Fecondazione in vitro: cos’è di preciso e come funziona questa procedura

La fecondazione in vitro dà la possibilità a chi ha problemi nel concepimento di riuscire ad avere figli. Ma in cosa consiste e quali sono gli step da affrontare? Dalla stimolazione, al prelievo, all’unione, al transfer. Una procedura che regala una possibilità in più, ma vediamo insieme tutto ciò che devi sapere.
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Valentina Danesi 17 Luglio 2021
* ultima modifica il 17/07/2021

Diventare genitori è il sogno di tante coppie, indipendentemente dal loro orientamento sessuale o dallo status sentimentale. Purtroppo, non è detto che i figli arrivino in modo naturale, nemmeno quando gli aspiranti genitori sono un uomo e una donna. Ed è in quel momento che si prende in considerazione la procreazione medicalmente assistita. Tra le diverse modalità percorribili, esiste la fecondazione in vitro. Potresti averne sentito spesso parlare, ma sai davvero in cosa consiste? Proviamo a capirlo meglio insieme.

Cos’è

La fecondazione in vitro, che viene anche chiama  FIV o FIVET, è una tecnica di procreazione durante la quale l'ovulo viene fecondato dallo spermatozoo direttamente in laboratorio e, se l'embrione si forma, verrà poi trasferito nell'utero della donna. Se riuscirà ad attecchire, inizierà la gravidanza. Entrando più nel dettaglio, esistono 4 tipologie di FIVET (che può essere eterologa o omologa, in base alla provenienza di ovuli e spermatozoi):

  • con ovuli della futura mamma e sperma del futuro papà
  • con ovuli della futura mamma e sperma di un donatore
  • con ovuli di donatrice e sperma del futuro papà
  • con ovuli di donatrice e sperma di donatore

Ma quali sono esattamente tutti i passaggi? Eccoli.

Come funziona

Come potrai immaginare, ogni singolo step viene attentamente controllato e monitorato.

    1. Il primo è quello della stimolazione ovarica. Ogni donna, come saprai, produce un ovulo al mese. La stimolazione a base di ormoni è necessaria per portare a maturazione un numero maggiore di follicoli e ottenere quindi più ovuli, per aumentare la possibilità di una futura gravidanza. Questo primo momento non è uguale per tutte, ma va pensato ad hoc per ogni singola paziente con una terapia ormonale personalizzata e con costanti controlli ecografici di conta di numero e dimensione dei follicoli. Per portare a maturazione i follicoli, in particolare, l'ormone somministrato è l'hCG.
    2. Una volta pronti, gli ovuli devono essere prelevati. Questa fase viene chiamata di pick-up e prevede la somministrazione di un'anestesia molto leggera (una sedazione profonda) per poter eseguire il prelievo. Quest'ultimo viene fatto attraverso un piccolo ago, che raggiungerà le ovaie per via transvaginale, ovvero passando per la vagina. Naturalmente, l'intera procedura viene eseguita monitorando il tutto attraverso un ecografo.
    3. Quasi in contemporanea con il prelievo degli ovuli, deve anche essere raccolto il liquido seminale che contiene gli spermatozoi. In alternativa, il liquido seminale può essere stato crioconservato in precedenza e va quindi preparato nelle stesse ore in cui avviene il prelievo ovocitario.
    4. A questo punto, si passa all'incontro in laboratorio tra i due gameti per ottenere la fecondazione. Su una piastra apposita, gli ovuli prelevati vengono fatti circondare dagli spermatozoi per almeno 12 ore consecutive e di solito l'unione avviene in modo spontaneo e naturale.
    5. Infine tra i 2 e i 6 giorni successivi si può procedere con il transfer embrionario, per il quale non sarà invece necessaria l'anestesia. Se l'endometrio ha raggiunto il giusto spessore, il transfer verrà eseguito grazie a una cannula. Potrà essere inserito uno o più embrioni. In ogni caso, quelli non utilizzati potranno essere congelati e destinati a eventuali future gravidanze.

Quando viene consigliata 

La fecondazione in vitro è naturalmente una procedura medica e prima di sceglierla dovrai parlarne con il tuo ginecologo e valutare assieme a lui la situazione. Di solito viene consigliata in alcuni casi specifici come:

  • ostruzione o mancanza delle tube
  • problemi di sterilità
  • endometriosi
  • difficoltà nell’inseminazione

Conservazione degli embrioni 

Perché i restanti embrioni vengono congelati? Il motivo è che queste procedure non sono prive di conseguenze per l’organismo femminile e quindi sarebbe preferibile non dover ripetere di nuovo la stimolazione ormonale. Non solo, ma purtroppo esiste anche la possibilità che non si riesca a portare a termine la gravidanza e che quindi a un certo punto si voglia riprovare. Oppure, più semplicemente, si vorrà dare un fratellino al tuo primo figlio. Congelare gli embrioni, dunque, permette di tentare di nuovo, saltando i primi passaggi e procedendo direttamente alla devitrificazione (o scongelamento) degli embrioni e al loro transfer in utero.

Fonte| Humanitas 

Le informazioni fornite su www.ohga.it sono progettate per integrare, non sostituire, la relazione tra un paziente e il proprio medico.