Il cibo che mangi inizia il suo viaggio nella tua bocca, poi arriva nella faringe, attraversa l'esofago e raggiunge lo stomaco. L'esofago, appunto, è quel canale per cui transita qualsiasi cosa tu deglutisca. Sia alimenti solidi che le bevande. Un nuovo studio però ti mette in guardia contro l'assunzione di tè, caffè o altri infusi troppo caldi. Sembra infatti che raddoppino il rischio di sviluppare cancro proprio all'esofago, anche se non si è ancora riuscito a identificare esattamente il motivo.
I ricercatori dell'American Cancer Society hanno individuato nei 60 gradi la soglia di temperatura che una bevanda calda non dovrebbe superare, per essere ingerita senza nessuna ripercussione sui tuoi organi. Chi per scelta o per risparmiare tempo tende invece a bere liquidi quando sono ancora bollenti ha fino al 90% di possibilità di soffrire di tumore, rispetto a chi non ha quest'abitudine. Una patologia che ogni anno uccide circa 400mila persone in tutto il mondo, secondo i dati dell'Istituto americano per la ricerca sul cancro.
Una correlazione per nulla da sottovalutare, quindi, anche se non è ancora chiaro come mai esista. Il dottor Stephen Evans, professore di Epidemiologia alla London School of Hygiene and Tropical Medicine ha spiegato alla Cnn che la causa è molto probabilmente imputabile al calore e non al tipo di bevanda. "Anche la marmellata riscaldata al microonde ha dimostrato di essere un fattore di rischio per il cancro all'esofago – ha detto – È infatti possibile che il trauma dell'eccessivo calore provochi una mutazione nelle cellule, che poi diventano cancerogene".
Un rischio che naturalmente aumenta se questo comportamento viene ripetuto quotidianamente, andando a colpire una zona già irritata dalla bevanda calda ingerita in precedenza. Il consiglio quindi è quello di lasciar raffreddare tè, caffè e qualsiasi alimento "che scotta", prima di mangiarlo. E non è nulla di diverso rispetto a quanto ti avrà sempre detto tua mamma da piccolo.
Fonte| "A prospective study of tea drinking temperature and risk of esophageal squamous cell carcinoma" pubblicato su International Journal of Cancer il 20 marzo 2019