Era nata 16 anni fa con la bocca chiusa a causa di una rara malattia: grazie a un eccezionale intervento ora può sorridere

Aurora, nome di fantasia, fin dalla nascita era stata colpita da una rarissima forma della sindrome genetica di Nager, una patologia che le aveva provocato la fusione della mandibola al cranio impedendole di aprirla. Dopo 16 anni senza poter sorridere né mangiare cibi solidi, ora è pronta a riaprirla grazie a un eccezionale intervento eseguito all’Ospedale San Marco di Catania.
Kevin Ben Alì Zinati 27 Settembre 2023
* ultima modifica il 27/09/2023

Sedici anni. Quasi seimila giorni. Un numero inqualificabile di ore.

Tanto è durato il silenzio di Aurora, un nome di fantasia dietro cui si cela una ragazza che oggi, grazie a un innovativo e delicato intervento chirurgico, è pronta ad aprire la bocca per la prima volta. Letteralmente.

Sì, perché Aurora fin dalla nascita soffre di una rarissima forma di sindrome genetica di Nager, una patologia che quando era ancora solamente un feto le aveva provocato lo sviluppo di un ammasso osseo responsabile della fusione della sua mandibola al cranio bloccandole sostanzialmente l’articolazione mandibolare.

Aurora, per tutta la sua vita, non ha quindi potuto imparare a parlare. Non ha potuto nemmeno mai restituire un sorriso alla mamma Ketty o al papà Gaetano. Non ha mai potuto assaporare il gusto di una pizza o di qualsiasi altro cibo solido. Aurora ha dovuto rinunciare a tanto, troppo.

Ora però le cose stanno per cambiare. E il merito è di un eccezionale intervento di chirurgia maxillo-facciale portato a termine con successo da un’équipe all’Ospedale San Marco di Catania.

Il caso di Aurora era uno di quelli straordinariamente complicato, il primo in Sicilia e solamente il sesto in Italia, e ha quindi richiesto mesi e mesi di studio preventivo.

I chirurghi siciliani hanno sottoposto la ragazza a esami e analisi e sfruttando le nuovissime tecnologie tridimensionali hanno anche riprodotto un modello del suo cranio per studiarlo e organizzare nel dettaglio ogni singolo passaggio dell’intervento. Niente poteva andare storto.

Una volta ricevute le protesi in titanio – “una vera e propria opera di bioingegneria, tra le più moderne” come le ha definite l’ospedale – Aurora è stata trasportata in sala operatoria.

Niente di nuovo per una ragazza abituata fin da quando era una bambina ad entrare e uscire dagli ospedali per operazioni volte ad allungarle le ossa della mandibola sia in orizzontale che in verticale.

Questi continui interventi le avevano permesso di respirare e di liberarsi dei tubicini della tracheotomia con cui conviveva da quando aveva 2 anni ma ciò che l’attendeva questa volta sarebbe stato diverso.

Aurora, nata nel 2007 e viva "per miracolo" grazie alla prontezza di un anestesista che era riuscito ad evitare che soffocasse in sala parto, è stata sottoposta a un’operazione durata quasi 10 ore che è andata per il meglio.

Ora Aurora dovrà seguire percorsi di riabilitazione e per fortuna potrà essere seguita direttamente a Catania, al San Marco, a pochi passi da casa. Soprattutto però, è pronta a riprendersi tutto ciò che le è stato negato.

Fonte | Ansa

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