Farmaci miorilassanti: cosa sono e come agiscono sui tuoi muscoli

Sono usati per sciogliere e rilassare i muscoli, ma anche come supporto per le anestesie negli interventi chirurgici. Vediamo cosa sono i farmaci miorilassanti, quando si usano e quali sono i più comuni.
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Sara Del Dot 28 Novembre 2018
* ultima modifica il 16/09/2020

Sono rimedi specifici per la distensione e lo scioglimento dei muscoli, ma ce ne sono di diversi tipi e tutti esercitano un’azione molto mirata su determinate parti del corpo. Scopriamo insieme cosa sono i farmaci miorilassanti e in che modo agiscono.

Cosa sono

Quelli miorilassanti (lo dice anche il nome) sono farmaci usati per favorire il rilassamento della muscolatura, sia per quanto riguarda quella liscia (muscoli involontari) sia quella scheletrica (muscoli volontari), in diverse circostanze e in presenza di varie patologie. Di solito vengono somministrati in capsule, compresse o sospensione per via orale, ma a volte anche tramite iniezioni sottocutanee, intramuscolari o endovenose. Ne esistono di due tipi, che agiscono in modi diversi: quelli ad azione centrale e quelli ad azione periferica, a loro volta suddivisi in competitivi e depolarizzanti.

Quando vengono usati

I farmaci miorilassanti vengono prescritti in presenza di forti dolori causati da contratture, strappi o spasmi muscolari, ma anche per agire su patologie reumatiche, lombalgie, cervicalgie e traumi della spina dorsale. Sono però usati anche su persone affette da spasticità muscolare e sclerosi multipla. Inoltre, hanno anche funzione di ausilio nelle anestesie e durante diagnosi invasive. È bene che tu sappia, però, che i miorilassanti vengono venduti solo previa ricetta e, una volta che li hai acquistati, devi assumerli sempre sotto stretto controllo del medico per evitare spiacevoli effetti collaterali.

Tipologie e azioni dei miorilassanti

Come ho già accennato all’inizio, esistono due diversi tipi di farmaci miorilassanti, suddivisi in base ai loro meccanismi di azione sui muscoli:

  • I miorilassanti centrali agiscono direttamente sul sistema nervoso centrale e sono usati per lo più per contratture, spasticità muscolari, disturbi della colonna vertebrale, patologie autoimmuni.
  • I miorilassanti periferici, invece, agiscono sul sistema nervoso periferico e vengono usati sia per favorire alcuni esami diagnostici invasivi sia come supporto dell’anestesia negli interventi chirurgici. Questa categoria conta poi due sottogruppi: i miorilassanti competitivi, (chiamati così perché entrano in competizione con l’acetilcolina, che è un neurotrasmettitore rilasciato dopo un impulso nervoso, contrastandone l’effetto) che interrompono la trasmissione neuromuscolare per molto tempo e quindi vengono usati per lunghe operazioni chirurgiche; e i miorilassanti depolarizzanti, che bloccano la trasmissione neuromuscolare per meno tempo e quindi sono usati per interventi brevi.

I miorilassanti più usati

Tra i farmaci miorilassanti ad azione centrale troviamo:

  • Baclofen: usato per ipertonia spastica associata alla sclerosi multipla, patologie del midollo spinale e patologie cerebrali.
  • Carisoprodol: usato per il dolore acuto alla schiena.
  • Tizanidina: usata per contrastare la spasticità, agisce principalmente sul midollo spinale.
  • Silodosina: rilassa i muscoli della prostata e della vescica, contrastando l’ipertrofia prostatica benigna.

Alcuni di quelli ad azione periferica di tipo competitivo non depolarizzante sono:

  • Atracurio
  • Vecuronio

Entrambi usati per facilitare l’intubazione endotracheale e gli effetti dell’anestesia nel corso di un intervento chirurgico.

Infine, alcuni dei farmaci miorilassanti ad azione periferica depolarizzanti:

  • Succinilcolina: usata spesso per facilitare esami endoscopici.

Effetti collaterali dei farmaci miorilassanti

Poiché si tratta di farmaci che rilassano i muscoli, uno dei principali effetti collaterali riguarda proprio l'eccesso di questo beneficio, che potrebbe tradursi in sedazione. Anche per questa ragione viene sconsigliato di assumerli prima di mettersi alla guida o praticare attività dove è richiesta una particolare attenzione. Altre conseguenze potrebbero essere le vertigini e, di conseguenza, anche nausea e problemi intestinali. Infine potrebbe sembrarti di avere appena compiuto uno sforzo fisico molto grande e quindi potresti incorrere nell'astenia e nell'ipotonia. Non stupirti nemmeno se ti provocano disturbi della qualità del sonno.

In generale, se avverti uno di questi effetti collaterali, chiedi consiglio al tuo medico: non è mai una buona idea smettere di assumere dei farmaci di punto in bianco, senza aver ascoltato il parere di uno specialista.

(Modificato da Giulia Dallagiovanna il 18/03/2019)

Fonte | Humanitas Research Hospital

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