Frattura del polso: basta una distrazione, ma non dobbiamo avere paura

Non è difficile farsi male quando si pratica attività sportiva, ma basta anche una semplice distrazione e quella che poteva essere solo una botta si trasforma in una frattura del polso e sistemarla può essere più o meno semplice a seconda della tipologia. Può servire un tutore, un gesso, ma talvolta è necessario l’intervento.
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Valentina Danesi 14 Agosto 2020
* ultima modifica il 30/04/2021

Ti sei mai fatto male a un polso giocando o facendo sport? A volte i traumi sono così forti e violenti che portano proprio alla sua frattura. Ma quando si può parlare di frattura? E cosa si può fare in merito?

Cos’è

Basta fare sport o prestare poca attenzione a ciò che si sta facendo e in un secondo ci si può rompere un polso. La frattura del polso e della mano è un’interruzione della continuità di un osso che di solito si verifica dopo un evento traumatico. È particolarmente facile che si verifichi in chi pratica attività sportiva (specialmente se a rischio) o in persone anziane che hanno ossa più deboli.

I tipi di frattura

Una frattura può essere di diversi tipi:

  • scomposta se i due monconi si spostano e non si trovano più allineati sullo stesso asse (come erano in origine)
  • composta se i frammenti che la compongono rimangono sullo stesso asse.

Ma non solo. Possiamo anche distinguere una frattura in base all’esposizione della stessa:

  • chiusa se non c’è lacerazione del tessuto muscolare o cutaneo
  • esposta quando un osso lacera la cute (in questi casi aumenta il rischio di infezione).

I sintomi

Le fratture del polso e delle dita sono piuttosto frequenti. Di solito, ti accorgi perché si manifestano con un dolore violento, acuto, con la deformazione dell’arto, gonfiore, incapacità funzionale e dei movimenti, ma anche tumefazione ed ecchimosi. Tutti elementi che non avresti difficoltà a riconoscere.

Le cause

A causare la frattura di un polso sono prevalentemente traumi da caduta e di solito sono tipici di chi pratica molto sport proprio perché si espone a rischi maggiori. Questo genere di frattura interessa una forbice che include tutte le età, dall’infanzia all’età adulta. Oltre agli sportivi o chi pratica hobby estremi, ad essere particolarmente esposti al problema sono gli anziani, a causa del fisiologico indebolimento della struttura ossea e dell’osteoporosi.

La diagnosi 

Non sempre i sintomi sono uguali per tutti e la frattura del polso può essere confusa con una semplice distorsione se non sei esperto. È quindi fondamentale che, se hai un dubbio, ti sottoponga a una radiografia anche se i sintomi non sono accentuati.

Se i raggi X evidenziano una frattura, questa andrà esaminata per valutare la posizione e la stabilità dei frammenti ossei. In base ai risultati dell'esame radiografico, qualora servisse supportato da una TAC o da una risonanza, si deciderà il trattamento più opportuno per curare la frattura.

La cura 

Per sopperire al dolore verrà sicuramente suggerito dal medico che ti ha in cura un antidolorifico, poi seguirà la visita per capire l’entità del problema. Le fratture più semplici infatti possono essere trattate con un gesso o un tutore, mentre quelle più complesse che coinvolgono l’articolazione, devono essere sottoposte a un intervento. Oggi l’intervento più diffuso è l’osteosintesi con una placca. In questo caso, ti viene applicata una placca con delle viti che nella maggior parte dei casi non è poi necessario togliere. È un’operazione semplice, che dura circa 30-60 minuti. Non sempre è possibile tornare all’uso ottimale della parte. Nei casi di frattura si parla di guarigione in cinque settimane, ma con un intervento adeguato è possibile riprendere una funzione elementare della mano anche con largo anticipo.

La riabilitazione

I tempi di recupero possono variare in base alla frattura, alla soggettività e se è stato fatto o meno un intervento. La riabilitazione è consigliata soprattutto se sei stato sottoposto all’intervento chirurgico con dei cicli creati ad hoc in base alla tua situazione. Anche dopo la rimozione del gesso si dovrà iniziare dei cicli di riabilitazione. In genere la fase critica che potresti riscontrare è il contrasto alla tumefazione e la rigidità della mano.

Per evitare la tumefazione è importante che tenga la mano elevata e che faccia un bendaggio compressivo alla mano e al polso. La rigidità, invece, può essere controllata effettuando degli esercizi di movimento del polso. Inoltre, per la funzionalità della mano nel suo complesso non dimenticare di tornare alla normalità con piccoli movimenti come mangiare, lavare i denti. In sostanza, riappropriati della tua quotidianità.

Fonti| Humanitas, Mater Domini

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