Gli ricostruiscono la mandibola con una protesi che cresce insieme a lui, il dottor Consorti: “Per aiutare il ragazzo serviva un’intuizione”

Un giovane di 11 anni era rimasto con il volto deformato a causa dell’asportazione di mezza mandibola dopo l’eradicazione di un tumore. I chirurghi maxillo-facciali degli ospedali Riuniti di Ancona sono riusciti a realizzare un dispositivo che si adatta al naturale sviluppo del bambino.
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Kevin Ben Alì Zinati 1 Aprile 2021
* ultima modifica il 28/04/2021
In collaborazione con il Dott. Giuseppe Consorti Dirigente medico dell’unità operativa di chirurgia maxillo-facciale degli Ospedali Riuniti di Ancona

Come si fa a ricostruire la mandibola di un bambino? Nel caso di un adulto di solito i chirurghi asportano un lembo del perone e creano una protesi con un innesto osseo, ma con un ragazzo è diverso.

Il suo fisico, così come le sue ossa, sono ancora nel pieno dello sviluppo, il perone ha delle dimensioni proporzionate all'età e il rischio è che la protesi funzioni solo per alcuni anni: mentre il corpo del bambino cresce, questa resterebbe ferma, creandogli altri problemi e costringendolo a successivi interventi.

“Al termine della crescita e durante l’adolescenza il ragazzo da un punto di vista morfologico si troverebbe con una deformità. Per questo, insomma, la protesi mandibolare su un bambino tendenzialmente non si fa.

Ce l’ha spiegato il dottor Giuseppe Consorti, dirigente medico dell’unità operativa di chirurgia maxillo-facciale degli Ospedali Riuniti di Ancona che con la sua équipe si è trovato di fronte proprio a questo dilemma.

Tra le corsie dell’ospedale era ricoverato un piccolo paziente di soli 11 anni. Il dottor Consorti conosceva bene la sua storia. “Sei anni fa era stato operato per l’asportazione di metà mandibola per eliminare un tumore. È stato un intervento demolitivo a seguito del quale il ragazzo aveva riportato deformità del volto e varie difficoltà.

Masticare e parlare erano azioni semplici ma difficilissime, senza contare le ripercussioni sociali e psicologiche con cui il giovane ha dovuto convivere per anni. La qualità della sua vita, insomma, era compromessa.

Chirurghi e medici dell’Ospedale l’hanno seguito e monitorato per tutto questo tempo e quando si è presentato il momento propizio, anche dal punto di vista oncologico, hanno deciso di intervenire. La domanda era: come?

Serviva un’intuizione perché, ci ha spiegato il dottor Consorti, “questo tipo di intervento in un bambino così piccolo di solito non si esegue. La ricostruzione di tessuto osseo attraverso un lembo di perone avrebbe lasciato la mandibola delle dimensioni in cui l’osso si trovava a quell’età”.

La soluzione è arrivata dopo quasi un anno e mezzo di studi, analisi e monitoraggi: “Prima abbiamo studiato la crescita mandibolare, quanto cioè la mandibola sarebbe cresciuta partendo dall’età attuale del bambino fino al termine della fase di sviluppo. Poi, sulla base dei dati, abbiamo realizzato la protesi”. 

Il dottor Consorti ci ha spiegato che con un programma computerizzato detto “mirroring” è stata ricostruita virtualmente la struttura grazie al "riflesso" della mandibola opposta a quella danneggiata.

Da qui gli esperti hanno potuto elaborare il design della protesi, ottimizzando i risultati funzionali ed estetici e un’azienda esterna all’ospedale ha poi sviluppato un meccanismo, inglobato nella protesi, che permette alla mandibola di allungarsi.

Da sinistra: il dottor Paolo Balercia, direttore generale unità maxillo facciale degli Ospedali Riuniti di Ancona, la dott.ssa Lisa Catarzi, specializzanda, e il dottor Giuseppe Consorti che ha eseguito l’operazione. Photo Credit: Roberta Stazi.

“Il bambino oggi ha una mandibola dalla morfologia e dalle dimensioni corrette. Grazie agli studi fatti sulla crescita mandibolare, sappiamo ogni quanto crescere l’osso e di quanto: azionando il meccanismo, la protesi si allunga sia in verticalità che in lunghezza seguendo la naturale crescita del ragazzo”. Quando serve, insomma, si dà un giro e si allunga la protesi.

La protesi biotecnologica della mandibola sviluppata dagli Ospedali Riuniti di Ancona è la prima al mondo e l’intervento portato a termine con successo negli scorsi giorni non ha precedenti nella letteratura scientifica.

Quando la fase della crescita terminerà, il bambino ormai uomo si sottoporrà a un altro intervento di ricostruzione mandibolare con un lembo microchirurgico di perone al temine, che gli regalerà un risultato predicibile e definitivo. “È stato un grandissimo lavoro di squadra – ha concluso il dottoro Consorti – Voglio ringraziare tutta l’équipe, diretta dal dottor Paolo Balercia”.

La sua intuizione ha aiutato un ragazzo di 11 anni a riprendersi la sua vita.

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