Nel mondo scientifico se ne parla da un po’, ma l’effettiva correlazione tra il virus herpes e il morbo di Alzheimer risulta ancora una questione piuttosto controversa. Eppure, diversi studi recenti farebbero pensare che un collegamento, in effetti, ci sia.
L’ipotesi di una correlazione tra l’infezione provocata dall’herpes simplex virus 1 e il morbo di Alzheimer era già stata avanzata tempo fa in diverse ricerche, tra cui quella di un gruppo di ricercatori della Icahn School of Medicine at Mount Sinai, New York. In questo studio, pubblicato su Neuron l’11 luglio 2018, era stata riscontrata nel cervello dei malati di Alzheimer una presenza del virus herpes molto maggiore rispetto a quello di coloro che non ne sono affetti. Sempre la stessa ricerca evidenziava una preoccupante correlazione tra l’intensità della demenza e la concentrazione dei virus della famiglia dell’herpes. In pratica, più virus sono concentrati nel cervello del malato, più grave sarebbe il livello di demenza che lo colpisce. L’ipotesi è che, per difendere l’organismo dall’infezione provocata dal virus, si sviluppi nel cervello una proteina, chiamata beta-amiloide, che rappresenta la principale responsabile dei danni al cervello nel caso di morbo di Alzheimer.
A questo si aggiunge che l’Herpes Simplex Virus 1 (HSV1), una volta “passato” non cessa di esistere all’interno dell’organismo di chi l’ha avuto anche solo una volta, ma rimane nel suo sistema nervoso periferico per tornare a farsi vedere in situazioni di forte stress o debolezza, soprattutto nei casi in cui non viene trattato. Altri studi hanno verificato che questo virus è molto presente all’interno del cervello degli anziani, e che una sua variante genetica chiamata APOE4 può aumentare il rischio di contrarre il morbo.
Una revisione di studi sull’argomento pubblicata il 19 ottobre 2018 su Frontiers in Aging Neurosciences, sembrerebbe seguire e confermare questo percorso. Condotta da Ruth Itzhaki, una neuroscienziata dell’Università di Oxford che si è dedicata allo studio delle possibilità della connessione tra herpes e Alzheimer per ben 25 anni, questa revisione non soltanto prende in considerazione in maniera unitaria tutte i precedenti studi e ricerche, ma presenta anche una nuova casistica riguardante la popolazione di Taiwan. Infatti, sulla popolazione di Taiwan è disponibile un’enorme quantità di dati raccolti dal National Health Insurance Research Database, che ha raccolto dati sul 99% della popolazione. Per questo, sono state condotte già 3 diverse ricerche su questo tema tra il 2017 e il 2018. Secondo i risultati di questi studi, pare che le demenze colpiscano maggiormente gli individui che sono stati affetti da herpes simplex. Questa tendenza è stata verificata tramite l’osservazione di 8000 persone di età superiore ai 50 anni affette da herpes simplex, e di 25000 individui della stessa età però esenti dal virus. Durante l’osservazione, avvenuta nel corso di 10 anni, è emerso che gli individui portatori del virus risultano soggetti alla possibilità di essere colpiti da demenza con una probabilità 2,5 volte più alta rispetto agli altri. Ma non solo. L’ipotesi più rilevante riguarda il fatto che pare che il trattamento dell’herpes con somministrazione di antivirali riduca di 10 volte la possibilità che chi ne è affetto possa contrarre l’Alzheimer in futuro.
Questi studi, al momento solo di tipo osservativo, non forniscono prove inconfutabili della connessione tra le due malattie e anzi, sono oggetto di varie contestazioni all’interno della comunità scientifica. Eppure, i risultati di queste analisi sembrano rendere maggiormente auspicabile l’assunzione di antivirali per il trattamento di tutti coloro che sono affetti da herpes, favorendone la cura ed, eventualmente, la salvaguardia da eventuali effetti collaterali gravi sulla loro salute futura, in attesa di conferme più solide.
Fonti| Corroboration of a Major Role for Herpes Simplex Virus Type 1 in Alzheimer’s Disease pubblicato il 19 ottobre 2018 su Frontiers; Multiscale Analysis of Independent Alzheimer’s Cohorts Finds Disruption of Molecular, Genetic, and Clinical Networks by Human Herpesvirus pubblicato il 21 giugno 2018 su Cell