La vaccinazione anti-Covid ha il suo perché. L’accelerata annunciata, pretesa e innescata dal premier Mario Draghi e dal Commissario Straordinario Figliuolo ha finalmente portato la macchina organizzativa a correre: avrai sentito anche tu che negli scorsi giorni abbiamo toccato la tanto agognata quota di 500mila vaccinazioni quotidiane.
A quattro mesi abbondanti dall’inizio della campagna e a una velocità di crociera importante, cominciamo a vedere i primi effetti del vaccino nella riduzione dei contagi, nei ricoveri e anche nella linea della mortalità.
Sebbene serva sempre la cautela, dalla fotografia dell’Italia scattata e pubblicata a fine aprile dall’Istituto Superiore di Sanità puoi trarre una prima conclusione: il vaccino può concretamente aiutarci a respingere i ricoveri nei raparti di terapia intensiva e i decessi, il lato peggiore della pandemia.
Il focus del report dell’Iss è ovviamente orientato sulle categorie di persone cui è stata assegnata la priorità per la vaccinazione. Sto parlando di quelle più fragili o a rischio, quindi degli operatori sanitari, le persone ospitate nelle RSA e chi ha più di 80 anni, davanti a chi rientra nella fascia tra i 60-60 e 70-79 anni.
Al 30 aprile, data di pubblicazione del bilancio, sono le fasce di popolazione che hanno già raggiunto un’alta copertura vaccinale.
Nello specifico, posso dirti che tra medici, infermieri e personale sanitario oltre il 90% ha ricevuto la prima dose del vaccino mentre quasi l’80% è già stato punto con la seconda dose e ha quindi completato il ciclo vaccinale.
Per quanto riguarda i residenti delle Rsa, il 96% è stato vaccinato con la prima dose e il 79,5% con la seconda. All’85% degli ultra-ottantenni è stata somministrata la prima dose, oltre al 60% anche il richiamo: in questo gruppo di età, quindici Regioni hanno raggiunto una copertura superiore all’80%.
Nella fascia di età 70-79 anni, poi, circa il 58% della popolazione ha ricevuto almeno una dose e sei Regioni hanno una copertura vaccinale compresa tra il 60-79%, una regione ha una copertura sotto il 39% mentre le altre si attestano tra il 40 e il 59%.
Come ti dicevo, gli effetti della vaccinazione sono stati registrati sui contagi di tutte le categorie prioritarie, a partire dagli operatori sanitari.
Secondo il report, a metà novembre la percentuale dei contagi registrati in questa categoria superava il 5% del totale ma a partire da metà gennaio, in concomitanza con l'avvio della campagna vaccinale, il trend è andato in diminuzione:come puoi leggere nel documento dell’Iss, è il riflesso del completamento del ciclo vaccinale in una buona fetta di operatori sanitari.
Per quanto riguarda i casi positivi nella popolazione tra i 60-69 anni, i 70-79 anni e gli over80 anni, i dati dell'Istituto Superiore di Sanità hanno registrato un andamento molto simile in tutte e tre le categorie sebbene l’incidenza più alta sia stata osservata tra gli ultra-ottantenni.
L’avvio della vaccinazione a febbraio 2021 ha però invertito la tendenza, abbassando i nuovi casi tra gli over80 e alzando invece l’incidenza tra i 60-69 anni.
Anche i tassi di ospedalizzazione e di ricovero in terapia intensiva hanno subìto gli effetti della vaccinazione. Sebbene il valore sia ancora più alto nella categoria degli over80 (la più vaccinata), a partire dalla metà di marzo, quando la copertura vaccinale è salita oltre il 40%, la diminuzione dei ricoveri in terapia intensiva è stata più netta proprio in questa popolazione.
Il report ha analizzato anche i tassi di mortalità. Con una premessa: “È ancora presto per vedere l’effetto della campagna di vaccinazione a causa del tempo che intercorre tra il momento dell’infezione e il decesso e il tempo necessario per il consolidamento dei dati”.
Eppure, l’età media al decesso sarebbe in diminuzione e, secondo i dati, avrebbe raggiunto i livelli più bassi da marzo 2020: 79 anni.
Sulla base dei dati e sulla scorta di quanto ti ho detto all'inizio, ovvero che prima di tutto in questi casi serve sempre la cautela, l’Iss nel suo report l’ha scritto: “Questi risultati, insieme all’andamento dell’incidenza e dei ricoveri descritti in precedenza, fanno supporre che nelle prossime settimane assisteremo a un calo più accentuato nelle fasce d’età target della vaccinazione”.
Fonte | Istituto Superiore di Sanità