I farmaci antipiretici: come funzionano e quando assumere i medicinali per abbassare la febbre

La febbre è un segnale del nostro corpo per farci capire che qualcosa non sta funzionando. Possiamo essere in presenza di un’infezione da batteri, virus, miceti o altro. I farmaci antipiretici ci aiutano a ripristinare i valori fisiologi della temperatura corporea. Ricordati che alcune linee di febbre, però, sono fisiologiche.
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Dott.ssa Chiara Speroni Dottoressa in Farmacia
24 Marzo 2021 * ultima modifica il 24/03/2021

I farmaci antipiretici sono che aiutano a ripristinare la temperatura corporea quando supera i valori fisiologici. Sai, fin dall'antichità, la febbre è sempre stata un segno di malattia. La febbre è un segnale che ti dà il tuo corpo per farti capire che qualcosa non sta andando bene in quel momento.

I valori fisiologici della temperatura corporea possono variare da soggetto a soggetto, in base all’età (es. bambini hanno temperature più elevate rispetto alle persone anziane) e nella stessa persona in base a diversi fattori come riposo, attività fisica o stress emotivo. Altri fattori da non sottovalutare sono il periodo del giorno in cui andiamo a misurare la temperatura (questa sarà più bassa al mattino e più elevata nel pomeriggio), in base alla fase del ciclo mestruale di una donna (la temperatura aumenta durante la fase dell’ovulazione), e da non sottovalutare la sede di misurazione della temperatura es. ascellare, inguinale, auricolare o rettale. Fisiologicamente la temperatura corporea ascellare è circa 36,5 °C – 37,0°C, e la temperatura rettale è circa 37,8 °C.

L'aumento di temperatura

Abbiamo detto che la temperatura corporea è mantenuta sempre sotto controllo costante del centro di termoregolazione ipotalamico. La funzione di questo centro è proprio quella di tenere controllato il bilancio tra tra il calore prodotto e la perdita di calore. Un aumento della temperatura può derivare da un enorme aumento della produzione di calore o della riduzione della dispersione di calore (condizione più rara). La temperatura del nostro corpo aumenta quando abbiamo un'eccessiva produzione di pirogeni endogeni come IL-1, IL-6, fattore di necrosi tumorale ed interferoni. Queste citochine quando raggiungono il centro di regolazione nell'ipotalamo, favoriscono il rilascio di acido arachidonico, il quale sarà metabolizzato a PGE2.

Chi produce i pirogeni endogeni

Queste citochine sono prodotte dai monociti e dai macrofagi in seguito alla presenza di pirogeni esogeni come virus, batteri e loro tossine, miceti, ormoni o farmaci.

Le cause della febbre

Come puoi immaginare, possono essere tanti i motivi per cui possiamo avere un aumento della temperatura. Tra questi ricordiamo:

  • Infezioni batteriche , rickettsie, virus o miceti
  • Malattie su base immunologica (es. collagenopatie diffuse, malattia da siero, reazioni da medicinali, ecc)
  • Lesioni traumatiche dei tessuti e stravasi di sangue
  • Necrosi tissutale da ischemia (infarto miocardico, infarto polmonare, cerebrale, gangrena periferica)
  • Neoplasie soprattutto renali, epatiche, polmonari, linfomi o leucemie
  • Emolisi acuta (da trasfusioni di sangue incongruo o da autoanticorpi)
  • Disordini metabolici acuti come gotta, porfiria acuta, coma diabetico
  • Endocrinopatie
  • Affezioni cerebrali es. traumi, tumori, infezioni, lesioni vascolari con diretto interessamento dei centri termoregolatori ipotalamici
  • Intossicazione da CO
  • Colpo di calore

Tutti questi elementi sono in grado di fare aumentare i pirogeni endogeni che abbiamo visto prima portando ad un conseguente aumento della temperatura corporea.

I farmaci antipiretici più usati

Sai, molti di questi farmaci li abbiamo già visti in passato. L'antipiretico per eccellenza è il paracetamolo. Quante volte ne hai sentito parlare? Questo è un farmaco che possono usare sia i  neonati sia gli anziani con opportuni adeguamenti in base al peso, ed eventuali patologie croniche (es. insufficienza epatica, renale, ecc). Il paracetamolo inibisce la reazione di trasformazione dell’acido arachidonico in PGE2 ipotalamica. Non formandosi PGE2 la temperatura corporea non è in grado di aumentare. Altri farmaci utilizzati sono i FANS (es. acido acetilsalicilico, ibuprofene, ecc), ti ricordi? I fans agiscono a livello della COX-2 o ciclossigenasi di tipo 2 prodotta dall’acido arachidonico in seguito a stimoli esterni.In questo modo avremo una diminuzione della temperatura. Non tutti i fans però mostrano effetto antipiretico, quelli maggiormente utilizzati sono:

  • acido acetilsalicilico (fortemente sconsigliato nei bambini poiché associato alla sindrome di Reye)
  • ibuprofene
  • ketoprofene
  • indometacina
  • diclofenac
  • naprossene

Questi farmaci ci aiutano ad abbassare i valori elevati della nostra temperatura. Sai, la risposta a questi farmaci è sempre la stessa a prescindere dalla tipologia di infezione in atto. Ognuno di noi risponde diversamente all'aumento della temperatura corporea, ricordati però che i valori tra:

  • tra 37,8 °C e 38,0 °C indicano una febbricola
  • sopra i 38,5 °C indicano una febbre moderata
  • fino a 39,5 °C indicano una febbre elevata
  • siamo in iperpiressia con temperature superiori ai 40°C

Chi di noi ha mai avuto un aumento della temperatura sa che la febbre provoca:

  • Dolori osteo-muscolari
  • Cefalea
  • Astenia
  • Sonnolenza o agitazione
  • Malessere generale
  • Anoressia e disturbi della digestione

In alcune persone possono anche comparire delirio, coma e nei bambini (soprattutto) convulsioni. Nelle persone anziane può comparire una maggiore sudorazione che porta a disidratazione e confusione mentale spesso accompagnate anche da disorientamento.

