I benefici del sonno: perché non devi rinunciare alle ore di riposo che ti servono

Dormire serve al corpo, alla testa e al cuore. È una delle nostre funzioni vitali e se non la svolgiamo correttamente e per il giusto numero di ore le conseguenze potrebbero essere gravi per il nostro organismo. In occasione della Giornata mondiale del sonno, il dottor Marco Zucconi ci ha spiegato esattamente perché non bisogna assolutamente rinunciare alle ore di riposo che il nostro corpo ci richiede.
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Sara Del Dot 15 Marzo 2019
* ultima modifica il 22/09/2020
Con la collaborazione del Dott. Marco Zucconi Neurologo presso il centro di Medicina del sonno dell’ospedale San Raffaele di Milano.

Siamo abituati a dire che “chi dorme non piglia pesci”. Eppure, se non dormissi il tempo necessario, le conseguenze per la tua salute non sarebbero affatto piacevoli. E di pesci, ne prenderesti ancora meno. Inutile quindi trascorrere la notte in bianco a fare cose per cui non ti sembra di avere tempo durante il giorno. Le ore che stai sottraendo al riposo, si faranno sentire molto presto e potranno compromettere la tua giornata di domani (e quelle a venire).

Se trascorriamo circa un terzo della nostra intera esistenza dormendo, un motivo c’è. Ed è il fatto che il sonno è l’unico modo che abbiamo per ricaricare le batterie e affrontare la giornata successiva con l’energia di cui abbiamo bisogno. E non solo dal punto di vista fisico. Dormire aiuta a pulire il nostro corpo e il nostro cervello dalle tossine in eccesso, ci permette di metabolizzare i pensieri e far sedimentare concetti che dobbiamo ricordare, rinforza il nostro sistema nervoso, ci allontana da condizioni di stress e ansia e aiuta anche a prevenire tutta una serie di disturbi come obesità, scompensi ormonali e malattie cardiovascolari. Ma quali sono esattamente i benefici del sonno?

Il parere dell’esperto

Marco Zucconi, neurologo presso il centro di Medicina del sonno dell’ospedale San Raffaele di Milano, ci ha spiegato perché non possiamo assolutamente rinunciare a questa funzione che per noi è fondamentale tanto quanto mangiare.

Per quanto riguarda il fisico, il riposo è fondamentale per recuperare le energie perdute. In particolare durante la fase di sonno profondo, noi assecondiamo tutta una serie di secrezioni ormonali, come ad esempio l’ormone della crescita, il cortisolo e la melatonina, e di controlli omeopatici che avvengono spontaneamente in sincronia con i ritmi circadiani, ovvero i ritmi che regolano l’alternanza luce – buio nel corso delle 24 ore. Inoltre, il sonno ci pone in una situazione di risparmio energetico generale che ci permette poi di stare bene e in forze nel corso della giornata, quando siamo svegli. Questo accade perché di notte la temperatura si abbassa e le funzioni cardiorespiratorie, del sistema nervoso vegetativo autonomo e la pressione arteriosa si riducono, generando un risparmio di forze notevole.

A livello neurologico, dormire “ricarica le batterie” del nostro cervello, che è come una pila che nel corso della giornata lavora a pieno ritmo. Specialmente nella fase di sonno profondo, all’interno del nostro cervello avvengono dei processi che riducono il contatto fra le varie cellule. Questa diminuzione di contatto tra i neuroni permette, anche in questo caso, di risparmiare energia. Durante le ore di veglia, quindi, questi contatti saranno a maggior disposizione per noi, quindi saremo più attivi e reattivi. È un po’ come quando trascorri tutto il giorno in mezzo alle persone, interagendo con loro, e poi durante la notte hai bisogno di stare da solo per ricaricarti e il giorno dopo tornare ad avere nuovi contatti.

Da un punto di vista più prettamente psicologico, nel corso della fase REM avviene una metabolizzazione delle attività mentali giornaliere, che può esprimersi anche attraverso i sogni. In questa fase, quindi, ha luogo una rielaborazione delle immagini, dei contenuti psichici, di tutto quello che fa parte delle nostre conoscenze psicologiche, delle emozioni. Tutto quello che è avvenuto durante il girono viene incamerato, e avviene una sorta di resetting.

Un altro effetto importante che il sonno esercita sul nostro organismo coinvolge le nostre funzioni cognitive, ovvero la memoria. Se uno dorme bene, la sua memoria funziona meglio. Senza sonno, invece, l’attenzione si riduce e la risposta agli stimoli è meno rapida ed efficace. Basta pensare a chi, per lavoro, viene sottoposto a situazioni in cui deve prendere decisioni rapide. Una buona prestazione in questo senso dipende anche molto da quanto e come si dorme durante la notte.

Infine, c’è anche da considerare un aspetto più emozionale-psichico. Un cattivo sonno è spesso associato ad alcuni disturbi psichici importanti come la depressione, il disturbo bipolare, ansia, irritabilità, insofferenza, stanchezza diurna, mancanza di stimoli a fare le cose durante il giorno… Naturalmente questo non avviene se non si dorme bene una singola notte, ma quando la privazione del sonno diventa cronica.

Non c’è un orario e una durata di sonno ideale, la variabilità inter-individuale è molto ampia. Ci sono persone che stanno bene dormendo tre o quattro ore, altre che invece hanno bisogno di dormire molto di più rispetto alle classiche sette/otto ore di sonno. Sono variazioni che possono essere determinate anche da un punto di vista genetico, ovvero dal nostro orologio biologico interno e dal nostro personale fabbisogno di sonno. Infatti, ciascuno di noi è consapevole di quanto tempo deve dormire per poter affrontare la giornata in modo rilassato, tranquillo, privo di ansia e irritabilità. È comunque possibile riconoscere dei trend per gruppi di età: ad esempio, si sa che nell’età infantile e adolescenziale si ha bisogno di dormire di più, mentre nell’età adulta il fabbisogno tende a stabilizzarsi a 6-7 ore di notte, e poi tende a calare arrivando sulle sei ore in età avanzata (sopra il 70 anni). E a cambiare non è solo la durata, ma anche la qualità, che durante la crescita diminuisce un po’. I bambini fanno tanto sonno profondo e tanto sonno dei sogni, mentre l’anziano ha il sonno più leggero e frammentato.

Le informazioni fornite su www.ohga.it sono progettate per integrare, non sostituire, la relazione tra un paziente e il proprio medico.