epatite c

Epatite C: screening gratuito in Toscana. Chi è a rischio e perché è importante la prevenzione

Dal 4 settembre la Regione Toscana offrirà un programma di screening gratuito per l’epatite C a tutti i nati tra il 1969 e il 1989, un totale di 920mila persone. La diagnosi precoce è essenziale per bloccare la malattia prima che provochi danni ormai gravi al fegato.
Evelyn Novello 31 Agosto 2023
* ultima modifica il 31/08/2023

La Toscana offrirà dal 4 settembre un servizio di screening gratuito sull'epatite C, patologia causata da un virus, l’HCV, che distrugge le cellule del fegato e che spesso non dà alcun sintomo fino a quando i danni non emergono. Se diagnosticata in tempo, è una patologia dalla quale si può guarire, e proprio per questo, la Regione tutelerà, dalla prossima settimana, 920mila persone, precisamente i nati tra il 1969 e il 1989. A beneficiare del programma di prevenzione anche la popolazione carceraria, a prescindere dall'età, e tutti i pazienti seguiti dai servizi pubblici per le dipendenze, per i quali il programma è già stato avviato da più di un anno e ha coinvolto quasi 20mila persone.

Per avere la diagnosi o meno di epatite C si potrà effettuare un test rapido pungidito su sangue capillare e il risultato sarà disponibile in pochi minuti. Per questo servizio di screening, gratuito per i cittadini, la Toscana ha ricevuto dallo Stato 4,962 milioni di euro e per farlo, ci si può recare in una delle 122 sedi delle associazioni o in una delle 38 Asl che aderiscono al progetto. Tutte le informazioni sul sito ufficiale della Regione.

L'obiettivo del programma di prevenzione è cercare di eliminare la malattia che in Italia è ancora molto diffusa. Dal 1 gennaio 2015 al 31 settembre 2021 le persone che si sono rivolte al servizio sanitario per l'epatite C sono aumentate di 3.357 unità e, sempre dal 2015, sono stati 14.016 i soggetti trattati con i nuovi agenti virali Daa. Tra le categorie più a rischio: chi ha fatto uso di droghe per via endovenosa, chi ha avuto rapporti sessuali non protetti, chi ha avuto trapianti o trasfusioni prima del 1992, chi ha subito emodialisi per lunghi periodi, chi è nato da madre infetta, chi ha rilevato anomalie importanti nei test per le funzioni epatiche e chi ha lavorato come medico, infermiere o volontario in ambienti a rischio. Sottoporsi a un test per la diagnosi è importante per fermare il decorso della malattia prima che i danni al fegato diventino irreparabili.

Fonte | Regione Toscana

Le informazioni fornite su www.ohga.it sono progettate per integrare, non sostituire, la relazione tra un paziente e il proprio medico.