Quando si usano

Abbiamo detto che temperature superiori a 38 °C non sono fisiologiche. Pertanto, quando avremo valori che superano questa soglia potremo intervenire con i farmaci antipiretici. Ma ricordati di utilizzare questi farmaci nella maniera più adeguata per evitare il manifestarsi di effetti indesiderati anche spiacevoli. Se hai dubbi ricordati che il tuo medico od il tuo farmacista di fiducia possono aiutarti nella scelta del farmaco più adeguato alle tue esigenze ed in base alle patologie croniche di cui soffri.

Effetti collaterali e controindicazioni

Come ogni cosa, se la assumi in dosaggio maggiore rispetto a quello indicato si manifestano effetti collaterali. Questi possono essere nausea, vomito, diarrea e dolori addominali. Se però hai assunto una dose troppo elevata il metabolita attivo del paracetamolo si accumula in circolo provocando prima pallore ed ittero successivamente. In alcune persone si sono anche manifestati effetti avversi come vertigini, disorientamento ed a volte eccitazione.

La tossicità del paracetamolo è dunque legata all'accumulo del suo prodotto di "scarto" attivo, l'N-acetil-p-benzochinone. Forse non sai che il paracetamolo è tra i farmaci più comunemente utilizzati per i casi di suicidio od è coinvolto negli avvelenamenti accidentali. Il sovradosaggio del farmaco si verifica quando nell’adulto si superano i 7 g di farmaco ed i 150-200 mg/kg nel bambino.

Abbiamo appena detto che se dovessimo assumere una dose maggiore di farmaco rispetto a quella indicata, andremmo incontro a effetti collaterali di varia natura. Ma cosa succede, quindi, in caso di forte tossicità da farmaco? Sai, all’inizio la persona non presenta sintomi oppure accusa lievi disturbi gastrointestinali come abbiamo detto poco fa. Nelle 24-36 ore successive iniziano le manifestazioni del danno epatico con elevati livelli di transaminasi sieriche e ipoprotonbimenia (sono parametri che si vedono facendo un esame del sangue). In casi molto gravi si verifica epatite acuta fulminante che può portare nei casi più gravi anche a insufficienza renale e morte.

Come fai a capire se è in corso un avvelenamento da paracetamolo? Dunque, una volta arrivati in pronto soccorso e spiegato l'accaduto, si procede facendo un esame del sangue cercando di stabilire la concentrazione di acetaminofene circolante. Se dopo 4 ore circa dall’assunzione della dose di farmaco, i livelli circolanti sono superiori ai 150-200 mg/L, si è a rischio di danno epatico. Il problema maggiore si verifica negli alcolisti cronici in cui il rischio di avvelenamento si verifica già a partire dai 100 mg/L, poiché hanno una condizione fisica già compromessa.

Ma abbiamo un antidoto a tutto questo, ed è l’acetilcisteina. Questa va a legarsi al metabolita tossico prodotto e ne favorisce l’eliminazione togliendolo dal circolo ematico. Ovviamente quanto prima è somministrato l’antidoto quanto più risulta efficace il trattamento e comunque non superando le 8-10 ore dall’ingestione di paracetamolo. Nei pazienti in cui si sia verificata epatite acuta a volte potrebbe essere necessario anche il trapianto di fegato. Andiamo a vedere adesso quali possano essere gli effetti indesiderati più comuni dei FANS a carico dei vari sistemi/organi:

  • Sistema nervoso centrale: cefalea, tinnito e vertigini
  • Sistema cardiovascolare: ipertensione da ritenzione idrica, edema
  • Apparato gastro-intestinale: dolore addominale, nausea, vomito, ulcere e sanguinamenti
  • Sangue: possono causare raramente trombocitopenia e neutropenia
  • Fegato: alterazione transitoria delle transaminasi e raramente insufficienza epatica
  • Sistema respiratorio: asma
  • Cute: eruzioni cutanee, arrossamenti, prurito
  • Rene: insufficienza renale, iperpotassiemia e proteinuria

Puoi ben comprendere come questi effetti non si manifestino obbligatoriamente tutte le volte che assumiamo i FANS, ma possono verificarsi. Dobbiamo tener presente che chi utilizza farmaci per terapia cronica deve sempre riferire al farmacista (in caso di acquisto di medicinali senza obbligo di ricetta) sia al medico curante l'eventuale cura, in quanto si possono verificare delle interazioni.

Quando preoccuparsi

Sai, ci sono casi in cui i farmaci di cui abbiamo parlato non offrono risultati e continuiamo a non stare bene. In questi casi le variazioni di temperature sono continue e costanti per più giorni, oppure abbiamo temperature elevate per parecchio tempo che non  scendono o compaiono altri sintomi, allora bisogna allertare il nostro medico curante. Il medico un volta fatte tutte le domande del caso, ci potrà prescrivere un'adeguata terapia oppure esami diagnostici per capire cosa ci stia succedendo.

Fonti| Semeiotica medica – Fradà; Manuale di Pediatria – Nelson; Farmacologia Generale e Clinica – Katzung; Farmacologia – Rang & Dale; Principi di Chimica Farmaceutica – Foye's

Laureata in Farmacia presso la facoltà di Scienze del Farmaco dell’Università degli Studi di Milano. Tesi svolta presso il laboratorio di altro…
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