I PFAS sono anche nella carta igienica e contaminano le acque reflue

I Pfas sono detti inquinanti per sempre, perché non c’è modo di eliminarli. Sono disturbatori endocrini che hanno conseguenze gravissime per la salute dell’uomo e dell’ambiente. Purtroppo, sono ovunque. Un nuovo studio li ha trovati anche nella carta igienica.
Entra nel nuovo canale WhatsApp di Ohga
Valentina Rorato 7 Marzo 2023
* ultima modifica il 07/03/2023

La carta igienica è un prodotto di uso comune. Si stima che ogni europeo ne utilizzi da 15 a 26 kg pro capite all'anno. Numeri importanti, anche solo pensando a una famiglia di 4 persone. Ma quando la acquisti, a che cosa presti attenzione? Al prezzo, sicuramente, al numero di veli, probabilmente alla morbidezza. I più  precisi, forse, si focalizzano sul colore, la fantasia o la profumazione. Certo, difficilmente verifichi che possa fare male alla tua salute o all’ambiente. Non è superficialità, ma è che si fa fatica a pensare che un prodotto, fatto di carta, possa essere inquinante. È qui che si commette un grande errore.

Secondo un articolo appena pubblicato su Environmental Science & Technology Letters, la carta igienica, soprattutto quella dei principali marchi venduti in tutto il mondo, risulta essere una fonte di PFAS, abbreviazione di per- e sostanze polifluoroalchiliche.

Gli esperti sono giunti a questa conclusione dopo aver testato la carta igienica e i fanghi di acque reflue per PFAS. Hanno trovato, in entrambi, diestere fosfato fluorotelomerico, un tipo di "chimica per sempre". Queste sostanze sono state collegate dall'EPA (Environmental Protection Agency) degli Stati Uniti e dall' Unione Europea a una serie di problemi di salute, tra cui diminuzione della fertilità, ipertensione nelle donne in gravidanza, aumento del rischio di alcuni tipi di cancro, ritardi nello sviluppo dei bambini, basso peso alla nascita, irregolarità ormonali, colesterolo elevato, ridotta efficacia del sistema immunitario, che porta a una diminuzione dell'efficacia dei vaccini, e altro ancora.

Dove si trovano normalmente i PFAS? Nei prodotti per l’igiene, come saponi e shampoo, nei prodotti per la pulizia, nell’abbigliamento, negli imballaggi alimentari, nella plastica, nella schiuma antincendio, nelle moquette e, come recenti studi hanno rivelato, nei prodotti mestruali, inclusi tamponi, assorbenti e biancheria intima mestruale. E ora anche nella carta igienica.

Pfas in Veneto

"L'uso della carta igienica, se viene scaricata nella toilette o smaltita con la spazzatura, varia a livello regionale in funzione delle norme culturali, dei mezzi economici e delle infrastrutture igienico-sanitarie", hanno scritto i ricercatori.

Ma c’è da preoccuparsi? Purtroppo, sì.  La presenza di così tanto 6:2 diPAP è particolarmente preoccupante perché non rimane 6:2 diPAP. Questa specie di PFAS è nota come specie precursore, ovvero ha la capacità di interagire biologicamente con prodotti come i rifiuti umani e diventare, nel tempo, una manciata di altre specie più complesse, tra cui il PFOA, tra i più comuni e pericolosi tipi di PFAS.  "Ulteriori ricerche", hanno scritto gli autori dell'articolo, "sono necessarie per esplorare se i diPAP della carta igienica potrebbero trasformarsi attraverso il sistema di raccolta e trattamento delle acque reflue".

Fonte | Per- and Polyfluoroalkyl Substances in Toilet Paper and the Impact on Wastewater Systems pubblicato su ACS Pubblications l'1 marzo 2023.

Le informazioni fornite su www.ohga.it sono progettate per integrare, non sostituire, la relazione tra un paziente e il proprio medico.