Febbre del Bradipo, come si diffonde questa malattia causata dal virus Oropouche e già arrivata anche in Italia

Da gennaio ad oggi, tra Bolivia, Brasile, Colombia e Perù sono stati registrati 8078 casi di febbre dal virus Oropouche ma la malattia è già arrivata anche in Italia. Su The Lancet un gruppo di scienziati ha tracciato i contorni di questa patologia, definita febbre del bradipo, responsabile di sintomi simili a quelli della dengue ma capace, in alcuni di originare encefaliti e meningiti.
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Kevin Ben Alì Zinati 15 Agosto 2024
* ultima modifica il 15/08/2024

Il virus Oropouche non è più un agente patogeno oscuro e poco conosciuto relegato ad alcune zone del Sud America.

È vero, tra Bolivia, Brasile, Colombia e Perù da gennaio ad oggi sono stati registrati 8078 casi e di recente, per la prima volta nella storia, sono arrivate segnalazioni anche dall’isola di Cuba.

Grazie a un mix di fattori come globalizzazione e il cambiamento climatico, però, di virus arbovirus responsabile di sintomi simili a quelli della dengue, ormai si parla anche alle nostre latitudini.

Da inizio anno sono stati individuati dei casi anche in Spagna, per esempio. Ma quando dico “nostre latitudini” intendo proprio l’Italia.

Lo scorso giugno, se ti ricordi, i laboratori del Dipartimento di malattie infettive tropicali e Microbiologia dell’Irccs Sacro Cuore Don Calabria di Negrar di Verona, in Veneto, avevano registrato il primo caso europeo di febbre Oropouche.

Qui, come successo in Spagna, non si trattava di un’infezione autoctona, quindi contratta dalla puntura di una zanzare (o un altro insetto vettore) ormai di casa nel nostro Paese, quanto piuttosto di un caso importato.

Dettaglio importante e decisivo, sì, ma non definitivo. La storia del virus Oropouche e della malattia che causa, la cosiddetta «febbre del bradipo» ritrovati al di fuori del “loro habitat abituale” è l’ennesima testimonianza di come la crisi climatica stia davvero alterando anche la geografia delle malattie.

La prova, insomma, che il problema esiste, è serio e soprattutto urgente. Per questo un editoriale pubblicato sulla prestigiosa rivista The Lancet ha voluto tracciare in maniera più precisa i contorni di questa malattia: per prendere coscienza e consapevolezza della nuova potenziale malattia da affrontare.

I sintomi

La febbre del bradipo è causata dal virus Oropouche, un virus emergente ma non nuovo rilevato per la prima volta nel villaggio di Oropouche, a Trinidad e Tobago, nel 1955.

L’animale serbatoio preferito di questo virus sono i bradipi dalla gola pallida (Bradypus tridactylus), da cui deriva il nome, ma può albergare anche nei primati non umani e negli uccelli.

Nella maggior parte dei casi la febbre Oropouche si manifesta in forma lieve, con sintomi simili alla dengue tra cui:

  • mal di testa
  • dolori muscolari
  • nausea 
  • eruzione cutanea

La peculiarità è che in alcuni casi l’infezione può anche sfociare in meningite ed encefalite.

La diffusione e il ruolo della crisi climatica

Nell’editoriale, gli scienziati provano a rispondere alla domanda che starà attanagliando anche te. Al netto del fatto che i casi segnalati “alle nostre latitudini” sono stati importati da Paesi esteri (probabilmente Cuba), perché il virus Oropouche è improvvisamente emerso in aree in cui non era mai stato segnalato?

Noi lo diciamo da tempo: la crisi climatica sta modificando anche la geografia delle malattie. Funziona così. Aumentano le temperature, le popolazioni di zanzare si spostano alla ricerca di climi più adatti alla loro proliferazione ed ecco che in quelle zone prima sfavorevoli ora diventano habitat perfetti per loro e le malattie di cui sono vettori.

“Un altro fattore – si legge su The Lancet – è che il genoma del virus Oropouche è formato da tre segmenti di RNA, mentre la maggior parte dei virus trasmessi da insetti ne è composta da uno. Le mutazioni possono derivare dallo scambio di segmenti. Questi cambiamenti genetici possono avere un impatto sulla capacità del virus di infettare, causare malattie, diffondersi, eludere il sistema immunitario e sviluppare resistenza ai farmaci. Ci sono prove preliminari che il riassortimento potrebbe essere alla base dell'attuale epidemia”.

Come per altre malattie trasmesse da vettori come zanzare, bisogna poi tenere in considerazione la mobilità da un capo all'altro del Pianeta e il comportamento umano e animale, la deforestazione e il continuo e sfrenato consumo di suolo come fattori di spinta. Tutte cose già viste conta pandemia da Sars-CoV-2, ricordi?

Trasmissione

La febbre del bradipo insomma viene trasmessa all’uomo da insetti, moscerini (Culicoides paraensis) e zanzare su tutti.

Tuttavia, scrivono gli scienziati, nell'epidemia in corso, il virus Oropouche ha infettato persone che vivono in regioni lontane dalle aree boschive, indicando così che può esistere anche un «ciclo urbano», legato quindi a popolazioni animali, zanzare e moscerini presenti anche in città.

Secondo l’Organizzazione Panamericana della Sanità, vi sarebbe preoccupazioni anche per una potenziale trasmissione del virus da madre a figlio durante la gravidanza oltre al rischio di potenziali difetti alla nascita e nati morti associati al virus Oropouche.

Il Brasile infatti ha segnalato una morte fetale e un aborto spontaneo nello stato di Pernambuco, nonché quattro casi di neonati con microcefalia: almeno altri tre decessi fetali sono in fase di indagine.

Trattamento

L’urgenza nelle parole degli scienziati si legge anche quando ammettono che oggi, sfortunatamente, non ci sono vaccini o terapie specifiche disponibili o in fase di sviluppo.

“Gli interventi di controllo per le malattie trasmesse da vettori come repellenti per insetti e zanzariere potrebbero non essere ottimali per rallentare la diffusione del virus di Oropouche” scrivono su The Lancet, spiegando che i moscerini sono molto piccoli e possono passare attraverso le zanzariere e potrebbero essere meno colpiti dai repellenti per insetti comunemente usati.

Tuttavia, “insetticidi chimici come deltametrina e N,N-dietil-meta-toluamide hanno dimostrato di essere efficaci nel controllo delle specie Culicoides e Culex” concludono i ricercatori.

Fonte | "Oropouche fever, the mysterious threat" pubblicato l'8 agosto 2024 sulla rivista The Lancet 

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