Herpes: i tipi di virus e le malattie che puoi sviluppare quando vieni contagiato

Herpes alle labbra o ai genitali, varicella, fuoco di Sant’Antonio, sesta malattia e citomegalovirus. Sono tutte forme che appartengono alla stessa famiglia. Alcune non danno sintomi e non ti accorgi di averle, altre possono essere molto pericolosi. Per questa ragione, è meglio fare chiarezza.
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Giulia Dallagiovanna 9 Dicembre 2018
* ultima modifica il 17/09/2020

Se pensi all'herpes, la prima immagine che ti verrà in mente sarà di una fastidiosa crosticina al labbro. Si tratta in effetti del mondo più comune nel quale il virus si manifesta, ma non è l'unico. Anzi, è solo uno dei tantissimi membri di una vasta famiglia, composta da elementi più o meno pericolosi e con la brutta abitudine di insediarsi nel tuo organismo e non volersene più andare.

Per semplificarti la vita, puoi identificare tre maxi categorie: herpes simplex (fra cui l'herpes labiale e quello genitale), herpes zoster (o fuoco di Sant'Antonio) e citomegalovirus (pericoloso solo in gravidanza).

I greci ci avevano visto giusto quando hanno scelto di chiamare questa malattia con un termine che significa "eruzione", perché è esattamente quello che succede, in tutti e tre i casi. Ma vediamoli più nel dettaglio.

L'herpes simplex

L'herpes simplex è sicuramente la forma più comune ed è molto probabile che ne soffra anche tu. Ne esistono però di due tipi, denominati semplicemente I e II e che vale la pena prendere in considerazione separatamente:

Herpes simplex di tipo I

È l'herpes labialis o, come lo si chiama fin da bambini, la febbre al labbro. Si tratta di un'infiammazione delle mucose della cute attorno alle labbra, che dà origine a prurito e un'eruzione cutanea. Quando compaiono delle vescicolette, a volte sanguinanti, che poi si asciugano e formano una crosticina, quello è l'herpes simplex di tipo I. Rassegnanti, rimarrà con te per tutta la vita.

Non mi dilungherò molto sull'argomento, perché su Ohga te ne abbiamo già parlato. Mi limito a farti notare però, nel caso fossi abbastanza fortunato da non averne mai sofferto, che si tratta di un virus molto contagioso: la trasmissione avviene per contatto, soprattutto quando le bolle iniziano a lacerarsi. Fai quindi attenzione a bicchieri e posate, ma anche a baci e rapporti sessuali.

Herpes simplex di tipo II

Si tratta dell'herpes genitalis ed è un po' più complicato da individuare e da gestire, rispetto alla febbre al labbro. I sintomi sono simili: bruciore, a volte unito a una sensazione di calore, e comparsa di vescicole nella zona dei genitali. Ma proprio a causa della parte del corpo nella quale sono localizzate, potresti non riuscire a individuarle da solo.

Devi quindi recarti subito da un dermatologo, non appena avverti i primi fastidi. Ricorda che il tipo II si trasmette principalmente attraverso un rapporto sessuale non protetto (oppure dalla madre al bambino, durante il parto) e che i primi segnali possono arrivare anche dopo 4 o 5 giorni. Solitamente, quando ti viene diagnosticato un herpes simplex, la terapia è a base di creme antivirali. Nulla di cui preoccuparsi insomma.

A differenza del tipo I, però, la trasmissione può avvenire anche mentre il virus sta per manifestarsi. Quando cioè non sono ancora visibili a occhio nudo i sintomi. Non solo, ma il contagio può avvenire anche fra le diverse parti del corpo. Perciò è una malattia che dev'essere trattata subito, prima che si diffonda e provochi febbre, dolori ai muscoli e linfonodi ingrossati.

Esattamente come l'herpes labialis, però, puoi guarire i sintomi ma non il virus, che alloggerà nel tuo organismo e si ripresenterà ogni volta che le tue difese immunitarie saranno più basse. Per esempio, se stai attraversando un periodo stressante, se hai la pelle disidratata, se hai appena avuto il raffreddore o l'influenza.

Quando però ti accorgi che l'eruzione cutanea ricompare con troppa frequenza, parlane a un dermatologo o un ginecologo, affinché ti prescriva una terapia adatta a limitare l'insorgenza del virus.

L'herpes zoster

Ora, fai attenzione a questo passaggio molto importante: la prima volta che vieni contagiato dal virus dell'herpes zoster, sviluppi la varicella. Tranne in rari casi dove insorgono gravi complicanze, guarirai. O meglio, spariranno le bolle, perché di nuovo il virus rimane nel tuo sistema nervoso. Se per caso si riattiva, allora non sarà più varicella, ma fuoco di Sant'Antonio. Cerchiamo di capire meglio:

Varicella

Durante i primi dieci anni di vita, puoi contrarre la varicella. È infatti una di quelle malattie tipicamente associate all'infanzia. Probabilmente i tuoi genitori avranno fatto in modo che tu ne venissi contagiato, seguendo la falsa credenza che, una volta guarito, non l'avresti mai più contratta.

Il virus che la scatena è il virus varicella zoster, della famiglia degli herpes zoster. La trasmissione avviene per via aerea ed è quasi automatica in ambienti dove si sta a stretto contatto, come asilo e scuola materna.

I primi sintomi iniziano a manifestarsi dopo 2 o 3 settimane dal contagio e si tratta di una serie di vescicole (quelle che normalmente avrai chiamato bolle) che compaiono a ondate su tutto il tuo corpo. Puoi tranquillamente arrivare a 250 o, addirittura, a 500 lesioni. E provare una forte sensazione di prurito.

