Gastroscopia: come funziona e a cosa serve l’esame che indaga il tuo stomaco

La gastroscopia è un esame specifico piuttosto invasivo ed è questo il motivo per cui non viene prescritto “con leggerezza”. Qualche fastidio e qualche rischio, infatti, c’è. Perché? Perché attraverso un sondino con telecamera inserito attraverso la bocca viene scrutato l’interno delle vie digestive. Vediamo con precisione in cosa consiste e quali sono le possibili complicazioni.
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Valentina Danesi 21 Dicembre 2020
* ultima modifica il 27/01/2021

Se hai problemi di mal di stomaco o frequenti disturbi legati alla digestione, ti sarai sicuramente informato sulla gastroscopia. Si tratta di un esame diagnostico durante il quale un sondino provvisto di telecamera verrà inserito nel tuo stomaco attraverso la bocca per verificare la presenza di possibili lesioni o altre manifestazioni di una patologia specifica. Sicuramente non è un'indagine piacevole a cui sottoporsi, ma per fortuna è prevista una sedazione. Per alleggerire la preoccupazione, proviamo ad approfondire insieme questo tipo di esame.

Cos’è

La gastroscopia è un esame specifico piuttosto invasivo. Spesso il medico non te lo consiglia se non strettamente necessario, proprio perché è fastidioso e non è a rischio zero. Infatti, attraverso la bocca, o il naso, ti introdurranno un sondino con una telecamera all’estremità per osservare le superfici interne dell'esofago, dello stomaco e del duodeno, che è la porzione iniziale del tuo intestino.

Come ci si prepara

Se ti devi sottoporre a questo esame c'è una specifica preparazione preventiva a cui ti devi dedicare. Come infatti potrai intuire, è indispensabile avere lo stomaco vuoto. Questo significa che non puoi né mangiare né bere, nemmeno acqua, durante le otto ore precedenti all’esame.

A cosa serve 

Ma in quali occasioni ti potrebbe venire consigliata? Questo esame serve soprattutto per chi lamenta spesso dolore, come il famoso "bruciore di stomaco", nausea e difficoltà di deglutizione. In generale, a chi soffre di quelli che vengono definiti nella vita di tutti i giorni “problemi di stomaco”. Magari in alcuni di questi disturbi ti ci rivedi anche tu.

Durante l’esame si può effettuare la biopsia, ossia la rimozione di una piccolissima parte di tessuto, che viene eseguita per ricercare eventuali infezioni o rivelare patologie come intolleranze e allergie, tra cui è compresa anche la celiachia, ma anche lesioni pre-tumorali o già tumorali. In sostanza, osservando dall’interno è possibile verificare lo stato del tuo stomaco e capire se vi siano delle manifestazioni da indagare meglio, perché possibile segno di malattie anche gravi.

Ma non solo. Durante la gastroscopia possono anche essere eseguite procedure terapeutiche, ossia delle azioni che possono risolvere o aiutare a superare il problema, come la distensione di una zona con un restringimento, la rimozione di polipi o il trattamento di emorragie digestive.

Come si svolge 

Se verrai sottoposto a gastroscopia non dovrai temere l'utilizzo di aghi. Inoltre è prevista una sedazione locale, tramite spray che ti spruzzeranno in gola. Tuttavia, se preferisci evitare è possibile non effettuare alcun tipo di anestesia.

Ecco cosa succede quando si inizia: mentre sei steso sul fianco sinistro, l’endoscopio verrà inserito nelle tue vie digestive tramite la bocca per una durata complessiva di 5-10 minuti. Resterai poi in osservazione per un tempo breve e a quel punto potrai essere riaccompagnato a casa. Ricordati di chiedere al medico dopo quante ore potrai mangiare.

Le possibili complicazioni 

Per quanto riguarda la gastroscopia, non ci sono rischi a lungo termine. Le uniche complicazioni che potresti incontrare accadono durante l’esame stesso, ma va detto che sono molto rare. Il sondino potrebbe ad esempio danneggiare la parete del tuo stomaco o dell'esofago. In questo caso è necessario suturare subito la ferita con un intervento chirurgico. Se invece viene effettuata anche la biopsia potresti andare incontro a un leggero sanguinamento che, però, può essere tranquillamente arrestato già nel corso dell’esame.

Fonti| Humanitas, AIRC, Mater Domini

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