Con il termine ernia, in medicina, s’identifica la protrusione di un viscere (un organo interno) dalla cavità in cui è normalmente contenuto, attraverso un’apertura anomala. Per ernia ombelicale, dunque, intendiamo la fuoriuscita di una porzione d’intestino, generalmente piccola, attraverso i muscoli addominali, che si manifesterà con un rigonfiamento dell’ombelico.
Possiamo avere 3 tipi di ernie :
La presenza di sintomi varia sulla base della gravità della condizione. In linea di massima, un'ernia ombelicale si presenta come un rigonfiamento soffice dalle dimensioni variabili, che almeno inizialmente è di solito indolore ma che tende a diventare più evidente in seguito a colpi di tosse, starnuti o altri sforzi fisici. Se con il tempo il rigonfiamento si allarga, allora comincerà a provocare una sensazione di fastidio che può arrivare anche al dolore vero e proprio. Inoltre, i sintomi potrebbero anche includere dei disturbi intestinali.
Può anche accadere che l'ernia ombelicale sia asintomatica, ma segnalata da un gonfiore localizzato che si nota maggiormente sotto sforzo.
Come già detto, l’ernia si forma a causa di un cedimento della struttura che solitamente contiene il viscere. In questo caso avviene per un cedimento dei muscoli della parete addominale che può crearsi per diversi motivi :
Va poi sottolineato che nei bambini le ernie ombelicali rappresentano in vari casi un difetto congenito, che interessa circa l'80% dei neonati nati prematuri e il 20% di quelli nati a termine.
Per la diagnosi è sufficiente spesso una visita medica (accurata anamnesi ed esame obiettivo), durante la quale è possibile capire se il paziente ha un'ernia ombelicale semplicemente chiedendogli di comprimere i muscoli addominali oppure di tossire: così facendo, il medico potrà riconoscere la protrusione nei pressi dell'ombelico. In alcuni casi, tuttavia, sono richiesti esami diagnostici più specifici come ecografia e raggi X per l’eventuale valutazione del rischio di complicazioni.
In alcuni casi l'ernia ombelicale può anche dare origine a delle complicanze, che ovviamente non vanno sottovalutate. È il caso ad esempio dell'ernia ombelicale incarcerata, che non può essere ridotta spontaneamente, ma la conseguenza più grave è lo strozzamento, che si verifica quando lo strangolamento delle strutture vascolari che irrorano il tessuto causa il blocco dell'afflusso di sangue e quindi una necrosi: per questo motivo, un'ernia ombelicale strozzata richiede un intervento chirurgico urgente.
Nei bambini le ernie ombelicali hanno tendenza a regredire spontaneamente, in alcuni casi si ricorre all’uso di bande elastiche per contenere l’ernia. Nel caso di condizioni più gravi (grosse dimensioni, dolore, complicanze) si può ricorrere all'intervento chirurgico, spesso raccomandato negli adulti per prevenire eventuali complicanze.
Occasionalmente, dopo aver valutato la situazione il medico può provare a fare rientrare l'ernia esercitando una lieve pressione sull'addome, una manovra che però non bisognerebbe mai eseguire da soli.
Come già anticipato, accade spesso che, per le dimensioni eccessive dell'ernia o magari perché è fastidiosa e causa dolore, la terapia chirurgica sia la soluzione consigliata ai pazienti adulti. In questi casi, l'operazione è piuttosto semplice e viene eseguita in day-hospital, realizzando una piccola incisione intorno all'ombelico e ricollocando l'ernia all'interno dell'addome, per poi suturare il tutto ed eventualmente rinforzare la parete addominale per ridurre il rischio di recidiva. Nella maggior parte dei casi, questo intervento viene svolto in anestesia locale. Anche il decorso post-ospedaliero è di solito piuttosto agevole: si verrà dimessi nel giro di poche ore e bisognerà fare attenzione a evitare sforzi esagerati per almeno una settimana, potendo riprendere l'attività lavorativa dopo 10-15 giorni e aspettando fino a 20 giorni per ricominciare a praticare sport.
Un'altra soluzione è rappresentata dall'intervento in laparoscopia, una tecnica chirurgica poco invasiva che permette di osservare i tessuti interni dell'addome e viene sfruttata soprattutto quando le ernie ombelicali presentano dimensioni importanti, anche per evitare di lasciare al paziente una cicatrice poco gradevole dal punto di vista estetico. Si tratta di un'operazione eseguita in anestesia generale, che attraverso una telecamera consente di visualizzare il tessuto fuoriuscito, fatto rientrare grazie all'inserimento di una rete di materiale sintetico che impedisce le recidive.
In gravidanza si può andare incontro a una condizione che prende il nome di diastasi addominale e che consiste in un’eccessiva separazione della parte destra da quella sinistra del muscolo retto addominale. Questa condizione è generata dal continuo accrescimento dell’utero che spingendo dall’interno crea una pressione tale da determinare questa “apertura” che darà luogo a erniazione. È una situazione che solitamente ha una risoluzione spontanea.
Non esistono strategie preventive specifiche per prevenire l'ernia ombelicale, specialmente quando il problema è congenito e dunque presente fin dalla nascita. Tuttavia, oltre a restare a riposo nelle due settimane successive ad un eventuale intervento chirurgico, mantenere un peso normale ed evitare frequenti sforzi fisici molto intensi può aiutare a evitare la comparsa del problema.