Quando viene colpito un bambino sano, la varicella scompare nel giro di una settimana o, al massimo, 10 giorni, senza nessuna conseguenza. Complicanze, anche gravi, si registrano quando il paziente è un adolescente o un adulto: la più frequente è la polmonite, ma possono svilupparsi anche, tra le altre, un'epatite o un'encefalite. Chi invece deve assolutamente stare attento a non venire contagiato sono le persone immunodepresse o le donne durante la gravidanza: il virus può arrivare a provocare la morte del bambino, subito dopo il parto.

Fuoco di Sant'Antonio

Circa il 90% degli italiani ha avuto la varicella da piccolo. Fra questi, il 10% ha poi sviluppato il fuoco di Sant'Antonio. Se infatti le vescicole se ne vanno, il virus resta nel tuo corpo e viene tenuto a bada dagli anticorpi che hai sviluppato dopo il primo contagio. Ma il sistema immunitario può indebolirsi di nuovo e l'herpes zoster tornare a fare capolino.

I soggetti più a rischio sono gli anziani, le persone che si stanno sottoponendo a terapie di immunosoppressione (ad esempio, prima di un trapianto), chi si sta curando per l'Aids e chi affronta una fase di chemioterapia o radioterapia. Questo però non esclude chiunque altro subisca un grave abbassamento delle difese immunitarie per qualsiasi altro motivo.

Il fuoco di Sant'Antonio inizia con un bruciore molto forte nella zona colpita, che di solito è il torace. Nel giro di 2 o 3 giorni compaiono delle macchie rosse che diventano, quasi subito, vescicole. Come per la varicella, avvertirai un forte prurito. In alcuni casi, l'eruzione cutanea può seguire il nervo trigemino e andare a infestare viso e occhi. In quel caso, è fondamentale intervenire perché potresti subire delle gravi ripercussioni alla vista.

Altri sintomi che possono manifestarsi sono anche febbre, mal di stomaco e mal di testa. In ogni caso, già ai primi dolori, devi subito farti visitare dal tuo medico, per iniziare la terapia il prima possibile e ridurre al minimo il rischio di complicanze, come nevralgia post-erpetica (una patologia molto dolorosa e, in alcuni casi, invalidante), infezione ai polmoni, encefalite, mielite e malattie della vista fra le quali non si esclude la cecità.

Il citomegalovirus

Il citomegalovirus forse l'hai contratto anche tu e si sta manifestando in questo esatto momento, ma non te ne accorgi. Si tratta infatti di un tipo di herpes asintomatico o che, al massimo, dà origine a disturbi di lieve entità come un leggero ingrossamento dei linfonodi, febbre e mal di gola.

È una malattia molto comune e può infettare chiunque. Sembra che nei Paesi occidentali, il 40% dei bambini ne venga colpito già in età scolare. In linea di massima, una volta contratto e ospitato nel tuo organismo puoi tranquillamente dimenticartene.

I problemi sorgono in caso di soggetti immunodepressi e di donne in gravidanza. Nel primo caso, potrebbe causare gravi complicanze a occhi, fegato e sistema nervoso. Nel secondo caso, a subire le conseguenze sarebbe il bambino. Però è giusto segnalare che disturbi seri o anche gravi si registrano solo nel 10-20% dei neonati, come segnala l'Istituto superiore di sanità.

Il bambino può infatti nascere con l'ittero, oppure con problemi al fegato o ai polmoni. Quando i sintomi sono permanenti, invece, sono gravi e possono dare origine a forme di invalidità come cecità, sordità e ritardo mentale.

Poiché non esiste un vaccino o un trattamento efficace da svolgere in gravidanza, un test o uno screening è solitamente sconsigliato: finiresti per sviluppare un'ansia eccessiva che potrebbe danneggiare il feto. Siccome però esistono, puoi parlarne al tuo medico e decidere insieme come comportarvi.

In generale, sappi che il contagio avviene tramite i liquidi del corpo, come la saliva, il sangue, le secrezioni e anche il latte materno. Situazioni che lo favoriscono sono scambio di posate e bicchieri, baci, rapporti sessuali non protetti e allattamento.

La sesta malattia

Oltre ai tipi di herpes che ti ho descritto finora, c'è un'ultima categoria della quale è bene parlare: il tipo 6B, che porta la sesta malattia. Colpisce solitamente i bambini fra lo svezzamento e i due anni di età. Prima, il latte materno fornisce tutte le difese immunitarie per proteggersi da questo virus.

Non è pericoloso, anche se si manifesta in modo piuttosto importante. All'inizio, comprare una febbre molto alta (il termometro può misurare anche i 40 gradi), accompagnata da raffreddore e mal di gola. Possono verificarsi anche episodi di vomito, diarrea o attacchi epilettici dati dalla forte variazione di temperatura. Dopo 4 o 5 giorni, potrai vedere un esantema che parte dalla base del collo e si diffonde alla schiena e a tutto il resto del corpo.

Naturalmente, devi chiedere subito un consulto al pediatra, ma sappi che di solito le macchie spariscono entro 48 ore e la sesta malattia non provoca conseguenze. L'herpes virus, che anche in questo caso si contrae per via aerea, rimane come sempre nell'organismo ma è molto raro che si ripresenti.

Fonti: Fondazione Veronesi; Humanitas; Istituto superiore di sanità

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