Gli animali domestici possono contrarre o trasmettere il Coronavirus? Facciamo chiarezza

Anche il capo della Protezione Civile Angelo Borrelli aveva ammonito a non abbandonare i propri animali domestici per paura di una trasmissione del Coronavirus. Ora ci ha pensato l’Istituto Superiore di Sanità a ribadire con forza che “non ci sono evidenze che cani e gatti possano avere un ruolo importante nella trasmissione del Sars-Cov-2 all’uomo”. Finora sono stati registrati solo 4 casi di positività su 800mila nell’uomo, in due cani e due gatti.
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Kevin Ben Alì Zinati 4 Aprile 2020
* ultima modifica il 13/11/2020

Gli animali domestici possono contrarre il Coronavirus? Sì. Possono trasmetterlo all’uomo? No. Non esiste infatti alcuna evidenza che cani o gatti giochino un ruolo nella diffusione epidemica di SARS-CoV-2”. E allora non c’è alcun motivo per abbandonarli o liberarsene. L’appello era già arrivato direttamente dal capo della Protezione Civile Angelo Borrelli durante la consueta conferenza stampa del 19 marzo ma ora anche la nota dell’Istituto Superiore di Sanità vuole fare chiarezza per raddrizzare uno dei tanti aspetti dell’emergenza che, purtroppo, aveva preso pieghe non tanto piacevoli.

Gi animali contagiati

Che il Coronavirus all’uomo sia passato attraverso un animale selvatico è tra le ipotesi finora più accreditate. Ma che ora il tuo cane o il tuo gatto sia vettori del virus non ha evidenze scientifiche. L’Istituto Superiore di Sanità spiega che è vero, anche gli animali domestici potrebbero contrarre il Sars-Cov-2. I casi al momento tuttavia sono davvero ridottissimi.

Al 2 aprile 2020, a fronte di 800 mila casi confermati nel mondo nell’uomo, sono stati registrati solo 4 positività negli animali da compagnia: due cani e un gatto ad Hong Kong e un gatto in Belgio. L'Istituto spiega anche che in tutti i casi registrati negli animali, l’uomo è sempre stato il vettore dell’infezione. E anche negli animali le infezioni possono essere pauci sintomatiche: nei due cani e nel gatto registrati a Hong Kong, l'infezione si è evoluta anche in forma asintomatica.

Il gatto trovato positivo in Belgio, invece, aveva sviluppato una “sintomatologia respiratoria e gastroenterica” dopo circa una settimana che la sua padrona era rientrata dall’Italia. Tra i sintomi il gatto aveva avuto anche anoressia, vomito e diarrea. A partire dal nono giorno, però, “è andato incontro a un miglioramento spontaneo”.

L’Iss sottolinea anche che in tutti e quattro i casi son stati effettuati test diagnostici molecolari e che, per ora, siccome il virus non è stato isolato, c’è una mancanza di informazioni utili per divenire lo storico dell’infezione.

Gli animali domestici non contagiano

Ma la strada inversa, ovvero che gli animali domestici come il tuo cane o il tuo gatto, possano trasformare in vettori per il Coronavirus verso di te e verso gli altri, per ora non trova assolutamente conferme. L’Iss è chiaro: “Non esiste infatti alcuna evidenza che cani o gatti giochino un ruolo nella diffusione epidemica di SARS-CoV-2 che riconosce, invece, nel contagio interumano la via di trasmissione”.

Perciò escludere dalla nostra vita i nostri animali domestici non ha senso e abbandonarli non è solo un comportamento da condannare sempre, ma oggi è del tutto sbagliato. Cioè non ha motivazioni scientifiche che possano in qualche modo supportarlo. Ci sono evidenze invece che gli animali domestici potrebbero essere infettati. Per questo la raccomandazione è quella di “adottare comportamenti utili a ridurre quanto più possibile l'esposizione degli animali al contagio, evitando, ad esempio, i contatti ravvicinati con il paziente, così come si richiede agli altri membri del nucleo familiare”. Il che significa agire in modo responsabile per la loro salute.

Fonti | Istituto Superiore di Sanità  

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