Erano nate unite per la testa: grazie a un innovativo intervento ora due gemelline israeliane possono guardarsi occhi negli occhi

Le due gemelle erano nate craniopaghe, ovvero unite per la parte posteriore della testa. Grazie a un raro e delicato intervento che ha sfruttato la modellazione 3D, la realtà virtuale e dispositivi di monitoraggio speciali sono state divise con successo: si tratta del primo intervento di divisione eseguito in Israele.
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Kevin Ben Alì Zinati 9 Settembre 2021
* ultima modifica il 09/09/2021

Oggi possono giocare insieme. Di più: ora una può accarezzare il viso dell’altra o pizzicarle il naso. Ancora di più: ora possono guardarsi, occhi negli occhi, come non hanno potuto fare per il loro primo anno di vita insieme.

Due gemelle di origini israeliane nate lo scorso agosto con la parte posteriore della testa unita sono state separate grazie a un innovativo e raro intervento chirurgico durato ben 12 ore.

Le due gemelline israeliane sono nate unite per la testa. Ora, invece, possono guardarsi occhi negli occhi. Photo credit: American Friends of Soroka Medical Center

Non si tratta della prima operazione di divisione di due gemelli siamesi. Ti avevamo raccontato, per esempio, della storia di Ervina e Prefina, le due bambine craniopaghe, cioè unite per la testa, separate definitamente lo scorso dicembre al Bambino Gesù di Roma.

Quella portata a termine dai medici del Soroka Medical Center di Beersheba però è la prima operazione di questo tipo eseguita in Israele.

Come puoi immaginare, non era un intervento facile, così per prepararsi decine di membri dello staff hanno lavorato per mesi sfruttando attrezzature e tecnologie avanzate.

Come la modellazione 3D, la realtà virtuale e dispositivi di monitoraggio speciali con cui hanno simulato tutte le diverse fasi della procedura in modo da provarla fino, di fatto, a impararla a memoria e a non sbagliare.

Mesi prima della data scelta per l’operazione, i medici hanno poi inserito dei sacchetti gonfiabili di silicone all’interno delle teste delle due gemelline, per poi espanderli progressivamente. In questo modo hanno aiutato la pelle e i tessuti ad estendersi favorendo la produzione di epidermide in eccesso che avrebbero poi utilizzato per chiudere il cuoio capelluto delle due bambine dopo la separazione.

In sala operatoria i chirurghi hanno poi proceduto con la separazione dei vasi sanguigni e delle ossa. Una volta separate, i medici si sono quindi divisi in due squadre per lavorare in parallelo su ciascuna gemella per ricostruire il cranio e chiudere i lembi di pelle.

È andato tutto come doveva andare e oggi le due ragazze respirano e mangiano da sole.

Fonte | American Friends of Soroka Medical Center

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