Fecondazione assistita in Italia, dal 2024 i costi saranno coperti dal ticket del SSN

Il ministro della Salute Orazio Schillaci ha annunciato che dal 2024 la procreazione mediamente assistita sarà coperta dal ticket per qualsiasi donna e in qualunque Regione d’Italia.
Kevin Ben Alì Zinati 15 Settembre 2023
* ultima modifica il 15/09/2023

Ovunque e per tutte. A partire dal 2024 la possibilità di accedere alla procreazione medicalmente assistita attraverso il pagamento di un ticket sarà così: aperta a ogni donna, in qualunque Regione d’Italia si trovi.

L’accesso alla Pma non sarà più per poche, insomma. Dopo sei anni di attesa, è stata messa la parola fine a quella che il ministro della Salute Orazio Schillaci ha definitoun’iniquità che non era più tollerabile”.

Sì, perché prima dell’approvazione del decreto Tariffe nei Livelli Essenziali di Assistenza, la gratuità di tale pratica era riservata solo ad alcune zone del Paese. Questo, di fatto, incentivava il ricorso a centri privati e allo steso tempo spingeva il fenomeno del «turismo procreativo» da un capo all’altro dello Stivale.

Ancora pochi mesi, invece, e il futuro avrà finalmente inizio. Schillaci lo ha annunciato nel suo intervento al convegno “Natalità: work in progress" promosso dalla Società italiana di ginecologia e ostetricia, durate il quale ha snocciolato anche i numeri che confermano l’urgente necessità di un ticket per la Pma.

“Nel 2021, dopo la battuta d'arresto registrata durante la pandemia si è osservata una ripresa dell'applicazione di tutte le tecniche di Pma. In particolare – ha continuato il ministro – i cicli di Pma nell’anno 2021 hanno registrato un aumento del 36% rispetto al 2020, le gravidanze del 50% e i bambini nati vivi del 49%. Inoltre, si è registrato un maggiore ricorso ai centri pubblici e privati convenzionati rispetto a quelli privati”.

L’offerta di prestazioni sanitarie più eque e omogenee sul territorio nazionale infatti di procreazione medicalmente assistita è una decisione che inserita nella più ampia lotta del Governo al problema del calo demografico che, ormai da anni, sta colpendo l’Italia.

Negli ultimi anni abbiamo assistito a un crollo costante. Considera che tra il 2012 e il 2022 siamo passati dai 500mila nati all’anno al record negativo di 390mila dell’anno scorso, a fronte di 700mila decessi.

Un inverno demografico, come lo ha definito drasticamente Schillaci, che contribuisce a ingrigire ulteriormente una situazione già drammatica, con un calo demografico previsto di 11 milioni nei prossimi anni che potrebbe portare la popolazione italiana dagli attuali 59 milioni addirittura a 48 milioni di abitanti.

Incentivare, sostenere, ampliare e facilitare anche la procreazione medicalmente assistita è dunque un’azione strategica decisamente importante. Non è però l’unica.

In sostegno alla natalità, ha sottolineato il ministro, “c'è bisogno anche del contributo del personale sanitario, in particolare di ginecologi, ostetriche e anche di medici di medicina generale e di tutte le figure che, grazie al rapporto fiduciario con le proprie assistite, possono promuovere conoscenza e consapevolezza”.

Servirà poi lavorare per rendere sempre più sicuro ed efficace il percorso che dalla gravidanza porta poi alla nascita. In concreto, significa incentivare e migliorare gli screening prenatale materno e fetale, rafforzare i punti nascita offrendo parto-analgesia a chi lo richiede, standardizzare la pratica del rooming-in (la forma di assistenza che permette alle mamme di stare nella stessa stanza con il proprio neontato) e introdurre l’assistenza domiciliare nel puerperio in maniera più estesa e omogenea.

Fonte | Convegno Natalità: work in progress; Ansa; Siru

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