Fai attenzione ai cibi ultraprocessati: potrebbero farti invecchiare prima del tempo

Prodotti surgelati, ricchi di zuccheri, grassi saturi, conservanti e additivi sarebbero collegati a un invecchiamento biologico precoce. Lo dice uno studio spagnolo secondo cui un’alimentazione con più di tre porzioni al giorno di cibi ultra-processati favorirebbe una maggior possibilità di avere telomeri più corti, ovvero quelle componenti dei cromosomi a cui sarebbe legata l’età delle cellule.
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Kevin Ben Alì Zinati 4 Settembre 2020
* ultima modifica il 23/09/2020

Mangiare sano allunga la vita. Oppure, se vuoi guardarla dall’altro lato, posso dirti che un’alimentazione scorretta e di scarsa qualità favorisce l’invecchiamento. Consumare più di tre porzioni al giorno di cibi super-elaborati può infatti incidere sulla lunghezza dei tuoi telomeri, strutture legate ai tuoi cromosomi dalla cui lunghezza dipende la tua “età”. Secondo uno studio dell’Università di Navarra, Madrid e Pamplona presentato al congresso europeo e internazionale dell'obesità e poi pubblicato sull'American Journal of Clinical Nutrition, chi consuma regolarmente grandi quantità di questi cibi surgelati, ricchi di zuccheri, sale, grassi saturi, coloranti, conservanti o additivi avrebbe una probabilità doppia di avere telomeri più corti e andrebbe incontro, quindi, a un invecchiamento precoce delle cellule.

Alimentazione e invecchiamento

Quando ti parlo di telomeri mi riferisco a delle strutture poste alle delicate estremità dei cromosomi con la funzione, appunto, di preservarne l’integrità. I telomeri hanno un importante ruolo nel determinare la durata della vita di ciascuna cellula perché ad ogni divisione cellulare (e quindi a ogni duplicazione), questi si accorciano finché non sono così sottili da non riuscire più a proteggere il cromosoma, che si ritrova così esposto a danni, mutazioni e quindi all’invecchiamento.

Lo studio dei ricercatori spagnoli voleva indagare la possibile relazione tra l’invecchiamento biologico precoce e cibi ultraprocessati, ovvero quei prodotti industriali, surgelati, ricchi di zuccheri, coloranti e additivi. Così hanno diviso 645 uomini e 241 donne in base alle loro abitudini: da chi ne consumava meno di 2 porzioni al giorno, al gruppo da 2 a 2,5, fino a quelli più “affezionati” che ne consumavano rispettivamente da più di 2,5 a 3 a più di 3 porzioni giornaliere.

Risultati

I risultati hanno in sostanza confermato quanto questi cibi possano effettivamente danneggiare l’organismo. Sarebbe emerso, infatti, che chi consumava più di 3 porzioni al giorno di cibi ultra-processati presentava una maggior probabilità di malattie cardiovascolari, diabete e grassi in eccesso nel sangue. E analizzando i cromosomi, i ricercatori hanno appunto osservato che il rischio di avere telomeri più corti aumentava in rapporto al sempre maggior consumo di cibi ultra-processati: l’aumento registrato sarebbe stato dell’82%.

Fonti | "Ultra-processed food consumption and the risk of short telomeres in an elderly population of the Seguimiento Universidad de Navarra (SUN) Project" pubblicato sul numero di giugno 2020 della rivista American Journal of Clinical Nutrition

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