I tatuaggi che cambiano colore in base ai livelli di glucosio nel sangue

Un gruppo di ricercatori tedeschi ha sperimentato dei tatuaggi-biomarcatori sulla pelle dei maiali. Potrebbe trattarsi di uno strumento molto utile per monitorare i livelli di albumina, glucosio e pH nel sangue e controllare in tempo reale l’andamento di varie malattie croniche, tra cui il diabete.
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Federico Turrisi 24 Luglio 2019
* ultima modifica il 22/09/2020

Non saranno bellissimi da vedere e non saranno da sfoggiare proprio con orgoglio, ma possono rivelarsi molto utili nella lotta contro alcune malattie croniche, come per esempio il diabete. L'idea di usare dei tatuaggi come biomarcatori è stata messa a punto da un team di ricercatori dell'Università Tecnica di Monaco, in Germania, che li hanno finora testati sulla pelle dei maiali. Il repertorio non è molto vasto né molto creativo: ci sono frecce, triangoli, stelle e fiori. Il punto, però, non è il fattore estetico.

Il tatuaggio intradermico può cambiare colore a seconda dei cambiamenti dei livelli di glucosio, albumina o pH nel sangue e consentirebbe a medici e pazienti di monitorare in tempo reale l'andamento di patologie croniche di tipo dismetabolico (come appunto il diabete), ma anche cardiache e renali. Basta poi avere un semplice smartphone, scattare la foto al tatuaggio e verificare con precisione le concentrazioni delle sostanze in questione.

I tre biomarcatori non sono stati scelti casualmente, visto che spesso segnalano che c'è qualcosa che non funziona nel tuo organismo. L'albumina è una proteina presente nel plasma sanguigno e bassi livelli possono indicare disfunzioni a livello dei reni e del fegato, mentre una concentrazione elevata può essere associata a problemi cardiaci. Il glucosio, invece, è un parametro che deve essere costantemente monitorato se soffri di diabete, malattia caratterizzata da una carenza di insulina, ossia dell'ormone che regola i livelli di glucosio nel sangue. Infine, le variazioni dei livelli del pH nel sangue possono dare origine ad alcalosi (il sangue diventa più basico) o acidosi (il sangue diventa più acido) che a loro volta possono causare complicazioni di vario tipo (respiratorio, metabolico, renale).

Prima che si passi alla sperimentazione clinica, occorono studi più approfonditi. La ricerca tedesca infatti ha riscontrato un limite: due dei tre colori, ovvero quello dell'albumina e del glucosio, non sono reversibili. Ciò vuol dire che una volta che si è modificato il colore del tatuaggio non si riesce a tornare al colore di partenza. I test quindi proseguiranno per rendere più efficace e sicura la misurazione. Siamo comunque di fronte a un metodo davvero singolare e innovativo, non c'è che dire, per quanto sia antichissima la pratica di tingersi la pelle nell'uomo.

Fonte | "Dermal Tattoo Biosensors for Colorimetric Metabolite Detection" pubblicato su Angewandte Chemie International Edition il 3 giugno 2019.

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