Epigastralgia: cosa mangiare per alleviare il dolore addominale e per quali sintomi dovresti preoccuparti

Con il termine epigastralgia ci si riferisce al dolore localizzato alla regione epigastrica, o epigastrio, ossia la parte centrale della zona superiore dell’addome. Il dolore epigastrico è un sintomo comune a molte malattie e condizioni dell’apparato digerente, ma non solo. Esaminiamo insieme le cause e i sintomi più comuni, prima di capire come modificare la dieta per provare ad alleviare il disturbo.
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1 Maggio 2021 * ultima modifica il 01/05/2021

L’epigastrio è una delle nove regioni anatomiche addominali, precisamente si tratta dell’area al di sotto dell’angolo costale e appena sopra all’ombelico, nel quadrante mediano-superiore centrale dell’addome.

Cos’è

L’epigastralgia, detta anche dolore epigastrico, come abbiamo già accennato è il dolore localizzato nella regione superiore dell’addome, che può avere diverse origini; più comunemente si tratta di un sintomo di natura gastrica: si presenta solitamente con i sintomi che intaccano il sistema digestivo, provocando, oltre al dolore, anche bruciore di stomaco, reflusso e gonfiore.

Il dolore epigastrico non sempre è motivo e condizione di preoccupazione in quanto potrebbe avere molte possibili cause, soprattutto se si verifica subito dopo aver mangiato: in questo caso potrebbe essere dovuto a qualcosa di innocuo, come intolleranze a qualche cibo particolare, o addirittura un eccesso di cibo stesso. Al contrario potrebbe rivelarsi qualcosa di più serio nei casi in cui si verificasse a causa di condizioni sottostanti, come ad esempio la malattia da reflusso gastroesofageo (GERD), infiammazioni, infezioni, infarto miocardico o tumori.

epigastralgia-cause
Un medico che tasta la zona addominale interessata dalla epigastralgia.

Cause

Le cause di epigastralgia sono diverse e molteplici, possono variare tra condizioni non preoccupanti e risolvibili ad altre più importanti e difficili da trattare, e tra queste possiamo elencare:

  • reflusso acido, che se costante potrebbe causare la malattia da reflusso gastroesofageo (GERD);
  • bruciore di stomaco ed indigestione;
  • intolleranza al lattosio;
  • abuso di alcol;
  • eccessiva assunzione di cibo;
  • ernia iatale;
  • esofagite;
  • gastrite;
  • ulcera peptica;
  • esofago di Barrett (una metaplasia delle cellule dell’esofago);
  • infiammazione della cistifellea;
  • calcoli biliari;
  • gravidanza.

Tra le altre cause più gravi di dolore epigastrico possiamo includere cancro al pancreas, pancreatite, ostruzione gastrointestinale, infarto miocardico e carcinoma gastrico.

Sintomi

I sintomi di epigastralgia variano in base alla condizione di fondo che causa la stessa, come abbiamo già elencato nel paragrafo precedente.

Il sintomo principale e caratterizzante è il dolore addominale, mentre quelli specifici variano in base alla condizione scatenante. Per quanto riguarda la GERD, nei casi di indigestione e troppa assunzione di cibo o di intolleranza al lattosio potremmo avvertire bruciore di stomaco, sapore acido in bocca, dolore alla gola, tosse, gonfiore, pressione nell’addome, nausea o diarrea soprattutto nell’intolleranza.

Anche nei casi di esofagite e gastrite, quindi di infiammazioni, i sintomi principali si possono riassumere in bruciore, dolore nella deglutizione e dolore generico nella parte alta dell’addome, mentre nell’infiammazione della cistifellea inappetenza, gonfiore, febbre e colorito giallastro della pelle; nelle situazioni di ulcera peptica si possono rilevare, oltre ai comuni sintomi, vomito e nausea dopo i pasti, segni di sanguinamento, stanchezza, mancanza di respiro che peggiorano durante la notte.

L’epigastralgia può essere indicativa anche di infarto miocardico: in questo caso il dolore può essere accompagnato da dispnea, stanchezza, palpitazioni e sensazione d’ansia.

Esiste anche un legame tra i casi di dolore epigastrico e gravidanza: la pressione della crescita del feto sulla zona addominale potrebbe causare il dolore, oltre ai cambiamenti ormonali e nella digestione.

Diagnosi

Il dolore epigastrico lieve e sporadico solitamente non desta molte preoccupazioni e si dovrebbe risolvere facilmente. Risulta opportuno contattare il medico se il dolore è forte, rimane a lungo e interferisce addirittura con la normale vita quotidiana, e nei casi in cui non si risolva con l’assunzione di semplici farmaci da banco.

È consigliato invece recarsi al pronto soccorso se si palesano sintomi come difficoltà a respirare, palpitazioni, sangue nel vomito o sangue nelle feci, febbre alta o svenimenti.

Per una corretta diagnosi della natura dell’epigastralgia, il paziente e il medico dovranno definire insieme:

  • la durata del dolore;
  • se è costante o intermittente;
  • se si tratta di un dolore acuto bruciante o un dolore sordo;
  • se si aggrava in particolari momenti della giornata;
  • se si acutizza in determinate posizioni;
  • se peggiora o migliora mangiando;
  • se si associano vomito, nausea, perdita di peso.

A queste valutazioni il medico potrebbe aggiungere degli esami del sangue, degli esami addominali per capire la tensione della zona alla palpazione e verificare la presenza di masse di tessuto, e se si sospettano malattie del fegato o dei reni si potrebbero valutare le ecografie addominali.

Una radiografia addominale è utile nel rivelare ostruzioni intestinali o calcoli, l’endoscopia può essere l’ideale nei casi di dolore epigastrico con derivazione gastrica o esofagea, mentre in caso di sospetto infarto del miocardio verrà eseguito all’accesso in pronto soccorso un elettrocardiogramma.

radiografia-addominale

Come si cura

Il trattamento per l’epigastralgia varia in base alla causa scatenante. Se si tratta solamente di un risultato della dieta sbagliata o di un eccesso di cibo o di un’intolleranza o di un abuso di alcol, il primo step raccomandato sarà un cambiamento nelle abitudini alimentari e di stile di vita, optando per un percorso più salutare.

L’attività fisica e il consumo di cibi sani è un buon inizio, alimenti come lo zenzero e integratori di vitamina B possono aiutare ad alleviare sintomi come nausea e vomito. Alcuni cibi possono intensificare il dolore causato da gastrite, quindi sarebbe bene evitare cibi grassi, fritti, piccanti, cioccolato, caffè, pomodori, agrumi e alcolici.

Se a causare il dolore epigastico è l’assunzione eccessiva di determinati farmaci, come ad esempio gli antinfiammatori, potrebbe essere necessario sospenderne l’utilizzo, in accordo con il proprio medico curante.

Rientrano tra i farmaci utilizzabili farmaci antiacidi e gastroprotettori.

Nei casi di GERD, esofago di Barrett o ulcera peptica il trattamento da seguire potrebbe rivelarsi più lungo, e potrebbero essere necessari degli antibiotici.

Laureata in Medicina e Chirurgia presso l’Università degli studi di Pavia, ha svolto periodi di formazione in ospedali universitari della Comunidad altro…
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