidiano è arrivata dal Ministero della Salute dopo la pressione e l’esperienza di diverse Regioni, il Piemonte su tutte. Conteggiando anche i tamponi rapidi e le persone risultate positive, la Regione del presidente Alberto Cirio ha fatto scuola spingendo il Ministero ad equiparare il Paese a quanto già accade in altri Stati europei.

Il nuovo ruolo dei test antigenici 

Il Ministero della Salute ha così emanato una nuova circolare con cui, di fatto, ha ridisegnato il ruolo dei test rapidi nella pandemia in Italia. Se prima erano considerate casi confermati di Covid-19 solo le persone che risultavano positive al tampone molecolare, oggi può bastare anche il risultato di un test rapido. A patto, però, che si tratti di un test di “ultima generazione” la cui performance è stata equiparata a quella del molecolare, il gold standard.

Negli ultimi mesi si sono succeduti diversi tipi di test antigenici, distinti in base al grado di affidabilità. E visti i limiti dovuti a una precisione non sempre elevatissima, il Ministero ha quindi individuato le circostanze in cui un test antigenico può essere utilizzato (nel caso non si potesse ricorrere ai test di ultima generazione) tra cui:

  • quando la disponibilità di tamponi molecolari è limitata
  • quando c’è già un sospetto fondato che le persone da testare siano positive
  • quando si effettuano attività di screening in comunità chiuse, come le Rsa
  • quando si testano persone asintomatiche

Gianni Rezza, il direttore Generale della Prevenzione del Ministero della Salute, durante la conferenza stampa del 15 gennaio aveva specificato che i test antigenici andrebbero usati “quando c'è un sovraccarico dei laboratori e se dobbiamo prendere decisioni in tempi rapidi a livello di sanità pubblica, ad esempio per la scuola.

La differenza tra i test 

Perché è importante specificare se i positivi sono stati individuati attraverso un tampone molecolare o un test antigenico rapido?

Se te lo stai chiedendo, devi sapere che i due test sono simili ma diversi. Il tampone molecolare consiste in un prelievo naso-faringeo di materiale biologico che viene poi analizzato con la real-time Rt-Pcr per identificare i geni virali.

Anche il test antigenico viene effettuato con un tampone: ciò che viene ricercato, tuttavia, sono gli antigeni, delle proteine estranee che si trovano nel tuo organismo in caso di infezione.

E poi, i tamponi molecolari hanno bisogno di ore se non di giorni per essere elaborati e dare un responso mentre agli antigenici bastano pochi minuti, da 15 a 30, ma se il molecolare è definito il gold standard per la sua alta affidabilità, lo stesso non si può dire per i test rapidi. A seconda della generazione di test che si utilizza, cambia l’affidabilità e il rischio di incorrere in falsi negativi. Come a dire che, la loro velocità ha un costo in termini di sensibilità.

Il tasso di positività

Il tasso di positività è la percentuale di positivi sui tamponi effettuati ma con la nuova decisione del Ministero, nel computo rientrano anche i test rapidi. Se hai dato un’occhiata ai dati della pandemia negli ultimi giorni avrai notato che la percentuale si è abbassata: nella giornata di lunedì 18, per esempio, era al 5,56%.

Il conteggio unico, dunque, influenzerebbe direttamente il calcolo del tasso di positività, che si basa appunto sul rapporto fra positivi e tamponi. L’ha ricordato anche l’Ansa, sempre analizzando i dati del “day one”, venerdì 15 gennaio: se si guardassero solo i tamponi molecolari effettuati (156.647) il tasso sarebbe pari a 10,3% mentre, conteggiando antigenici e molecolari insieme, è sceso a 5,9%.

Secondo gli esperti, ci sarebbe un problema legato proprio ai falsi negativi. Come ti ho spiegato, i test antigenici sono facili e rapidi ma portano con sé un certo margine di rischio: a fronte anche di un alto numero di test effettuati potrebbero esserci comunque persone risultate negative ma effettivamente positive e non individuate dal test “per errore”.

Per questo, specificano, serve ulteriore attenzione nella lettura dei dati della pandemia, nel loro uso e nell'interpretazione che ne vogliamo dare.

Il conteggio doppio dei tamponi molecolari e dei test antigenici rapidi, avrà comunque un effetto concreto nel calcolo dei famosi 21 parametri: gli indicatori con cui prima la Cabina di Regia analizza l’andamento dei contagi settimanalmente e che vengono successivamente utilizzato dal Ministro della Salute per decretare il colore delle varie Regioni in base al rischio.

Fonte | Ministero della Salute

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