I tuoi occhi e il tuo cuore sono molto più collegati di quanto potresti pensare. E non mi riferisco solo a quando vedi qualcosa, o qualcuno, che ti piace e i tuoi battiti aumentano. Si tratta proprio del funzionamento dei piccoli vasi sanguigni che irrorano la parte posteriore dell'organo, il quale può aiutare a predire se rischierai di soffrire di infarto o ictus. Secondo il più vasto studio che sia mai stato realizzato sull'argomento, e che è stato pubblicato sulla rivista Hypertension dall'American Heart Association, la rigidità delle arterie e l'aumento della pressione del sangue influiscono proprio sulle vene che arrivano fino al bulbo oculare. Di conseguenza, se viene rilevato un problema in questo tratto, magari non avrà alcuna ripercussione sulla tua vista, ma potrebbe essere un segnale importante di una malattia cardiocircolatoria.
Sono state coinvolte in tutto 55mila persone sia di mezza età che più anziane. I ricercatori hanno così potuto avere accesso a 3,5 milioni di sezioni di vasi sanguigni, che sono state esaminate attentamente da un programma in modo da ricavarne tutte le informazioni in modo dettagliato. Quello che si è scoperto grazie all'incrocio di tutti i dati è stato che più risultavano curve le arterie che arrivano alla retina, più erano rigidi gli altri grandi vasi e, di conseguenza, maggiore era la pressione sistolica, ovvero "la massima".
Per quanto riguarda la capacità visiva, invece, non vi era alcuna variazione. Questo significa che non potrai accorgerti da solo se c'è qualche problema in corso, ma saranno per forza necessari degli esami strumentali. Una variazione nel valore, infatti, potrebbe predire l'aumento delle possibilità di soffrire di malattie legate a cuore e circolazione. Naturalmente, il nuovo indicatore dovrà essere aggiunto a quelli che già esistono come età, colesterolo e pressione.
"Se ciò che sta accadendo nel resto del corpo si riflette in ciò che sta accadendo nella parte posteriore dell'occhio – ha commentato Alicia Rudnicka, della St. George's University di Londra e che ha preso parte allo studio – allora la valutazione della morfologia della retina dovrebbe essere incorporata nella pratica clinica tra i fattori di rischio cardiovascolari".
Fonte| "Associations of Retinal Microvascular Diameters and Tortuosity With Blood Pressure and Arterial Stiffness" pubblicato su Hypertension il 30 ottobre 2019